RICCHI & STRONZI - CONDANNATA A UN ANNO DI CARCERE L’ARROGANTE FIGLIA DEL PRESIDENTE DELLA KOREAN AIR CHE A DICEMBRE AVEVA BLOCCATO UN VOLO PER IL SERVIZIO DELLE NOCCIOLINE

La Stampa.it

 

In Corea del Sud è stata condannata a un anno di carcere Cho Hyun-Ah, la figlia del presidente della Korean Air che a dicembre aveva bloccato un volo e fatto scendere il capo cabina dell’equipaggio per una presunta violazione della procedura per servire le noccioline in prima classe. L’accusa aveva chiesto tre anni per un caso che ha indignato l’opinione pubblica sudcoreana come una riprova dell’arroganza dei «chaebols», il sistema familistico che controlla i grandi gruppi. 

CHO HYUN CHO HYUN

 

La 40enne ex vicepresidente della Korean Air è stata giudicata colpevole di violazione delle norme sulla sicurezza della navigazione aerea per aver alterato il percorso dell’A380, che va considerato «in volo» dal momento in cui lascia il parcheggio, «comportandosi come se si trovasse su un suo jet privato». «Non è chiaro se il modo in cui furono servite le noccioline fosse così sbagliato», ha aggiunto il giudice, sottolineando come non abbia neppure mostrato un adeguato rimorso per la sua azione, anche se nessuna vita fu messa in pericolo. 

 

L’episodio risale al 5 dicembre: Heather Cho si trovava a bordo di un A380 pronto a decollare da New York per Seul quando ha ordinato al pilota di tornare al gate per far scendere il capo cabina del volo, ovvero il più alto in grado tra gli assistenti di bordo. Il motivo è che le erano state servite senza che le avesse richieste delle noccioline Macadamia, per di più in un sacchetto anziché in un piattino, violando le direttive della Korean Air per la prima classe. L’uomo sarebbe stato anche umiliato facendolo inginocchiare e battendogli sulla testa con un manuale sulle procedure. 

Statua di King Sejong in Corea del Sud Statua di King Sejong in Corea del Sud

 

Il presidente della compagnia, Cho Yang-Ho, si era scusato ammettendo di doversi assumere una parte di responsabilità per non aver educato la figlia in modo adeguato. Lei stessa, nel dimettersi da vicepresidente, aveva chiesto perdono «per lo sconcerto» causato dalle sue azioni e «con tutti quanti ne erano stati danneggiati», ma poi si era dichiarata innocente rispetto a gran parte delle accuse. 

 

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