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IL CINEMA DEI GIUSTI - PERCHÉ ‘’INSIDE OUT’’, COME TANTI FILM DELLA PIXAR, È QUASI UN CAPOLAVORO - FILM DIFFICILE E AFFASCINANTE, FORSE NON ADATTO AI PICCOLISSIMI, RIPRENDE IL DISCORSO SULLE NOSTRE PAURE E LE NOSTRE SENSAZIONI PROFONDE

Inside Out di Pete Docter.

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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Finalmente arriva anche da noi Inside Out di Pete Docter e della Pixar. I Minions avranno pane per i loro denti. Perché Inside Out, come tanti film della Pixar, è quasi un capolavoro, e non poteva che essere così. Già presentato con grande successo a Cannes lo scorso maggio e uscito con un incasso globale di 747 milioni di dollari, il film è un complesso tentativo, più vicino a certi cartoon sperimentali anni 50 della UPA (Gerald MacBoing Boing) o al mondo visivo e narrativo del Dr Seuss, che alla classicità della Disney, di dar vita al funzionamento dei nostri sentimenti nel nostro interno.

 

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L'inside vede all'opera la Gioia, la Tristezza, la Paura, la Collera, come fossero veri personaggi di un team che ci guida all'esterno, l'out, nella nostra vita. Così la piccola Riley, cresciuta nel Minnesota che a 12 anni viene portata a San Francisco, subisce un trauma che i suoi sentimenti riusciranno con molte difficoltà a attutire.

 

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Tutto il film è costruito su questo gioco della squadra interna che riuscirà a far funzionare il fuori, cioè la piccola Riley. Film difficile e affascinante, forse non adatto ai piccolissimi, anche se i livelli di lettura sono ben studiati dal regista, riprende il discorso sulle nostre paure e le nostre sensazioni profonde iniziato da Docter in Monsters and Co. e ripreso nel meraviglioso Up, che è forse una delle punte maggiori della Pixar e dell'animazione moderna.

 

Gioia e Tristezza viaggeranno nel mondo dell'immaginazione col buffo elefante amico immaginario di Riley e scivoleranno nel suo subconscio incontrato il grosso pagliaccio Django, incubo delle feste di compleanno.

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Ovviamente Inside Out è una festa per tutti, come lo fu per i vecchi cinephiles a Cannes, provati da film pesantissimi. La costruzione dell’esterno, della vita normale, è giocata sul realistico più tipico della Pixar, mentre l'inside è legato al mondo di Seuss, ricordate “Il gatto col cappello”?, ma molto addolcito e rotondeggiante.

 

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L'elefante blu è ovviamente una delle carte vincenti del film. Ovvio che alcuni intellettuali americani lo abbiano criticato, alla fine il gioco dei sentimenti è semplificato come in un videogioco e non si capisce come possa evolvere nella crescita una situazione simile, ma il consiglio che posso darvi è di lasciarvi andare seguendo il film. Come fanno i bambini. In sala da mercoledì. 700 copie. Tra Minions e Inside Out sarà una bella gara.

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