claire gibault

“CI SONO ORCHESTRE CHE SI SONO RIFIUTATE DI ESSERE DIRETTE DA DONNE. MI RICORDO DI MUSICISTI CHE DICEVANO: NON CAPIAMO I SUOI GESTI” – CLAIRE GIBAULT, LA PRIMA DONNA DIRETTRICE D’ORCHESTRE DI FRANCIA E LA PRIMA A DIRIGERE ALLA SCALA: “NEGLI ULTIMI DUE ANNI IN FRANCIA SI È PASSATI DAL 2,7% DI DONNE ALLA GUIDA DI ORCHESTRE PERMANENTI AL 10,8%” – “ABBADO? UN FEMMINISTA, UN PRECURSORE. PER LE DIRETTRICI D'ORCHESTRA DICEVA...”

claire gibault 1

Leonardo Martinelli per "la Stampa"

 

Sta facendo ripetizioni dalla mattina alla sera, con la sua Paris Mozart Orchestra. Claire Gibault, 76 anni, direttrice d'orchestra, è infaticabile. «Giovedì inizia il concorso - dice -, dobbiamo essere pronti». È «La Maestra», la seconda edizione, dopo quella del 2020: l'unico al mondo per direttrici d'orchestra, per sole donne.

 

 Siamo alla Philarmonie di Parigi, l'edificio-balena spiaggiato al nord della città. Su 202 iscritte di 48 diverse nazionalità, 14 sono state selezionate per la fase finale, che si concluderà sabato sera. Per le prove, potranno scegliere tra una serie di brani e l'orchestra di Claire deve essere pronta a ogni evenienza. Le giovani candidate le devono tanto, tantissimo. È lei ad aver aperto la strada, molto tempo fa. 

 

claire gibault 2

Come racconta nella sua autobiografia (Direttrice d'orchestra: la mia musica, la mia vita, che esce in Italia in questi giorni per add editore), nel luglio 1969 due foto campeggiarono nella prima pagina del quotidiano "France Soir" «Sopra quella di Neil Armstrong, il primo uomo ad aver camminato sulla Luna. E sotto la mia con scritto: "La prima donna direttore d'orchestra di Francia". Avevo vinto un concorso, a 24 anni. Ammetto che c'era una certa sproporzione tra le due imprese»

 

claire gibault 3

Dopo tanto tempo, come le è venuta l'idea di "La Maestra"? 

«Nel settembre 2018 facevo parte, unica donna, della giuria di un concorso a Città del Messico. Appena arrivai, un altro membro mi raccontò che per il suo medico biologicamente le donne non potevano essere direttrici d'orchestra. Poi, quando si esibivano le candidate, lui si tappava le orecchie. In finale due giovani, una donna e un uomo, ebbero gli stessi punti, ma la giuria si rifiutò di dare un premio ex aequo. All'uomo andò il primo». 

 

claire gibault 4

E lei? 

«Mi opposi, poi cedetti. Ma rientrai a Parigi afflitta. Da lì è nata l'idea di "La Maestra", che ha avuto un successo incredibile. Le vincitrici del 2020 hanno ottenuto ingaggi importanti». 

 

Le cose stanno cambiando? 

«Ormai sì, da almeno cinque anni. E in Francia, negli ultimi due, anche grazie a "La Maestra", si è passati dal 2,7% di donne alla guida di orchestre permanenti al 10,8%. È fantastico, ma non ci fermeremo qui». 

 

claire gibault 6

Lei che cosa ha dovuto subire in quanto donna? 

«Mi ricordo di musicisti che dicevano: non capiamo i suoi gesti. Mentre gli altri li comprendevano perfettamente... Ci sono orchestre che si sono rifiutate di essere dirette da donne. Mi sono trovata di fronte ad atteggiamenti aggressivi, come il violoncello solista che non seguiva, stonava o non entrava al momento giusto. E lo faceva apposta. Tutto questo accadeva pochi anni fa». 

 

claire gibault claudio abbado 2

Nel 1995 fu la prima donna a dirigere alla Scala. E a lungo è stata assistente di Claudio Abbado. Da questo punto di vista lui come era? 

«Un femminista, un precursore. Ricordava come la scrittrice Karen Blixen ci avesse messo quarant' anni per essere pubblicata con un nome femminile e non con pseudonimi maschili. Per le direttrici d'orchestra diceva che era solo una questione d'abitudine. Lo aiutai a creare l'Orchestra Mozart di Bologna, dove impose un'autorità condivisa, una gestione collegiale. Lui era amichevole con i musicisti, li ascoltava. Quando, nel 2011, ho dato vita alla Paris Mozart Orchestra, ho preso spunto da quell'esperienza». 

 

claire gibault 5

Ma lei ha inserito anche la parità uomo-donna. 

«Cerchiamo soprattutto di avere una parità al livello dei solisti. E ogni musicista deve firmare una carta contro tutte le forme di discriminazione». 

 

Nel suo libro racconta la propria vita. Tutto iniziò a Le Mans, la sua città natale 

«A quattro anni ero già allieva nella classe di mio padre, professore di solfeggio al Conservatorio». 

 

Ma lei era introversa, vero? 

«Era il linguaggio, quello delle parole, a essere bloccato. Altrimenti avevo tante relazioni, mi piacevano gli scambi. La musica era diventata la mia lingua, mi esprimevo con quella». 

 

claire gibault 10

Quando decise che sarebbe diventata direttrice d'orchestra?

 «Verso i 12 anni. Non parlavo molto, ma non avevo tabù, né freni. Ero già una leader. Volevo dirigere tutti. Quando partivamo in vacanza con la famiglia, pensavo io agli itinerari da fare e dove fermarsi». 

 

Ai quarant' anni si è avvicinata alla religione e si è convertita al cristianesimo ortodosso. Perché? 

«Nella nostra professione c'è un egocentrismo strutturale. È piena di pericoli: la notorietà, il potere, i soldi. Bisogna fare molta attenzione a non sprofondare giù, se si vuole una vita umana di una certa qualità. La religione ti permette un lavoro sull'umiltà e la fraternità».

claire gibault 12claire gibault 11claire gibault 8claire gibault 9claire gibault 7claire gibault claudio abbado 1

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…