GENTE CHE VA, PIERINO CHE TORNA: APRE IL “GRAND HOTEL” DI CHIAMBRETTI CON WANDA NARA, ICARDI, DE SICA E VIPERETTA - “LA POLITICA IN TV FUNZIONA SE È FAZIOSA: SOLO COSÌ CREA UN CORTO CIRCUITO”

1 - PROMO DI “CHIAMBRETTI GRAND HOTEL”

 

2 - CHIAMBRETTI APRE IL GRAND HOTEL

Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”

 

Dopo «la ruota della fortuna impazzita» che, per sua definizione, era il suo ultimo programma, Piero Chiambretti torna con una nuova trasmissione, al via domani, in seconda serata, su Canale 5, Grand Hotel Chiambretti . Lo definisce «un’evoluzione di Chiambretti Supermarket che era un esperimento. Questo sarà un programma: c’è differenza». 
 

CHIAMBRETTI CHIAMBRETTI

Cosa ci si deve aspettare? 
«Sarà un programma molto semplice. Anzi, molto vecchio, vecchissimo. Sarà un talk show. L’obiettivo è accendere la seconda serata di Canale 5 che, al di là di Matrix, è ancora orfana di Costanzo. Con la fine del Costanzo Show , la seconda serata ha perso un appuntamento importante. Non potremo bissare quel successo, ma spero di fare da apripista». 
 

E come sarà strutturato il programma? 
«Il pubblico c’è — e Sanremo lo dimostra — ma non si vede, quindi bisogna catturarlo. Per farlo ho unito due concetti: gli alberghi, intesi come luoghi di gente che va e gente che viene, che è poi il sottotitolo dello show, e il cinema, di cui questo contenitore vuole essere un timido omaggio». 
 

Ad un albergo si ispira anche la scenografia... 
«Perché sono chiese laiche in cui si incontra di tutto, un luogo non luogo, come la tv. È l’effimero di cui la tv si nutre, specie a notte fonda. Che poi non sarà così fonda: abbiamo garanzie. Anche che dopo l’estate, torneremo a ottobre». 
 

WANDA NARA E ICARDI IN BRASILE WANDA NARA E ICARDI IN BRASILE

Insomma, Mediaset continua a darle fiducia... 
«Mi sento privilegiato. Qui lavoro con una libertà che non avrei neanche in Rai. Non voglio nascondermi dietro a un dito su Supermarket: per come era immaginato non poteva avere la considerazione di un pubblico vasto. Ma è stato utile per questo progetto dove la parola chiave è: concretezza». 
 

Tradotto? 
«Nella scelta dei temi, nella confezione e anche nel cast, ridotto. Non è semplice trovare figure all’altezza. Vorrei ricordare Maurizio Arcieri, dei Krisma (morto a gennaio): un artista come lui in un grand hotel ci sarebbe stato alla grande». 
 

CHIAMBRETTI E MALGIOGLIO CHIAMBRETTI E MALGIOGLIO

Lei è tra i pochi conduttori quasi immuni ai format... 
«Non sono in grado di gestirli, salvo entrarci per trasformarli. Però mai dire mai. Si era accarezzata l’idea di una mia partecipazione all’ Isola dei famosi , in studio, come uno dei conduttori. Poi la cosa è sfumata... meglio per loro». 
 

Con «Striscia la Notizia» invece ha funzionato, no? 
«Sì. Con Ricci siamo diventati amici, parola importante». 
 

christian de sicachristian de sica

Gli ascolti la preoccupano? 
«L’amarezza della tv è doversi confrontare con numeri che spesso non corrispondono a ciò che hai fatto. A scuola ero traumatizzato dalla pagella: qui arriva tutti i giorni». 
 

Chi saranno i suoi ospiti? 
«Inizieremo con il bomber dell’Inter Mauro Icardi e la sua Wanda Nara, poi Christian De Sica mentre l’ospite fisso del programma è il presidente della Sampdoria Ferrero». 
 

Gli alberghi sono frequentati anche dai politici però... 
«Vorremmo trattare la politica con il contagocce, non funziona in tv. Poi dipende da come la tratti. Credo che la tv politica debba essere faziosa: solo così crea un corto circuito». 
 

massimo Ferrero massimo Ferrero

Altre novità dello show? 
«Inaugureremo una collaborazione con la Cineteca di Bologna e il Museo del Cinema di Torino. Attraverso un’operazione di crowdfunding, tenteremo di trovare i fondi per restaurare I mostri di Risi, che vorremmo portare alla prossima Mostra del Cinema». 
 

Chi vorrebbe come ospite? 
«Tutti sparano alto, ci sono megalomani tra i colleghi: so di chi ha scritto al Papa per averlo in tv. Io vorrei ospiti che non facciano gli ospiti ma che siano personaggi. Quelli che nelle interviste rispondono solo “sì” o “no” o dicono “vengo ma non parlo di me”, stanno uccidendo un genere già ansimante come il talk show che, per essere rianimato, non ha bisogno solo di brillanti intervistatori ma di straordinari intervistati».

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