UNA VITA SCAPRICCIATA - MARISA LAURITO SI RACCONTA IN UNA AUTOBIOGRAFIA ALLA VIGILIA DEI 70 ANNI - IL PROVINO CON DE FILIPPO (“PRESE IL COPIONE E COMINCIÒ A TOGLIERE LE PAROLE CON TROPPE "ERRE", PERCHÉ GIÀ ALLORA L'AVEVO MOSCIA”), LA CENA A CASA AGNELLI CON ARBORE CHE DISSE A LEI A DE CRESCENZO: "NON FACCIAMOCI RICONOSCERE". L'OMAGGIO A NAPOLI CHE “FA CREDERE IN DIO”… - VIDEO
Vittorio Sabadin per "la Stampa"
ENZO PORCELLI MARIO MAFFUCCI MARISA LAURITO RENZO ARBORE
Marisa Laurito è indubbiamente la donna più simpatica d'Italia. È anche buona e generosa, nessuno ne parla mai male, per strada la gente la ferma, vuole il selfie, le chiede l'autografo. Ha finalmente scritto un'autobiografia, Una vita scapricciata, edita da Rizzoli, nelle librerie da ieri. Scapricciare è un verbo che esiste davvero, vuol dire togliersi i capricci.
«Ma il libro - dice - è stata anche una seduta di psicanalisi, un modo per rivedere tutta la mia vita. È stato divertente». Nella prefazione, precisa di avere già avuto alcune vite in passato, ma che questa di Napoli è quella che preferisce.
«Napoli fa credere in Dio, è l'ultimo baluardo della civiltà, come diceva De Crescenzo, ti dà uno spaesamento sensoriale, come scriveva Sartre. Abbiamo imparato a godere delle piccole cose immediate, perché la nostra Montagna Sacra, il Vesuvio, potrebbe esplodere di nuovo da un momento all'altro. E amiamo il mare perché è da lì che fuggiremo, quando accadrà».
marisa laurito tra i vicoli di forcella 3
Il libro è pieno di storie straordinarie e di aneddoti divertenti su una carriera cominciata negli Anni 70, con un provino davanti al grande Eduardo De Filippo. «Era il giorno del mio ventunesimo compleanno, ero terrorizzata. Alla fine mi disse di seguirlo nel suo studio. Pensai: che gentile, non vuole dirmi che è andata male davanti a tutti. Invece prese il copione e cominciò a togliere le parole con troppe "erre", perché già allora l'avevo moscia. Mi chiedeva consigli: qui c'è serramenta, cambiamo con maniglia? Aveva la camicia rosa e il volto dello stesso colore: il cerone era penetrato nei pori della pelle, e non se ne andava più».
marisa laurito tra i vicoli di forcella 6
Molti capoversi sono dedicati all'invito a cena ricevuto a Torino da Gianni Agnelli, all'improvviso, dopo uno spettacolo. L'invitato principale era Renzo Arbore, e una limousine della Fiat venne a prenderlo. Marisa Laurito e Luciano De Crescenzo, in taxi, cercavano di non perdere di vista quell'auto che, sotto la pioggia, si inoltrava per la collina velocissima, forse alla guida c'era un pilota della Ferrari. L'Avvocato entrò nel salone circondato da quattro husky tutti bagnati che si accomodarono sui divani. Arbore era preoccupatissimo che i suoi amici sbagliassero qualcosa: «Non facciamoci riconoscere», aveva raccomandato.
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A metà cena, parca come sempre in casa Agnelli, un cameriere si era avvicinato a De Crescenzo: «L'autista del taxi chiede se deve attendere la fine del déjeuner». Incurante del galateo, il grande e rimpianto filosofo, il migliore amico della Laurito, fece un salto sulla sedia, si alzò di scatto e corse fuori, senza neppure prendere l'ombrello, a pagare la già esorbitante tariffa che segnava il tassametro, congedando l'autista.
Attrice di cinema e teatro, cantante e soubrette, come si dice di chi sa fare bene tante cose, Marisa ha subito nella sua carriera decine di molestie sessuali. Cosa pensa delle attrici che se ne ricordano vent' anni dopo? «Una volta sono stata portata come regalo di compleanno a un direttore di produzione, che voleva fare sesso lì, nel suo studio. Presi a borsettate tutti, compresa la segretaria che era intervenuta.
Sono cose che sono accadute sempre, che accadono ancora. Cose indegne. Ma ricordarsene vent' anni dopo non va bene. Bisogna trovare il coraggio di reagire subito, anche se non tutte le donne riescono purtroppo a farlo. Nel mondo dello spettacolo non c'è però solo questo: c'è anche il mobbing che colpisce i più deboli e di cui ci si occupa troppo poco».
Qual è il bilancio di una vita scapricciata? «Sono certa che ne vivrò un'altra, ma voglio che sia di nuovo a Napoli. Lo scapriccio è una filosofia di vita, che consiste nel fare, anzi, meglio dire nel tentare sempre di fare, quello che ti piace. E' il modo migliore di essere in pace con se stessi, e di continuare a restare giovani».
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