
IL CASO-VESPA NON È UN CASO: SERVE AD ACCELERARE LE NOMINE RAI - CAMPO DALL'ORTO SE LA STA PRENDENDO COMODA, MA A VIALE MAZZINI SCALPITANO: LEONE VICEDIRETTORE, MARANO A CAPO DELLA SIPRA AFFONDATA DA PISCOPO (BY GUBITOSI), AMMIRATI PROMOSSA A RAI1
1. I NUOVI VERTICI ALLA PRIMA GRANA - L’IRRITAZIONE PER GLI OSPITI IN STUDIO
Paolo Conti per il “Corriere della Sera”
CAMPO DALLORTO MAGGIONI PRANZO PARIOLI IL FATTO
La piena libertà di raccontare la vicenda Casamonica in seconda serata su Raiuno durante «Porta a Porta» non è mai stata in discussione, nella convulsa giornata di ieri. Né la nuova presidente Monica Maggioni (anche perché giornalista, inviata speciale in mezzo mondo, da poche settimane ex direttore di Rainews 24) né il neodirettore generale Antonio Campo Dall’Orto si sono sognati di rimproverare a Bruno Vespa la scelta editoriale, cioè il racconto di un caso che ha sfregiato l’immagine di Roma agli occhi di mezzo mondo.
Ciò che ieri arrivava dai corridoi del settimo piano di viale Mazzini, dove Maggioni e Campo Dall’Orto stanno sperimentando una convivenza di poteri e mansioni all’insegna di un delicato equilibrio, era una contestazione sulla modalità. Prima tra tutte l’idea di invitare i Casamonica in studio, ovvero in terra Rai, negli studi di via Teulada, con tanto di lasciapassare, accomodandoli sulle stesse sedie che ospitano Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini. Un rituale che, agli occhi del Pd nazionale e romano, è apparso come la promozione dei Casamonica (entrambi comunque incensurati, come ieri ha sottolineato Vespa) a interlocutori sociali.
Un passaggio non formale ma sostanziale che ha provocato le innumerevoli telefonate di tanti esponenti del Pd ai vertici Rai, soprattutto a Maggioni, in ottimi rapporti personali con molti di loro.
La prova? Lorenza Bonaccorsi, membro della Vigilanza Rai, già alle 14 poteva annunciare che ci sarebbe stato un gesto «di riparazione» su Raiuno quasi mezz’ora prima dell’annuncio di viale Mazzini. C’è chi riferisce l’impressione dei vertici: sarebbe bastato collocare i Casamonica nel loro contesto, magari con un collegamento dalla loro casa, per ripetere lo schema adottato da molte emittenti (Sky, La7, gli stessi tg Rai) nelle ore a ridosso del funerale. E tenendo in studio gli interlocutori istituzionali.
Altro elemento di irritazione, agli occhi soprattutto — così sembra — del direttore generale, sarebbe stato lo schema di trasmissione, l’ideale per attirare ottimi ascolti strappandoli alla tv commerciale ripercorrendo i suoi schemi (la puntata ha ottenuto un eccellente 14.4% di share con 1.340.000 telespettatori battendo persino la serata con Matteo Renzi).
Ed è proprio questo aspetto che Campo Dall’Orto, nell’intervista apparsa sul Foglio il 2 settembre aveva evidenziato: «La Rai non è una tv commerciale ma un servizio pubblico e in nome di questo principio prendere qualche rischio con gli ascolti non è un’opzione ma è parte della propria missione, quasi un dovere morale».
Proprio da qui nasce la sua recente raccomandazione informale ai talk show a evitare risse, insulti, sovrapposizioni incomprensibili. Una prova se ne è avuta proprio martedì sera ma in prima serata su Raitre: Massimo Giannini ha condotto una puntata senza scontri, concedendo spazio al cardinal Angelo Bagnasco e a Matteo Salvini e lasciando tempi più lunghi per i ragionamenti.
La tempesta telefonica è stata lunga e agitata: e ha rappresentato il banco di prova del nuovo tandem del potere Rai. Ovviamente non c’è stata alcuna riunione del Consiglio di amministrazione, non era prevista. Solo colloqui informali. Il risultato finale è stato l’incarico affidato dalla direzione generale al direttore di Raiuno, Giancarlo Leone (a un passo, secondo molte voci, dalla nomina a vicedirettore generale per il prodotto): concordare con Vespa una «riparazione» assicurandogli, nel comunicato aziendale, il riconoscimento della «trasparenza e completezza d’informazione senza fare sconti di alcun genere». Una mediazione all’antica per la nuova Rai.
