carole bouquet

CAROLE, BEVI CHE TI PASSA! – CAROLE BOUQUET VESTE I PANNI DELLA SNOB E RINNEGA IL RUOLO DA “BOND GIRL”: “LE RIPRESE DURARONO SEI MESI, NON NE POTEVO PIÙ” – OGGI PRODUCE VINO A PANTELLERIA: “MI DICEVANO TUTTI CHE NON AVREI MAI IMPARATO” – DOPO LE STORIE CON DEPARDIEU (CHE HA DIFESO DAL “LINCIAGGIO PUBBLICO”) E CON PHILIPPE DE ROTHSCHILD, NON CERCA UN NUOVO UOMO: “FACCIO LA MADRE, LA NONNA E LA VIGNAIOLA” – L’ITALIANO IMPARATO SUL SET CON CELENTANO E LA NOSTALGIA PER FRANCESCO NUTI – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Luca Bergamin per il “Corriere della Sera”

 

Carole Bouquet con il suo vino

Carole Bouquet, attrice cinematografica e teatrale dalla lunga carriera internazionale, premiata anche con un César, ambasciatrice della Maison Chanel, considerata una tra le donne più belle del mondo, è una produttrice di vino stimatissima. «La scelta del vino non è stata intenzionale. Ho cominciato 27 anni fa ad andare a Pantelleria, prendendo in affitto una casa del fotografo Fabrizio Ferri […]».

 

L’avventura vinicola come è cominciata? Coltivare a Pantelleria è un’impresa che richiede una perizia secolare.

«La terra, abbandonata da molto tempo, era dura per l’ossidiana delle rocce, le viti basse come bonsai, non era possibile utilizzare strumenti tecnologici. Non sapevo come fare, perciò mi sono rivolta a un viticoltore.

 

roger moore carole bouquet

Con la stessa umiltà contattai al telefono l’enologo Donato Lanati, mi sentivo come una bambina esclusa da un gioco per adulti. Mi dicevano tutti che non avrei mai imparato. Ho trovato le persone giuste e in un anno la vite è rifiorita. Il permesso è arrivato un’ora prima della vendemmia inaugurale. Sangue d’oro è il vino che volevo bere io, un passito in cui acidità e dolcezza stanno in equilibrio. Produco 4 mila bottiglie all’anno».

 

Eppure lei passava per astemia sui set cinematografici.

«Sino a 21 anni non avevo mai assaggiato alcun vino, poi Jean-Pierre Rassam, il padre del mio primo figlio, produttore de La Grande abbuffata, in un ristorante mi fece cambiare idea. Da allora non ho più smesso di tempestare di domande i sommelier».

 

francesco nuti carole bouquet

Come ha imparato così bene a parlare italiano?

«Sul set, a cominciare da Bingo Bongo di Pasquale Festa Campanile con Adriano Celentano. Avevo preso lezioni per tre settimane, almeno per capire come avrei dovuto muovermi sulle scene».

 

[…] Le venne in soccorso Luis Buñuel con Quell’oscuro oggetto del desiderio.

«Fu un miracolo. Buñuel ha cambiato la mia vita. Avevo poco più di 18 anni, in pratica non sapevo recitare. Sul set provavo una tale paura di lui che ogni giorno chiedevo se avessi dovuto ritornare l’indomani. Per una scena in cui portavo addosso solo un corsetto, vedendo che mi ero immobilizzata, se ne andò nel camerino per non mettermi in soggezione».

 

 

carole bouquet

Le manca girare film in Italia? Una volta erano assai frequenti le co-produzioni tra i due Paesi.

«Mi mancano Dino Risi che mi volle per il film Dagobert e Francesco Nuti col quale ho interpretato Donne con le gonne. Francesco si comportava come i registi di Hollywood negli anni ’40, godendo di budget illimitati. Il suo successo era tale che si poteva anche non girare per un mese per il troppo caldo. Dalla Toscana ci spostammo a Roma perché la scenografia improvvisamente non gli piacque più. Risi era un grandissimo, aveva un’esperienza impareggiabile, un carisma unico».

 

Davvero si pentì di avere ricoperto il ruolo di Bond girl?

«Mi chiamarono tre settimane prima del film, un’attrice era sparita (Ornella Muti, ndr). In casa, in quel preciso momento con me c’erano solo uomini, tra i quali Roberto Benigni, che in pratica hanno risposto per conto mio. Soffrii il ricorso agli effetti speciali: per Agente 007 Solo per i Tuoi Occhi, ad esempio dovetti nuotare in un acquario ricreato nello studio di registrazione. Le riprese durarono sei mesi, non ne potevo più. Mi rifiutai di fare la promozione negli Stati Uniti: non volevo essere identificata in quel tipo di ruolo».

 

francesco nuti carole bouquet 1

L’eterna sfida femminile tra bellezza e bravura come l’ha vinta?

«Acquisire fiducia sulle mie qualità di attrice ha richiesto un lavoro decennale. Si parlava sempre del mio viso e del corpo. Poi, un giorno, vidi apprezzamento negli occhi dei tecnici di scena. Fondamentale fu il film Troppo bella per te! che vinse il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes. Serve tempo per dominare le proprie debolezze. Adesso non ho paura a dire no».

 

[…]

 

carole bouquet con il suo vino

Meglio Pantelleria o la corte monegasca? Suo figlio Dimitri ha sposato Charlotte Casiraghi.

«I Ranieri sono persone uguali a ognuno di noi. Sto molto bene in compagnia di Carolina, persona di grande cultura e umanità. Le riviste patinate danno un’idea sbagliata, lei lavora e si impegna ad affrontare la vita come faccio io».

 

Siete state donne amate, desiderate, e sempre bellissime. A 66 anni, l’età di entrambe, si può amare ancora?

«La maniera di vivere un sentimento non cambia. Il fatto è che si è più fragili fisicamente, quell’armatura che portavi addosso prima, come se dovessi ogni giorno andare in battaglia, ora scricchiola. Vorrei avere più energie. Adesso sto interpretando Berenice di Jean Racine a teatro ed è una gioia vedere gli spettatori tanto partecipi. Ecco, lavorare tanto fa sentire sempre giovani».

 

Ha avuto grandi amori, l’ultimo con Philippe Sereys de Rothschild, prima la storia con Gerard Depardieu, di cui con una sessantina di artisti ha denunciato «il linciaggio» dopo le ultime accuse di violenza sessuale.

«Adesso sono single. Faccio la madre, la nonna, l’attrice e la vignaiola. Direi che va bene così».

 

carole bouquet gerard depardieu

Pantelleria le manca quando è lontana?

«Ha una bellezza allucinante, inarrivabile nel resto del Mediterraneo. A parte la città, il resto dell’isola è rimasto primordiale. Non uso l’automobile, cammino a piedi per tre ore al giorno, nuoto. Penso sia il paradiso in Terra».

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