CORONA IN GABBIA - UNA CELLA A TRE POSTI CON LAVANDINO E BIDET ATTENDE A BUSTO ARSIZIO LO SVITATO DEL FLASH - SETTE ORE PER CONVINCERLO A FIRMARE L’ESTRADIZIONE: OGGI IL RITORNO IN ITALIA - SPERAVA SULL’AIUTO DEL SUO AMICO LORENZO CARVALHO PER IMBARCARSI SU UNO YACHT DESTINAZIONE SUDAMERICA – “PISTOLA PUNTATA ADDOSSO”, LORENZO LO HA SCARICATO AL SUO DESTINO…

Andrea Nicastro per il "Corriere della Sera"

Quattro giorni di latitanza per niente. Anzi per farsi ancora un po' più del male compromettendo la possibilità di ottenere agevolazioni di pena e magari benefici sulla detenzione. Fabrizio Corona è entrato la mattina nel Tribunal da Relação de Lisboa, l'equivalente di una nostra Corte d'appello, declamando d'essere «uomo libero» e di cercare la difesa dei suoi «diritti umani». Ne è uscito la sera scornato e rabbioso, con il biglietto aereo per il ritorno in Italia già prenotato per oggi dai poliziotti della questura di Milano.

In mezzo sette ore. Tante quante sono servite a convincerlo a firmare un modulo prestampato di assenso all'estradizione, il caso 17/2013 affrontato dalla giudice Paula Grandvaux. Sette ore che sono state come una terapia di gruppo con i portoghesi in aula, pubblico ministero, avvocato difensore e giudice, a spiegare e rispiegare a Corona che non aveva alcuna possibilità di veder accolta la sua richiesta di restare a Lisbona né di scontare qui la sua pena.

L'agente dei paparazzi ha resistito, ha chiesto, si è informato. Ma alla fine ha accettato. Forse hanno contribuito le quattro notti di viaggio sulla piccola Fiat 500, di certo l'unica notte passata da ospite di una cella di sicurezza portoghese («per terra, al freddo, con la finestra aperta»).

Forse decisivi sono stati i consigli dell'avvocato Costa Andrade, il professionista che gli hanno procurato gli amici portoghesi dai quali il latitante italiano cercava aiuto. La terapia ha funzionato. L'imprenditore che trasformava gli scandali in affari e le scappatelle in estorsioni ha cambiato idea e torna in Italia. La partenza è prevista per le 13.30 da Lisbona. L'arrivo alle 17.15 a Malpensa. Da lì, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe subito andare nel carcere di Busto Arsizio.

Se il venditore di scatti osé su modelle e famosi vari era scappato per la paura delle prigioni italiane, a Busto Arsizio troverà la conferma dei suoi incubi. Quella è una delle prigioni appena bocciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo: sovraffollamento, condizioni indecenti. L'avessero saputo prima, forse, le autorità portoghesi non sarebbero riuscite ad essere tanto convincenti.

Corona è rimasto solo. Un paparazzo che ha lavorato per anni nella sua agenzia, Maurizio Sorge, quando esce dall'aula lo abbraccia, gli porge il telefonino per parlare con l'ex moglie Nina Moric. A Milano i suoi collaboratori trattano interviste, alimentano il suo sito perché Corona sa che tutto fa spettacolo e la popolarità, buona o cattiva che sia, rende soldi. La sua ossessione. Ma sono i contatti portoghesi a essergli mancati sotto i piedi.

Corona sperava fosse Lorenzo Carvalho a togliergli le castagne dal fuoco, forse anche a imbarcarlo su uno yacht e portarlo in Sud America. Invece, messo alle strette, con la casa perquisita e «una pistola puntata addosso», Carvalho ha mollato l'amico italiano, «consegnati» gli ha detto. Fabrizio ha 38 anni, Lorenzo solo 22, ma è un suo piccolo clone. Carvalho è il rampollo di una dinastia di industriali brasiliani. Ha vissuto per anni a Milano, amico dell'ex fidanzata di Corona, Bélen Rodriguez. Per lei ha dipinto sul cofano della sua Ferrari la famosa farfallina comparsa sull'inguine della ragazza a Sanremo.

Il 22enne Lorenzo ha fatto parte delle notti popolate da modelle, auto e soldi che sono sempre state l'obbiettivo di Corona. Solo che l'italiano ha dovuto guadagnare quel che spendeva, Lorenzo li ha trovati in culla. Entrambi palestrati, entrambi con la passione per i tatuaggi, le donne e la velocità.

All'agenzia Norma Jean di Lisbona curano l'immagine del giovane milionario. «Il suo ultimo progetto è quello di affittare l'autodromo dell'Estoril, vicino a Lisbona, per farne un'Accademia Ferrari. Chi vorrà provare l'ebbrezza della velocità potrà venire e pagare» racconta al Corriere il suo agente, Felip Pinto. Il marchio lanciato dal ragazzo è «Understand 69». Lo slogan «Faccia d'angelo, corpo da diavolo».
«Fabri rimarrà qui almeno un mese - pronosticava Lorenzo ieri mattina a Novella 2000 -. I miei avvocati lo stanno assistendo. Ho detto loro di assicurarsi che non gli succeda niente di male». Non è bastato. L'ennesima bravata è finita.

 

 

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