
“SEMBRO PIÙ GIOVANE DI MIO FIGLIO, CARLO CALENDA? MA NO, LUI È GIOVANISSIMO. È PURE DIMAGRITO” – CRISTINA COMENCINI, REGISTA E MADRE DEL “CHURCHILL DEI PARIOLI”, SI RACCONTA: “RESTAI INCINTA DI CARLO A 17 ANNI. PENSAI DI ABORTIRE? CERTO, MA MI ERA GIÀ CAPITATO DI ABORTIRE UN FIGLIO DI QUEST’UOMO CHE AMAVO E CHE POI È DIVENTATO MIO MARITO. AVEVO SOFFERTO MOLTO. NON VOLEVO RIPETERE” – “LE DONNE NEL CINEMA? SONO DALLA LORO PARTE FINO ALLA MORTE. RAPPRESENTANO UNA NUOVA RICCHEZZA DI POSSIBILITÀ…”
Estratto dell’articolo di Francesca Angeleri per il “Corriere della Sera”
[…] Cristina Comencini, l’ultimo suo lavoro come regista è «Il treno dei bambini», tratto dall’omonimo romanzo di Viola Ardone. Il film, che si trova su Netflix, sta avendo un riconoscimento straordinario, quasi trenta milioni di «views».
Si aspettava un tale gradimento?
«Mi sembra incredibile, anche perché chissà quante persone ci sono davanti a uno schermo... Ho provato a dare una ragione».
E quale?
«Il tema del film e, prima, del libro, è cosa resta dopo la guerra. Le guerre non finiscono quando si smette di combattere, i disastri che fanno nelle relazioni affettive continuano nel tempo. Si perde il valore dei contatti umani, della maternità, della cura dei bambini. Lo testimonia la foto del bambino di Gaza con le braccia amputate che ha vinto il World Press Photo. Cosa raccontiamo ai piccoli?».
[…] È stata una delle prime e più famose, oggi sempre più donne e attrici stanno passando alla regia con successo. Cortellesi, Scarano in questi giorni, ma non solo. Stanno cambiando le cose?
«Sono dalla loro parte fino alla morte. Finalmente il cinema si è aperto alle storie delle donne, rappresenta una nuova ricchezza di possibilità. Paola, prima di essere una grande regista, è stata una grande attrice, perfezionista, intelligente, simpatica, profonda. Il suo film sul voto delle donne nel dopoguerra illumina un pezzo di Storia da sempre raccontata solo dai padri. In questo fiorire ci sono Greta e anche parecchie candidature ai David: c’è Valeria (Golino, ndr ), la Delpero con Vermiglio che è molto bello, c’è mia sorella».
Nel film di Francesca Comencini, che narra il rapporto con vostro padre Luigi durante il suo periodo di tossicodipendenza, lei non c’è. Si è sentita tagliata fuori?
«Noi quattro sorelle siamo una falange. Unite fin da piccole e lo siamo sempre state in tutte le cose della vita. Lei ci ha fatto leggere il copione. La scelta che ha fatto, di isolare la sua relazione con papà, un po’ come fece Bergman in Scene da un matrimonio , l’ho trovata originale e giusta. Altrimenti sarebbe stata la solita storia di un’adolescenza complicata. Le ho detto: “Vai tranquilla”».
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Si è sentita privilegiata?
«So di esserlo stata. Perché ho avuto quel padre e quella madre, e una formazione affettiva e culturale, e tanti libri. Siamo una generazione che ha lottato in varie forme per una giustizia sociale. Dovrebbe essere quello il lavoro della politica: azzerare le differenze di status e di ricchezza che oggi sono sempre più grandi».
È stata importante per lei la politica?
«Il mio unico, vero impegno politico è stato durante il femminismo. Laddove mi è stato chiaro che il pensiero delle donne — artistico, sociale, politico — era possibile se diventavamo un soggetto collettivo. È una concezione profonda che pervade la mia vita».
cristina comencini vincenzo amato giovanna mezzogiorno foto di bacco
[…] Giovanna Mezzogiorno, una delle sue attrici più brave, ha espresso sofferenza per come è stata trattata dal cinema. Cosa pensa?
«Dopo La bestia nel cuore è stata protagonista nel film precedente a Il treno dei bambini , Tornare . Era un momento complicato poiché lei si sentiva isolata. Giovanna è bravissima ed è stata una delle più belle attrici del cinema italiano. E ha fatto bene a dire che, per colpa di qualche chilo preso, hanno smesso di chiamarla. Finalmente, oggi, l’estetica inizia ad avere un’influenza diversa per le interpreti».
Ha avuto suo figlio Carlo Calenda a 18 anni. Ci sono fotografie in cui lei sembra quasi più giovane di lui.
Ride. «Ma no, lui è giovanissimo. È dimagrito ed è bellissimo».
Come ha fatto?
«Lo desiderava molto e ce l’ha messa tutta. Ha “smesso” di mangiare».
carlo calenda cristina comencini
Siete cresciuti insieme?
«Completamente. E subito dopo è nata Giulia. Poi è arrivato Luigi e poi è nato il figlio di Carlo. Ho passato la giovinezza con i bambini, ho cresciuto in pratica 4 figli. Me li portavo dappertutto, anche all’università a dare gli esami».
Diciassette anni, femminista: non pensò di abortire?
«Certo. Ma mi era già capitato di abortire un figlio di quest’uomo che amavo e che poi è diventato mio marito. Avevo sofferto molto. Non volevo ripetere».
Pensa che la legge sull’aborto sia in pericolo?
«Non la toccheranno. Sanno che un miliardo di persone scenderebbero in piazza».
Questa sua giovinezza «perduta», un po’ la rimpiange?
«È andata così. Ne sto scrivendo nel mio prossimo romanzo che uscirà per Feltrinelli in ottobre, si chiama L’epoca felice , e parlo dell’adolescenza, che è un momento fondamentale dell’esistenza, anche con quelle mattane... e poi però ti calmi, e ti costringi in ruoli che non sono tuoi, e perdi la tua identità. Ma la vita ti sorprende, e ti porta anche dove non vuoi. Avere i figli così presto mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto».
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latin lover di cristina comencini
CRISTINA COMENCINI
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