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IL CINEMA DEI GIUSTI – IL CASO DI “BATGIRL” METTE IN CRISI IL SISTEMA DELLO STREAMING COME PARACADUTE PER I FILM. CHI HA DETTO CHE UN KOLOSSAL ACTION O DI SUPEREROI SI RIFACCIA CON GLI ABBONAMENTI A UNA PIATTAFORMA? ALLORA MEGLIO IL VECCHIO SISTEMA DEL FILM IN TV CON LA PUBBLICITÀ, LI' I SOLDI SI VEDEVANO SUBITO. O MEGLIO RIMETTERLI IN SALA. RISCHIANDO… - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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Brutte notizie. "Batgirl", kolossal D.C. Comics da 100 milioni di dollari con l'emergente Leslie Grace come ragazza pipistrello, Brendan Fraser come cattivo, J.K. Simmons e perfino Michael Keaton che tornava a fare Batman dopo trent'anni, non solo non uscirà mai in sala, ma non uscirà nemmeno in streaming, era previsto su HBO Max, che da noi si traduce in Sky.

 

Alla Warner i dirigenti pensano che sia meno disastroso chiuderla qui, a film praticamente finito e montato, che farlo floppare in sala e in streaming con altri milioni di investimento in marketing. Un disastro che coinvolge altri film Warner, il sequel di Scooby Doo, Aquaman, The Flash. Ma soprattutto, come ha notato "The Indipendent", mette in crisi tutto il sistema adottato fin qui, complice la pandemia, dello streaming come paracadute dei film che vengono dirottati dalla sala a pochi giorni dall'uscita o senza bisogno d'uscita.

 

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Ma, come dimostra il recente caso di "The Gray Man", 200 milioni di budget di action che ha funzionato solo otto giorni su Netflix, chi ha detto che un kolossal action o di supereroi si rifaccia con gli abbonamenti a una piattaforma? Allora meglio il vecchio sistema del film in tv con la pubblicità, li i soldi si vedevano subito. O meglio rimetterli in sala. Rischiando. Anche se "Batgirl" è stato bollato dalle previsioni col pubblico che lo hanno dichiarato "irrecuperabile" sia per la sala che per lo streaming, dove il pubblico internazionale, infarcito malamente di qualsiasi cosa in questi ultimi anni, decreta la morte o il successo di un film in pochi giorni in barba al tuo budget.

 

Ovviamente la crepa aperta dalla Warner significa che sta per abbattersi una valanga su tutto il sistema dello streaming e dei film on demand. E mi sembra inutile insistere che tutto questo arriva, come dice Scorsese, da quando si è cambiato il significato alla parola "content", cioè contenuto. Non più storia o significato o senso di un'opera rispetto alla sua forza artistica. Ma solo il suo lapidario essere qualcosa che riempie in metraggio, al punto che sono content sia un film di Rossellini che un video di gatti su instagram. Creando non poca confusione.

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Vediamo cosa capiterà  ora al cinema blockbuster americano in cerca di nuovi modelli di distribuzione privato di tutte queste cazzatone mordi e fuggi coi supereroi da spalmare in streaming. Intanto "Batgirl" non lo vedremo.

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