DAGOSPIA PRESENTA “APOCALYPSE MURDOCH” DI GLAUCO BENIGNI, 8° PUNTATA - L’ODIO DI TED TURNER, FONDATORE DELLA CNN, E LA SFIDA (MAI AVVENUTA) SUL RING - LO SQUALO DEVOTO E LE AMBIGUE ONOREFICENZE - PUR DI INGRAZIARSI IL GOVERNO CINESE, IMPEDISCE LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO DEL GOVERNATORE DI HONG KONG - PAROLA DI UN PREMIO PULITZER: “NESSUN PESCE CON UN MINIMO DI DIGNITÀ SI FAREBBE INCARTARE IN UNO DEI GIORNALI DI MURDOCH”…

Videoblog di Glauco Benigni
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Nel 1997 la Abc Tv News gli dedica un programma: «Murdoch è un barone dei media e sul suo impero non tramonta mai il sole», dice Andrew Neil, ex-giornalista del «Sunday Times», «ciò che lo distingue però è che lui si comporta come un Re Sole». «Nel bene e nel male», gli risponde Murdoch, «la mia impresa è un riflesso del mio pensiero, del mio carattere e dei mei valori». A loro si aggiunge, nella stessa occasione, il commento dell'anchorman Ted Koppel: «Murdoch è, per il mondo della comunicazione, ciò che Rockefeller è stato per il mondo del petrolio e del gas».

Tra i rivali di Murdoch, uno che gli ha sempre manifestato, con parole di fuoco, la sua ferma avversita', e' Ted Turner, il fondatore della CNN. In piu' occasioni Turner definisce Murdoch: " un personaggio viscido (slimy)" , "una persona molto pericolosa", uno che agisce "senza vergogna" e, piu' recentemente, "un guerrafondaio". Secondo alcune cronache (www.money.telegraph.co.uk) il primo scontro frontale tra i due si verifica nel 1983.

In quell'anno, durante la regata Sidney-Hobart, uno yacht sponsorizzato da Murdoch sperona l'imbarcazione capitanata da Ted Turner e l'affonda. Sembra che in quest'occasione, per dirimere la contesa, l'allora 45enne Turner sfidò l'allora 52enne Murdoch ad un incontro di boxe. Secondo altre fonti invece (Reuters/Variety 15.6.97), la sfida ad un incontro di boxe da tenersi a Las Vegas, da filmare e proporre come evento in pay per view, sarebbe stata lanciata da Turner nel 1997, durante un'udienza al Tribunale di New York, in cui era in ballo una disputa riguardante i diritti tv e reti via cavo. I due pero', nel 1997, sarebbero gia' un po' troppo anziani per boxare. In ogni caso Murdoch non ha mai raccolto il guanto.

Spesso di Murdoch si sono occupate eminenti Istituzioni e Organizzazioni internazionali, che gli hanno conferito premi e onorificenze. Nel 1997 la United Jewish Appeal Federation of New York (un gruppo che si autodefinisce «la maggiore organizzazione filantropica del mondo») si dilunga in elogi e riconoscimenti, e il 29 maggio in una sontuosa cena al Waldorf Astoria di New York, il suo amico Henry Kissinger gli consegna il Premio «Humanitarian of the Year». Murdoch nell'occasione si premura di affermare di avere sempre mantenuto «la fede sua e della News Corp. nell'integrità e nel valore del Sionismo».

Ancora più sorprendente, vista la fama di editore scandalistico che lo ha sempre accompagnato, è l'atteggiamento assunto dal Cardinale Roger Mahoney che l'11 gennaio del 1998 nomina Rupert e la sua cattolica moglie Anna «Cavaliere Comandante e Dama dell'Ordine di San Gregorio», come esempio «di influenza positiva sulla società e sulla cultura». In realtà l'onorificenza è dovuta al fatto che Murdoch ha da poco sottoscritto un accordo con un noto predicatore americano, Pat Robertson, che a ogni sua apparizione in Tv colleziona milioni di telespettatori.

L'occasione in cui Murdoch stimola veementi commenti sulla sua persona e sul suo operare, risale senza dubbio alla primavera 1998, quando impedisce la pubblicazione di un libro di memorie scritto dall'ultimo governatore di Hong Kong, Chris Patten, per ingraziarsi il Governo cinese (vedi capitolo su Asia Sat e Star Tv). Stavolta e' in ballo il principio di libertà di stampa e di pensiero e l'opinione pubblica si interroga sulla applicazione di tale principio da parte del Re dei media.

Si scatenano i commentatori: Murdoch ha cessato di essere un membro della nostra società aperta. (Peter Hennessey, storico della politica). Quelli come Murdoch devono essere controllati dal Governo. (Fay Weldon, romanziere). L'economia e gli affari sono le uniche forze che trainano il mondo secondo Murdoch [...]. Quando fa queste cose crede di essere nel giusto. (Ray Greenslade, commentatore media).

Sarebbe molto facile nascondersi e dire che io sono solo interessato ai profitti e alle perdite», fa sapere Murdoch, «ma io sono interessato al mondo delle idee, a quello che succede, al modo in cui si possono cambiare le cose.

