
IL CINEMA DEI GIUSTI - TRA LE PARODIE DI JAMES BOND ARRIVA ANCHE “SPY” DI PAUL FEIG, IN CUI C’È UN’INCREDIBILE ROMA FINTA GIRATA A BUDAPEST DOVE TRONEGGIA UN CASINO ROMANO PROPRIO CON LA SCRITTA “CASINO DI ROMA” CHE NEMMENO ER CECATO SI SAREBBE POTUTO INVENTARE
Marco Giusti per Dagospia
Ancora le spie da ridere? Ancora James Bond apocrifi dopo Kingsman in attesa del nuovo 007 originale (che poi, tanto originale non lo è da tempo…)? Stavolta c’è pure un’incredibile Roma finta girata a Budapest dove troneggia la scritta “Aeroporto di Fiumicino” che potremmo accettare solo in un vecchio film di Tanio Boccia e un Casino romano, proprio con la scritta “Casino di Roma”, che nemmeno Er Cecato si sarebbe potuto inventare.
Eppure, questa assurda e ricca nuova parodia bondiana, Spy, scritta e diretta dallo specialista Paul Feig, e interpretata da un ricco cast, da Jude Law a Jasom Statham, da Rose Byrne a 50 Cents, che ruota attorno alla protagonista, la cicciona comica Melissa McCarthy fa molto ridere.
Mi arrendo, magari complice il caldo, alle battute a raffica anche volgarissime di Melissa McCarthy, analista della Cia, occhio del vero agente segreto, il Bradley Fine di Jude Law, sempre incantevole anche col parrucchino, che si trasforma in vera e propria 007 per portare a termine la loro missione in un mondo dove le donne sono le vere protagoniste di tutto.
A cominciare dalla cattiva Raina Boyanov, cioè la bella attrice australiana Rose Byrne, che tratta la vendita di una megabomba e gira circondata da bodygard, dalla capa della Cia, cioè Elaine Cracker, da una serie di agenti più o meno doppogiochisti, come la bella Karen di Morena Baccarin (Homeland), dalla fedele amica giraffona di Susan, cioè Miranda Hart, altro agente segreto da sottoscala.
Ai maschi spettano rigorosamente ruoli da pasticcioni, una star del cinema cafone come Jasom Statham viene ridicolizzato come 007 cialtrone e sbruffone, Bobby Cannavale è un cattivo da barzelletta, Peter Serafinowicz, comico inglese virtuoso nelle voci e negli accenti, è un agente segreto italiano, Aldo, che si vuole fare la protagonista e le tocca pesantemente il culo come la vede.
Non c’è, come in Kingsman, l’eccesso di sangue e ironia alla sub-Tarantino, anche se i cattivi muoiono sul serio e si spara parecchio, ma tutto viene alla fine triturato dalla macchina comica di Melissa McCarthy, che con Paul Feig ha già girato successi come Bridesmaid e The Heat e sta girando una versione al femminile di Ghostbusters, che fa funzionare ogni situazione assurda che incontra.
Sia con i maschi, dall’adorato Jude Law allo spasimante Peter Serafinowicz, sia soprattutto con le donne, con le quali imbastisce la vera trama del film e con le quali non la smettono di far commenti sui loro vestiti. “Ma che ti sei vestita da addestratrice di delfini?”.
spy di paul feig
melissa mccarthy in spy
E’ notevole anche il gioco continuo sulle nuove identitè che le costruisce la sua capa della Cia, donna single con quattro figli, americana orrenda single, che ricevono sempre commenti della protagonista, “Sembro la moglie di Babbo Natale, “Sembro la zia omofoba di qualcuno!”. Molto televisivo, molto pesante, grandi sprechi di calci nelle palle, promesse di tagliare uccelli e metterli in testa ai cattivi in modo da diventare unicorni (sarà il doppiaggio italiano? Non credo…), ma anche gran ritmo e gran divertimento. Certo, con 40 gradi… Già in sala.