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L’INVIDIA NON PASSA MAI DI MODA - DALLA RIVALITA’ TRA ARMANI E VERSACE ALL’ODIO TRA YVES SAINT LAURENT E LAGERFELD: VELENI&BUGIE NEL MONDO DORATO - IN UN CERTO PERIODO, SENTENDO INCREDULI UN SOMMO STILISTA PARLAR BENE DI DUE SUOI COLLEGHI, SE NE CAPÌ BEN PRESTO L’INEFFABILE RAGIONE: UNO ERA APPENA FALLITO, L’ALTRO IN PUNTO DI MORTE
Quirino Conti per “la Repubblica”
In un bell’articolo apparso sulle pagine del nostro giornale, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, commentando uno studio di Sebastian Smee, affrontava lo spigoloso tema dell’invidia e delle rivalità tra i massimi artisti di ogni tempo. Una meschinità da far orrore: eppure, ragione e causa di capolavori immensi con straordinarie conseguenze estetiche.
Lo stesso per lo Stile: e a vederli ora, i nostri creatori, plaudirsi commossi l’un l’altro c’è da restare allibiti; per il veleno stillato in privato dalle loro labbra, ciascuno nemico di tutti. Basti ricordare l’odio reciproco tra Chanel e Schiaparelli; e tra YSL e Lagerfeld, a proposito di Moda, certo, ma pure per un estenuato libertino concupito da entrambi. E il livore che segnò la rivalità tra Armani e Versace: incomprensibili l’uno per l’altro. E poi la perfidia che accompagnò l’esordio di Ferré da Dior.
E ora le manciate di malignità gettate sul successo di Prada e su quello di Michele/Gucci. Ma non meno irritanti furono l’esordio di Gigli e il cosmopolitismo di Valentino. Tanto che in un certo periodo, sentendo increduli un sommo stilista parlar bene di due suoi colleghi, se ne capì ben presto l’ineffabile ragione: uno era appena fallito, l’altro in punto di morte. Lo Stile se ne avvantaggiò? Di certo non la virtù.
Gianni Versace, Valentino Garavani, Giorgio Armani e Gianfranco Ferrè. 5