Commenta Terry Boardman nel suo saggio Patten and Murdoch Quarrel:

"Sappiamo bene a quale tipo di idee e valori è interessato Murdoch: condivide con molti americani un profondo disprezzo per i valori della Vecchia Europa [...] Nel suo «Sunday Times» i valori che vengono difesi sono quelli del «sogno americano»: ricchezza e libertà materialiste, espresse della comunità anglofona, ricca e potente, all'interno della quale si è sempre mosso, sono per lui, decenti e universali. Sono i valori del futuro occidentalizzato che i suoi media diffondono nel mondo con una tale efficacia che pervadono tutto [...]".

Nel 1998 il suo amico Forbes, proprietario della rivista «Fortune», gli dedica un lunghissimo servizio teso a sostenere l'ingresso alla Borsa di New York del suo nuovo gioiello: il Fox Entertainment Group. Il candore dell'articolista, che peraltro rimane anonimo, è esemplare.

"Ecco chi è Rupert Murdoch: infrangere le regole, sfidare le convenzioni, intraprendere guerre con ogni mezzo necessario e, abitualmente, vincere. Per Murdoch il mondo degli affari è una giungla senza chiari confini e pericoli nascosti dietro ogni albero. Vuole diventare il Re Leone di questa giungla e la sua cruda fame di potere lo sostiene". Ma c'è dell'altro. «Murdoch ha la sconcertante abitudine di cambiare le regole di ogni partita in cui gioca.

In televisione, nello sport, sui giornali, in qualsiasi cosa faccia, attacca e si oppone alle tradizioni ignorando le critiche, e difende le sue scommesse così vigorosamente da scuotere l'establishment. Qualche volta sembrano follie. Più frequentemente che non, risultano vincenti. Non si ferma mai: qualsiasi posizione raggiunga se la rigioca immediatamente. [...] Non sembra preoccuparsi molto delle sue ricchezze. La notte del 1987 in cui i mercati finanziari crollarono era a cena con degli amici ai quali disse "Spero che qualcuno paghi il conto perché oggi ho perso 1 miliardo e 200 milioni di dollari".

Verità? Leggenda? Non sappiamo, anche questo fa parte del puzzle.
I gestori di un sito web, www.fortunecity.com, lo detestavano particolarmente. Nella schermata d'apertura era descritto come «egomaniaco e bugiardo. Ha trascorso la sua adolescenza scommettendo sulle corse dei cavalli», e all'interno del sito si citano diversi suoi biografi e detrattori.

Thomas Kiernan, autore di Citizen Murdoch (New York, 1986), afferma che «Murdoch ha costruito un'intera carriera infrangendo regole di condotta tra gentiluomini. [...] Nel 1972 sosteneva il candidato del Labour Party, Gough Whitlam, quale Primo Ministro in Australia. Dopo le elezioni Murdoch gli chiese di essere nominato ambasciatore a Londra. [...] Nel 1975, invece di continuare a sostenere Whitlam, offrì appoggio al conservatore Malcolm Fraser [...].

Niente appariva sul suo giornale, «The Australian», che non fosse in linea. [...] Fraser vinse e dopo le elezioni i giornalisti scesero in sciopero e bruciarono copie del giornale. Il problema non erano i soldi ma l'etica. [...] Più tardi Murdoch ottenne da Fraser una modifica alla legge che gli consentì di possedere televisioni».

«Considera il giornalismo come una branca dello show-business», scrive Alan Watkins, editorialista, «e crede che la gente compri un giornale non per essere istruita, né per sapere quello che succede nel mondo, ma per farsi due risate».

«Al New York Post», scrive Steve Dunleavy, «per rendere il giornale più conservatore, sostituì un quarto della redazione con i suoi reporter da foglio scandalistico». È questo il periodo in cui si conia una battuta sul suo conto che è circolata per anni, attribuita a un Premio Pulitzer: «Nessun pesce con un minimo di dignità si farebbe incartare in uno dei giornali di Murdoch».

Secondo Andrew Neil il «Times» venne comprato nel 1981 solo grazie a «relazioni politiche» e, secondo i redattori di www.fortunecity.com, nel 1985 l'acquisto della Fox in Usa si fece con l'appoggio della Federal Communications Commission (d'ora in poi Fcc) contro il volere del Congresso. Anche Ken Auletta sostiene questa tesi: «Murdoch e i suoi amici repubblicani che facevano le leggi premettero sulla Fcc in suo favore. Il Congresso addirittura minacciò di tagliare i fondi alla Fcc».

Murdoch sembra rispondere a tutto ciò che gli viene imputato nel sito «Time on line edition», che lo definisce «un libertario». «Che significa libertario? Il massimo della responsabilità individuale, la minima ingerenza dei Governi, le minime regole possibili. Non dico però che tutto ciò debba essere portato all'estremo». Meno male!

8/ Continua...

APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-ogni-settimana-due-miliardi-di-persone-leggono-38253.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-2-puntata-chi-ha-finanziato-lo-squalo-38304.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-3-puntata-il-clan-dei-murdoch-attraversa-38422.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-4-puntata-squalo-sul-lavoro-pesce-lesso-38486.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-7-puntata-il-pulcino-che-divenne-un-cane-terrier-laustralianism-di-rupert-38667.htm

 

 

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