“STRISCIA NON SARÀ CANCELLATO, È IL PROGRAMMA PIÙ LONGEVO E IDENTITARIO DI CANALE 5” – CARLO FRECCERO: “SOFFRE IN TERMINI DI SHARE, È VERO. RICCI DEVE DISTRICARSI TRA L’INCUDINE DE MARTINO E IL MARTELLO DELL’AUTOCENSURA, DEL NON POTER PIÙ SCHERZARE SU NESSUNO” – “SE RICCI SE NE VOLESSE ANDARE, MEDIASET DOVREBBE FARE DI TUTTO PER TRATTENERLO. SI POTREBBE TRASFORMARE STRISCIA IN VERSIONE EXTRALARGE, SETTIMANALE DA PRIMA SERATA…” – “DE MARTINO? UNISCE COMICITÀ E SEDUZIONE, TUTTE LE DONNE TATUATE IN TUTA STRAVEDONO PER LUI….”
Estratto dell’articolo di Nanni Delbecchi per “il Fatto quotidiano”
PIER SILVIO BERLUSCONI ANTONIO RICCI
Carlo Freccero, dopo 37 anni potrebbe concludersi l’era di Striscia la notizia su Canale 5?
[…] Non credo che Striscia sarà cancellato dal palinsesto perché è il programma più longevo di Canale 5, ed è soprattutto il più identitario. Soffre in termini di share, è vero; ma il suo rating – cioè il numero di spettatori – è assai superiore alla maggior parte dei programmi di prime time della rete, a parte quelli di Maria De Filippi.
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Però quanto ad ascolti la battaglia con i pacchi di Stefano De Martino è persa.
Vero, ma il merito è di De Martino che è esploso come showman e con il “Dottore” Pasquale Romano ha trasformato Affari tuoi in un game show, anzi […] un format show che specula in forma ludica sulla ludopatia degli italiani.
Quindi il miglior competitor di Affari Tuoi resta Striscia?
Se Canale 5 volesse tornare leader in quella fascia dovrebbe prendersi lei De Martino: unisce comicità e seduzione, ha creato nuovi target, tutte le donne tatuate in tuta stravedono per lui. […]
[…] Ma nell’era di Pier Silvio il genere principe di Canale 5 è il reality.
Non c’è dubbio, in questi anni i reality hanno asfaltato tutto, anche per ragioni di budget, a Mediaset ci sarà da lavorare parecchio sulla qualità dei programmi in prime time prima che la Rai si riorganizzi anche in questa fascia. A Mediaset si è persa la comicità, e questo è un ulteriore problema per Striscia.
Per non parlare della satira, anch’essa in via di estinzione.
E qui il conflitto è con i talk show. Striscia fa un infotainment che vuole aggredire la realtà, non la annacqua nella propaganda e nella censura come i talk; ma resta il fatto che bisogna comunque fare i conti con la cultura del politicamente corretto. Oggi si rischia più con una battuta che con un insulto.
Antonio Ricci e Beppe Grillo: declini paralleli?
L’analogia è suggestiva, ma fuori luogo. Grillo si è bruciato da solo, prima votando Von der Leyen, che fu la fine del governo gialloverde, poi appoggiando Draghi. Ricci deve districarsi tra l’incudine De Martino e il martello della libera informazione sotto tutela, dell’autocensura, del non poter più scherzare su nessuno.
E magari un fuorionda di troppo può essere fatale.
Apparentemente sì, ma non vedo connessioni col fuorionda di Giambruno […]. […] non mi parve un colpo sotto la cintura alla Meloni prima, chiudere Striscia non mi sembrerebbe una vendetta ora.
E se fosse Ricci a volersene andare da Mediaset?
Mediaset dovrebbe fare di tutto per trattenerlo. Se posso dare un consiglio, si potrebbe trasformare Striscia in versione extralarge, settimanale da prima serata, qualcosa di analogo a Le Iene . La genialità di Ricci tornerebbe all’età del Drive in, alle sue origini del comico puro, e lo farebbe alla grande. I tempi sono maturi: la storia a volte si ripete, la televisione sempre.
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