IL CINEMA DEI GIUSTI - ESCE OGGI IN TUTTA ITALIA IL POTENTE “EMILIA PÉREZ” IL MUSICAL CRIME TRANS MESSICANO DIRETTO DA JACQUES AUDIARD ORMAI PRONTO A FAR DA PROTAGONISTA AGLI OSCAR. CORSA CHE PUÒ ESSERE FERMATA SOLO DALLE COMUNITÀ ISPANICHE CHE NON HANNO GRADITO MOLTO PERSONAGGI COSÌ STEREOTIPATI. IL FILM FUNZIONA, PER CARITÀ, ANCHE SE AUDIARD NON SEMBRA CHE SIA ADATTISSIMO AL MUSICAL - CARLOS/KARLA GASCON SEMBRA UN MISTO TRA ANNA LA ROSA E SERENA BORTONE VESTITE DA SCIURE DELLA BUONA SOCIETÀ MESSICANE... - VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Trionfatore non solo Cannes, dove ha vinto Gran Premio della Giuria e il premio per l’ensemble delle migliori attrici, includendo tra Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz anche la trans Karla Sofia Gascon come attrice, ma anche vincitore di ben 5 EFA, gli Oscar europei, e ben 4 Golden Globes, miglior commedia-attrice-canzone e film straniero, esce oggi in tutta Italia il potente “Emilia Pérez” il musical crime trans messicano diretto da Jacques Audiard ormai pronto a far da protagonista agli Oscar.
Corsa che può essere fermata solo dalle comunità ispaniche che non hanno gradito molto personaggi così stereotipati. Ma il pubblico di tutto il mondo lo adora. Un mélo, con molti inserti cantati e ballati dai protagonisti, ma molto più vitale e scatenato di Joker2, costruito sul cambio di sesso di un feroce boss del narcotraffico, Manitas de Plata, appunto Carlos/Karla Gascon, che diventa una dama di beneficenza e mette addirittura in piedi una ong assieme alla sua avvocatessa, la Saldana, per scoprire che fine hanno i tanti desparecidos ammazzati dai criminali e tagliati in mille pezzi.
Ma, ahimé, non può trattenersi quando la moglie poco fedele, Selena Gomez, pazza di Gustavo, Edgardo Ramirez (per lui canta la già di culto “My pussy hurts when I think of you”), pensa di toglierle i figli.
Con una storia così pazza e melodrammatica, con una Zoe Saldana che illumina ogni scena con la sua sola presenza e che esplode nei suoi numeri di ballo e di canto (è una grande attrice e il successo di Avatar l'ha troppo coperta), con una Selena Gomez che torna cantante e la presenza di questa monumentale Karla Sofia Gascon che ha sbalordito tutti la sera della premiazione a Cannes e poi ai Golden Globes, ci saremmo aspettati una regia meno tradizionale e più esplosiva. Funziona, per carità, anche se Audiard non sembra che sia adattissimo al musical.
Inoltre Carlos/Karla Gascon ha presenza, ma forse non il carisma del suo personaggio. Sul palco di Cannes no, ma sullo schermo sembra un misto tra Anna La Rosa e Serena Bortone vestite da sciure della buona società messicane. Tutto questo non porta al film quel tipo di passione che la storia e l'idea di farne un musical crime trans proponevano.
Bello, ottimo per le serate al cinema e in famiglia, perfetto per la politica imprenditoriale di madame Salma Hayek in Pinault e per le ambizioni cinematografiche di Anthony Vaccarello, ambizioso direttore creativo di Saint Laurent ormai produttore, a Cannes oltre a questo presentava anche "Parthenope" di Sorrentino e "The Shrouds" di Cronenberg, ma niente di davvero esaltante per i vecchi fan di Minnelli e Donen.
Anche se adoro tutti i numeri musicali di Zoe Saldana, e la Gascon ha fatto piangere prendendo il premio come donna e assieme a “The Substance” e “Anora” è decisamente un film contemporaneo, che definisce, nel bene e nel male, questo momento. Che prende dal genere, e lo rielabora per i nuovi spettatori, che lo riconoscono come cinema. E non come uno dei tanti prodotti di Netflix o di Amazon. In sala.
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