CAMILLERI A ‘’CIRCO MASSIMO’’ - "SALVINI? AL SUO POSTO AVREI PAURA DEL CONSENSO. MUSSOLINI FU ACCLAMATO DALLE PERSONE CHE POI LO APPESERO - NON RIESCO A PROVARE NESSUNA SIMPATIA PER IL M5S. SONO BASTATI POCHI MESI DI GOVERNO PER DIMOSTRARE LA LORO SUBALTERNITÀ ALLA LEGA. ALL'INTERNO NON HANNO SPINTA IDEALE’’ - LO STRAZIANTE ADDIO COL PADRE...

da Circo Massimo - Radio Capital

andrea camilleri

 

La famiglia, la politica, e ovviamente Montalbano. Ieri, oggi, e domani. Nell'esordio della nuova stagione di Circo Massimo, su Radio Capital, Andrea Camilleri parla di tutto con Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, senza nascondere le speranze né le delusioni. Su tutte, quelle per la Repubblica Italiana.

 

"Da tempo sto pensando di restituire le onorificenze, sono sempre lì lì per farlo. A 90 anni mi sono sentito estraneo alla mia patria", spiega, "Come italiani siamo cambiati. Prima ci spacciavamo per italiani brava gente, oggi è molto difficile farlo. Era già un falso allora, figuriamoci oggi".

massimo giannini (2)

 

Camilleri, che ha vissuto nel ventennio fascista, ammette che "rischiamo di tornarci. Molto spesso", racconta, "vengono a trovarmi ragazzi del liceo e mi chiedono di spiegargli il fascismo. Mi atterrisce che la scuola o chi ne fa le veci non spenda una parola, o la spenda male, sul fascismo. E ho paura che l'araba fenice possa rinascere, non dalle sue ceneri ma dall'ignoranza". Anche per questo, lo scrittore sente "di aver fallito come italiano, perché abbiamo ricostruito l'Italia ma la stiamo risfasciando. Ne sono sempre più convinto. E mi fa dolore. Come se in un testamento dovessi riconoscere il fallimento delle cose in cui più credevo". 

 

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Fra le onorificenze che Camilleri pensa di restituire, ce n'è anche una che viene dall'est: "Anni fa il governo ungherese mi mandò un attestato, che conservo appeso al muro del mio studio, in cui mi ringraziavano per l'aiuto ai profughi ungheresi. Visto quello che sta facendo Orban, vorrei restituire anche questo. Alzare muri non significa solo chiudersi in casa con il proprio nemico", dice il papà di Montalbano, "ma mettersi dentro una cassa da morto. L'avvenire è per forza di cose un rinnovamento di pensiero. Se rifiutiamo questo, ci chiudiamo in una bara".

 

Sulla linea del premier ungherese c'è anche il vicepremier Salvini, che attualmente riscuote un grandissimo consenso fra gli italiani: "Sono vissuto tanto da sentire le acclamazioni a Benito Mussolini dalle stesse persone che l'appesero", ricorda, "Attenzione ai grandi consensi: è facile passare dalla grandissima passione amorosa all'odio. Al posto di Salvini avrei paura di tutto questo consenso".

camilleri

 

E gli alleati di governo della Lega? "Non riesco a provare nessuna simpatia per il M5S. Sono bastati pochi mesi di governo per dimostrare la loro subalternità alla Lega. All'interno non hanno spinta ideale". Nessun dubbio che si tratti di un governo di destra: "Di certo non hanno preso provvedimenti di sinistra... Salvini impera e fa dei diktat, mentre il M5S va a rimorchio: se poteva avere una funzione, non l'ha voluta esplicare. O, peggio ancora, non l'ha potuta esplicare".

 

CAMILLERI PARLA TI ASCOLTO LIBRO SEGRETO

E la sinistra? "È problematico dire che esiste ancora", dice Camilleri, "ma ha ancora ragion d'essere, e per questo sono certo che riesisterà". Se la sinistra è in crisi, l'Europa non sta meglio: "È una delusione profonda. Ma delusione profonda non significa totale fallimento, e quindi abolizione. L'Europa deve continuare a esistere, per forza di cose. L'Unità d'Italia", continua lo scrittore, "era stata fatta perché era naturale che venisse fatta, e lo stesso vale per l'Europa. Ma un'unione non può nascere solo sul denaro: bisogna trovare idee comuni. Il manifesto di Ventotene conteneva idee".

 

Nonostante tutto, Camilleri non si dice pessimista: "Ho fiducia nell'uomo. Penso che non dobbiamo credere più nel passato. A mia nipote dico che i giovani devono seppellirci e rifarsi da loro, ex novo. Noi non siamo più in grado di indicare e darvi nulla". L'autore siciliano ha comunque voluto scrivere una lettera alla pronipote, la più piccola della famiglia, pubblicata in 'Ora dimmi di te', il suo ultimo libro, edito da Bompiani:

 

andrea camilleri (6)

"Ho accolto la mia pronipote con enorme piacere ma anche con rimpianto", spiega, "perché ho pensato che non potrò parlarle o dirle di me. Quindi mi è venuta l'idea di 'dirle di me' con un libro". Camilleri ricorda anche di quando ha 'detto di sé' a suo padre, in punto di morte: "Per tutta la vita, io e mio padre siamo stati divisi, sulla politica, sullo sport... ma quando si ammalò non lo lasciai più: volevo chiarirgli tante cose. E ci siamo chiariti. Mi chiese di raccontargli qualcosa, e io gli raccontai questo romanzo che avevo in testa. Mi chiese di promettergli di scriverlo come l'avevo raccontato a lui, metà in italiano, metà in siciliano... io mantenni la promessa: era 'Il corso delle cose', il mio primo romanzo. Forse, se non ci fosse stato questo incontro con mio padre, romanzo non sarebbe stato scritto. Mio padre era un uomo di un coraggio straordinario, e prima di morire, dal suo letto, mi disse di andare a fumare una sigaretta: capii che voleva stare solo con la sua morte. Aveva coraggio. Io non so se l'avrò".

marco travaglio saluta andrea camilleri

 

Camilleri non nasconde, infine, di avere già un progetto in cantiere: "Cosa sto preparando? Spero un altro Montalbano, per far felici i miei fan. C'è l'idea, ma non il titolo. Non ce la farò entro la fine dell'anno ma, penso, per l'anno prossimo. Stavolta Montalbano dovrà affrontare il mondo contadino, che non ha mai conosciuto. La cosa mi diverte".

 

 

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