a.n.g.e.l.o. lugo caroli

VENI, VIDI, VINTAGE – DALLE CAMICIE DA BOWLING DI LIGABUE AL VESTITO DI LAURA PAUSINI PER IL VIDEO DI “NON SONO LEI”, PARLA ANGELO CAROLI, RE DEL VINTAGE E TITOLARE DEL PIÙ GRANDE NEGOZIO DI ABITI D'EPOCA ITALIANO, A.N.G.E.L.O. A LUGO, IN PROVINCIA DI RAVENNA: “HO INIZIATO QUANDO IL SETTORE SI CHIAMAVA SECOND HAND O, PIÙ, PROSAICAMENTE, ABITI USATI. POI ANDAI IN RADIO. E…” – L’AFFARE:” PUNTEREI SU BORSE LOUIS VUITTON E DIOR”. – IL CONSIGLIO: “NON VI FATE INGANNARE DAGLI ABITI IN PLASTICA” - VIDEO

 

Anna Franco per “il Messaggero”

 

a.n.g.e.l.o. lugo

La piccola cittadina di Lugo (Ra) è nelle guide turistiche straniere e segnalata anche dal New York Times. Per un luogo: A.N.G.E.L.O. Vintage Palace, tre piani per lo shopping di abiti e accessori d'annata con tanto di sezione dedicata alle griffe che urlano lusso da ogni cucitura. Come dependance, poco distante, un palazzetto di 1000 metri quadri accoglie 150mila tra vestiti e accessori dalla fine dell'Ottocento e l'inizio del Duemila. Qui, a differenza del Palace, si può guardare, prendere, ma sempre restituire, perché il proprietario e ideatore, Angelo Caroli, 59 anni, è geloso dei suoi tesori.

 

a.n.g.e.l.o. lugo

«La stessa Laura Pausini passò tutto un pomeriggio a cercare un abito per il suo video Non Sono Lei - racconta - era un vestito anni Sessanta a trapezio con motivo a contrasto. Lo portò a Los Angeles, ma poi è tornato qui». Dove hanno fatto le loro scelte per servizi fotografici anche Helmut Newton, Paolo Roversi, Bruce Weber e da dove piccoli guardaroba sono volati sui set di Romanzo Criminale, La Solitudine dei Numeri Primi o La Prima Cosa Bella.

 

Chi è tra gli affezionati?

angelo caroli

«Ligabue veniva spesso. Comprava soprattutto camicie da bowling, giacche sportive anni Settanta e jeans della Lee. Era capace di cercare intere giornate e lo facevo stare in magazzino per evitare che ogni persona lo interrompesse anche solo per chiedergli un autografo. Poi, però, non è riuscito nemmeno a entrare in negozio senza essere fermato da qualche fan. Lo stesso è successo con Roberto Benigni. Era venuto con la moglie, che era in cerca di un vestito, ma hanno dovuto desistere: una volta riconosciuti non c'è stato più scampo».

 

Lei è stato anche su un set cinematografico.

«Sì, sono stato costumista per Jack Frusciante è uscito dal gruppo, il primo film con Stefano Accorsi e Violante Placido. Tutti gli abiti provenivano dal mio archivio. La regista Enza Negroni era molto attenta e perfezionista e nei primi montaggi si lamentò un po' di tutto. Si complimentò solo per i costumi, che trovò belli e adatti. Per fortuna. Un po' di ansia l'avevo».

 

Come è nato questo suo amore per il vintage?

a.n.g.e.l.o. lugo

«Quando ancora non si chiamava così, ma second hand o, più, prosaicamente, abiti usati. Ero appassionato di moda e nel 1978 se volevi apparire non aprivi un blog, ma facevi interventi nelle radio libere. Un mio amico deejay mi propose per pillole di stile e andò bene. Intanto, andavo a scuola, ma avevo una vita parallela: compravo abiti usati americani, soprattutto camicie botton down e tanto jeans e li vendevo ai miei amici a 1500 lire l'uno comprandoli a un terzo».

 

jack frusciante

Mercato e guadagno c'erano, ma come è diventata la sua professione?

«Un ascoltatore della radio mi notò. Aveva un banco dove vendeva tessile usato, ma voleva attrarre un pubblico più giovane e mi prese come consulente. Andavamo spesso a Prato, dove c'è tuttora un grande mercato di seconda mano. Inoltre, usavo il magazzino del mio socio per continuare il commercio con gli amici. Lavavo ogni capo, così che potesse essere subito indossato e le madri protestavano un po' di meno davanti agli acquisti dei figli».

 

E qualcosa per sé lo teneva?

ligabue

«Certo. Nel vintage funziona anche così. Ci sono cose che non ti vanno bene o che non indosseresti mai, ma ti piacciono. Il mio primo bottino è stato un abito in chiffon degli anni Venti, con ricami di perline in vetro sostenuti da un filo di rame. Lo ho ancora ed è una pietra miliare del mio archivio».

 

Non le dispiace separarsi da parte del suo tesoro?

«Sono un accumulatore e un conservatore e il mio archivio lo dimostra, ma devo pur sforzarmi di fare un po' di economia».

C'è qualcosa su cui non è riuscito a mettere le mani?

«A metà degli anni Ottanta non riuscii a comprare un paio di jeans del 1918 a un'asta. Me li soffiò sotto il naso un giapponese. Ero disposto a offrire 7mila dollari. Lui li prese per 7005. Me li ricordo ancora».

 

LAURA PAUSINI A SANREMO 2020

Dove e come acquista il vintage?

«I prodotti casual anni Novanta destinati a un pubblico più giovane li compro a Prato o a Napoli. Le cose più importanti arrivano da guardaroba di persone che hanno comperato e conservato tanto. Vendono in blocco perché hanno voglia di liberarsi di tutto ciò che non usano più».

 

Il guardaroba che le è rimasto impresso?

«Signora settantenne con casa a tre piani, uno dedicato solo agli abiti, che erano divisi per stanze a seconda del brand. Aveva tutto in tre taglie, di modo che potesse indossare ogni cosa sia dimagrendo che ingrassando. Ci sono voluti quattro furgoni per portare via tutto».

 

a.n.g.e.l.o. lugo

I prezzi?

«Se ci sono 10 capi o accessori Chanel si va subito a una valutazione di 15mila euro. Con Hermès si sale come niente a 50mila».

Cosa dovremmo tenere a casa per ritrovarci un affare tra le mani?

«Punterei su borse Louis Vuitton e Dior».

Cosa evitare?

«Non vi fate ingannare dagli abiti in plastica, tipo Courrèges per intenderci. Se sono rovinati tempo due anni e diventano polvere».

a.n.g.e.l.o. lugo

 

roberto benigni nicoletta braschi foto di bacco (3)

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...