2. DIETRO ALLE POLEMICHE SUL TALK SHOW C’E’ BATTAGLIA PER IL GIRO DI POLTRONE
Enrico Paoli per “Libero Quotidiano”
E ora che farà il neo direttore generale della Rai, Antonio Campo dall' Orto? Darà un colpo di acceleratore oppure innesterà una marcia più bassa, in modo da allungare i tempi in attesa, magari, del varo della riforma che gli consegnerà i poteri di amministratore delegato? A viale Mazzini, sede della dirigenza della tv pubblica, le domande che circolavano ieri sera erano queste. E non sono affatto domande retoriche, dato che dalle prime mosse, anzi dalla prima mossa per essere esatti, «si capirà quale idea di azienda ha in testa» l' uomo di Renzi. Però un primo «indizio» forte e nitido c' è già. E da quello bisogna partire.
Il nuovo Dg ha delegato la gestione del cosiddetto «caso Bruno Vespa» al direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, e non tanto perché ad ospitare la puntata finita nel mirino è stata la rete ammiraglia della Rai, quanto per il fatto che Leone, uomo azienda per antonomasia, è destinato a diventare il nuovo vice direttore generale al posto di Antonio Marano, con l' avallo della maggioranza delle forze politiche.
Marano, il più longevo vice direttore generale nella storia della Rai, verrebbe spostato alla guida della Sipra, l' agenzia pubblicitaria della Rai in forte calo di fatturato e risultati. L' attuale numero due dell' azienda, al pari di Leone, conosce perfettamente il mondo della tv pubblica ed considerato l' unico in grado di risollevare i conti della Rai.
Questo passaggio, ritenuto strategico da tutti, potrebbe avvenire in occasione del consiglio di amministrazione fissato per il prossimo 24 settembre. La gestione non proprio «brillante» dell' attuale amministratore delegato di Rai Pubblicità, Fabrizio Piscopo, scelto e imposto dal predecessore di Dall' Orto, avrebbe spinto la nuova governance ad operare un «intervento d' urgenza». Soprattutto «per non compromettere la raccolta del 2016», dicono a Viale Mazzini, «che si deve impostare proprio in questi mesi», definendo una volta per tutte la politica degli sconti e quelle iniziative a sostegno del prodotto che fino ad oggi hanno latitato.
Tanto per dare un' idea nel mezzo a tutto questo c' è anche il Festival di Sanremo.
È evidente che se il Dg deciderà di mettere sul tavolo queste due nomine, il valzer dei nomi è destinato ad iniziare subito, anticipando la legge di riforma della Rai. Anche perché Rai Uno non può certo restare senza una guida forte e sicura. Uno dei nomi forti per la sostituzione di Leone alla guida della rete ammiraglia è quello di Maria Pia Ammirati, attualmente al timone delle Teche Rai. La Ammirati gode della stima del sottosegretario Luca Lotti, con il quale dialoga spesso, ed anche in sintonia con il ministro Maria Elena Boschi.
PORTA A PORTA - PUNTATA SUI CASAMONICA
Il fatto poi che nel suo curriculum ci sia un passato da vice direttore di Rai Uno depone ampiamente a suo favore. Stando al disegno minimal tratteggiato dai bene informati, il primo giro di valzer potrebbe fermarsi qui, in modo da non creare un eccessivo effetto domino a viale Mazzini. Campo Dall' Orto, dicono in Rai, «si sta muovendo con i piedi di piombo» e non come i predecessori che avevano fretta.
Semmai a cambiare di poltrona potrebbero essere le cosiddette direzioni tecniche, non editoriali per intenderci, a partire dalla direzione del personale, passando per lo staff e le aree tematiche. Solo in seconda battuta Campo Dall' Orto metterebbe mano ai direttori di rete e testata. Non a caso gli «indiziati», da Andrea Vianello a Bianca Berlinguer, hanno ripreso a tessere la ragnatela dei rapporti politici. Meglio attrezzarsi per tempo.
maria elena boschi e luca lotti 6
«Del resto in questa fase le voci di corridoio», spiegano a viale Mazzini, «sono diventate spifferi, che rimbalzano da un piano all' altro. Senza fermarsi mai». Soprattutto ora che il «caso Vespa» ha scegliato dal torpore anche quelli che stavano dormendo in attesa degli eventi.