IL CINEMA DEI GIUSTI - GLI “X-MEN” SI METTONO A VIAGGIARE NEL TEMPO: NE ESCE FUORI UN POLPETTONE COMPLICATO DA SEGUIRE MA SEMPRE SPETTACOLARE (260 MILIONI $ IN TRE GIORNI)

Marco Giusti per Dagospia

"X-Men giorni di un futuro passato" di Bryan Singer.

"La speranza è il più grande potere umano!". Eccoci. Non c'entrano nulla Renzi e Grillo, ma la guerra tra mutanti e umani attraverso due secoli.

Con un incasso mondiale di 260 milioni di dollari in tre giorni, 37 in Cina, 10 in Russia, solo 90 in America nella settimana del Memorial Day, ed è un problema (battuto pure da "Godzilla"), più di due da noi, tornano gli X-Men originali e mandano Wolverine in missione nel tempo, diciamo il 1973, per incontrare i nuovi X-Men del passato e darci questo strano, fin troppo complesso, ma adorato dalla critica megapolpettone supereroistico da 200 milioni di dollari, "X-Men giorni di un furturo passato", diretto da Bryan Singer, che torna alla serie che aveva lasciato dopo la regia dei primi due titoli quattrodici anni fa, e scritto da Simon Kimberg, lo sceneggiatore di "Sherlock Holmes".

In un primo tempo l'idea era solo quella di dare un seguito a "X-Men l'inizio", che avrebbe dovuto sempre essere diretto da Matthew Vaughn e interpretato dai nuovi eroi, cioè Michael Fassbender, James McAvoy, Jennifer Lawrence. Quando Bryan Singer è entrato nel progetto come regista e non solo come produttore, quel film e quella storia si sono trasformati in una specie di reunion tra i giovani eroi mutanti e le vecchie star della serie.

Patrick Stewart e Ian Mckellan stavano a teatro a recitare "Aspettando Godot" quando sono stati avvisati da Singer. Le loro apparizioni da vecchi supereroi sono incantevoli, inutile dirlo. Ma c'è pure una Halle Berry non in formissima come Tempesta. Da una parte quindi, c'era l'idea di unire ai nuovi X-men i vecchi, poi quella di dare maggiore importanza a Jennifer Lawrence, cioè Mystica o Raven, che dopo la saga di "Hunger Games" è diventata una sorta di megastar globale.

Non solo. Dal momento che si poteva mandare un solo supereroe del vecchio gruppo nel passato e questo compito, a leggere i comics, sarebbe spettato al personaggio di Kitty Pride, cioè la giovane Ellen Page, che non era un'idea così forte e spettacolare, si è pensato di sostuituirla mandando in missione il maschio più forte e scatenato della vecchia saga, cioè il Wolverine di Hugh Jackman. Solo vederlo assieme al duo Michael Fassbender come giovane Magneto e James McAvoy come giovane Charles Xavier sarebbe stato un colpo vincente.

E l'immagine dei tre maschi supereroi che si ritrovano nel passato e si uniscono in una sorta di amore-guerra con Jennifer Lawrence sulla carta è davvero imbattibile. Alla Kitty di Ellen Page viene dato come contentino il ruolo di quella che sta accanto a Wolverine addormentato nel suo viaggio nel passato. Un po' pochino, ma Kitty non è Wolverine. Singer dà spazio anche a nuovi supereroi vendibili in altre puntate, come il Quicksilver di Evan Peters, o il Bishop di Omar Sy o il Sunspot di Adam Canto o Iceman di Shawn Ashmore o la Lady Deathstrike di Kelly Hu.

Tutti ottimi per le vendite all'estero. E riprende il piedone-bestione di Nicholas Hoult. Il ruolo del cattivo, lo scienziato Bolivar Trek, lo affida al geniale Peter Dinklage, che tutti adoriamo in "Trono di spade". E' un cattivo minuscolo, con baffoni anni 80, che vuole sterminare la razza dei mutanti e combatterli con dei megarobot che inizia a costruire negli anni '70 usando proprio il dna mutante.

E' l'evoluzione di questi megarobot, i Sentinel, che nel presente attaccheranno gli X-Men e staranno per distruggerli. Proprio per impedire questo disastro, è stato mandato Wolverine nel passato, nel 1973, con l'incarico di contattare gli X-Men giovani e spingerli a bloccare la politica bellica di Richard Nixon, Mark Chamaco, e di una destra guerrafondaia e di fondo razzista verso i mutanti. Bolivar Trek punta a convincere l'opinione mondiale che solo sterminando loro il mondo sarà sicuro. Un po' come Hitler con gli ebrei.

Da una parte, quindi, la voglia di combinare le due serie e i due cast, pensando a una ultima puntata, "X-Men Apocalypse", ancora da girare, dall'altra quella di unire i tre eroi più fighi del momento in uno stesso film, da un'altra ancora dare al personaggio di Mystica, cioè quello di Jennifer Lawrence, una sua forte identità, una sorta di storia tutta sua - vuole a tutti i costi uccidere Bolivar Trek e vendicare i suoi amici mutanti uccisi - e di sfruttarne l'assoluta potenza di star del momento. Bel minestrone vero?

Anche perché, almeno per ora in America, ha funzionato più il vecchio Godzilla tornato sulle scene che non tutto questo assurdo viaggio nel tempo, fra l'assassinio di Kennedy, il Vietnam, la pace di Parigi, l'attacco dei Sentinel.

Ma se siete pazzi degli X-Men è davvero un film imperdibile, pieno di grandi trovate e di mille giochetti interni. Ritroviamo la rossa Jean di Famke Janssen, un cammeo del regista, l'apparizione di William Shatner, cioè il capitano Kirk in un episodio di viaggio nel tempo, ritroviamo i desideri di Giappone e di Monte Fuji di Wolverine, Omar Sy con gli occhi rossi, Magnet che si rimette in testa il vecchio elmetto a forma di pentola, Wolverine che è suonato come una campana.

I critici americani lo hanno adorato, il pubblico ha qualche difficoltà a ritrovarcisi. Ma è un film che Bryan Singer sorveglia alla perfezione e riesce a indirizzare dove vuole. Basta lasciarsi prendere un po' dalla storia e dai personaggi. E quando Michael Fassbender stacca da terra un intero stadio di Washington, il RFK Stadium, per ingabbiarci la Casa Bianca, è vero che siamo in un grande momento da fumetto, ma il suo Magneto è così preso che ci crediamo davvero. Già in sala.

 

 

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