COME NASCE UN CALIFFATO – DAI FUTURI LEADER, RINCHIUSI INSIEME NELLE PRIGIONI AMERICANE IN IRAQ, ALLE MANI SU BANCHE E POZZI DI PETROLIO – ECCO COM’È NATA E PROSPERATA L’ISIS IN UN DOCUMENTARIO DI “PETROLIO”, STASERA SU RAI1 (VIDEO-ANTEPRIMA)
VIDEO-ANTEPRIMA DELLA PUNTATA DI "PETROLIO" SULL'ISIS, LA SUA GENESI E LE SUE RICCHEZZE
1.LO SPECIALE SU RAI UNO: COSI’ È NATO IL CALIFFATO
R. E. per il “Corriere della Sera”
Una storia per immagini. Per capire la genesi di un fenomeno che sta cambiando il volto del Medio Oriente. Stasera su Rai1, la trasmissione di Duilio Giammaria «Petrolio» racconta la genesi dell’«Impero del male». Parliamo naturalmente dell’Isis, la fucina del nuovo terrore che, tuttavia, ha avuto la sua incubatrice nei campi di prigionia americani in Iraq. «In particolare — spiega Giammaria, un «veterano» del Medio Oriente — 17 dei 25 principali leader del Califfato sono stati detenuti a Camp Bucca, prigione dove gli americani hanno rinchiuso gli ex gerarchi di Saddam e i nuovi jihadisti».
Al Baghdadi si «forma» proprio all’interno dei reticolati in filo spinato dove il vecchio e il nuovo Iraq si ritrovano: il percorso diventa un classico del jihadismo. Prima la simpatia per le teorie dei Fratelli musulmani, poi l’adesione ad Al Qaeda, infine il salto verso metodi e fini che superano in brutalità e cinismo qualunque rivolta dell’area.
iraq isis prende la raffineria di petrolio di baiji
«La nostra inchiesta — dice ancora Duilio Giammaria — cerca di far luce su eventi che si inseriscono in una st
oria recente molto complicata, quasi inintelligibile. Eppure, a spiegarla passo dopo passo, ogni aspetto assume contorni e significati precisi».
Come la ferocia dei militanti dell’Isis: «All’inizio poche decine di guerriglieri si inseriscono nella rivolta della “società civile“ siriana contro Assad. Basta poco e i loro metodi impietosi conquistano l’arena». Non c’è più posto per nessuno, sono i jihadisti taglia teste a condurre i giochi in Siria: «È la paura a cambiare tutto».
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Nella puntata di «Petrolio» di stasera, con inizio alle 23 e 40, vengono inoltre esaminati, grazie a fonti inedite, anche i canali di finanziamento del Califfato, mentre un servizio racconta come l’Italia affronta la nuova minaccia, mentre la Libia lancia l’allarme: aiutateci o diventeremo come la Somalia.
2. I POZZI SONO IL BANCOMAT DELLA GUERRA SANTA
NASCITA ED EVOLUZIONE DELL’IMPERO DEL MALE
PETROLIO RAI1 – IN ONDA STASERA ALLE 23.45
Da www.rai.tv
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Questa settimana Petrolio propone in esclusiva un documentario in collaborazione con Arte, la rete televisiva franco-tedesca, sulla nascita e l'evoluzione del Califfato, l'impero del Male terrorista. Dalla presa di Mosul da parte dei jihadisti, alla battaglia per Tikrit. Il programma di Duilio Giammaria ha intervistato il ministro libico del petrolio, che accusa l'Italia di avere abbandonato il suo paese dopo la fine di Gheddafi.
Dalla culla dei miliziani a Raqqah, in Siria, allo Stato jihadista in Iraq, Petrolio segue passo dopo passo l'evoluzione del fenomeno Isis e degli uomini del Califfo che fanno razzia di oro e d'argento per coniare la loro moneta e darsi una struttura economica. Chi finanzia l'impero del Male in Europa e fuori? L’organizzazione è riuscita a sviluppare una “economia di guerra”, e non ha più bisogno di ricorrere a finanziatori esterni. L’82 per cento del “bilancio” del Daesh è coperto interamente da fonti proprie, a loro diretta disposizione. Ci troviamo di fronte a un modello completamente diverso, una organizzazione con piena autonomia economica.
Il petrolio, con il suo giro d’affari di centinaia di milioni di dollari, muove una guerra parallela. Secondo le stime più attendibili, i jihadisti controllano più di 20 giacimenti, pari a circa il 10% della produzione irachena e il 60% di quella siriana. Si ritiene che fruttino loro dai 500.000 al milione di euro al giorno.
Il traffico di oro nero è gestito prevalentemente da contrabbandieri iracheni e curdi, e affluisce in Turchia su autobotti o semplici camion, confondendosi col flusso delle altre merci. La rete del contrabbando è integrata nel sistema economico del Daesh. Insieme fanno arrivare il petrolio in Turchia e da altre parti. Anche nel pieno della guerra il flusso di autobotti non si è mai fermato, perché le autorità turche hanno tutto l’interesse a non contrastarlo.
Oggi il greggio iracheno che arriva clandestinamente in Turchia proviene da pozzi controllati dallo Stato Islamico. E non c’è solo petrolio…Questo flusso di denaro può finanziare la guerra per molti anni. Oggi, almeno il 15% del PIL iracheno è controllato dal Daesh. Una fetta importante dell’economia di un grande paese arabo è quindi nelle mani di un organizzazione terrorista, stimata in circa 35 miliardi di euro, pari all’intero bilancio militare di uno stato come la Francia.
Al-Qaeda e bin Laden non hanno mai avuto nelle mani un simile potere. Al-Baghdadi e i suoi uomini sono seduti su una montagna d’oro. Fin dall’ inizio, i leader del Daesh si sono comportati da abili manager, diversificando le fonti di finanziamento e mettendo sul mercato le loro risorse a prezzi concorrenziali. L’obiettivo del Califfato è presentarsi agli occhi dei sunniti come un’alternativa credibile ai governi corrotti della regione e guidarli verso una nuova età dell’oro.
Come tutte le banche, anche quella di Mosul aveva depositi in denaro liquido, ed è stato tutto razziato dal Daesh. Si dice che il bottino ammontasse a 450 milioni di dollari. Forse è una cifra azzardata, ma se fosse vero? Sarebbe un grosso problema. Con un simile afflusso di denaro, possono farci letteralmente a pezzi. Un altro obiettivo chiave per i jihadisti è la sede della banca centrale, che custodisce circa 200 chili d’oro. A Mosul i jihadisti mettono in atto i loro piani di rapina e dominio, riservando una grande attenzione al sistema bancario. Si calcola che Daesh controlli 24 tra istituti e filiali, in Iraq e in Siria, e tutte queste banche sono ancora in piena attività ed effettuano transazioni internazionali.
Da dove nasce Daesh e cosa diventerà? Isis è un vero e proprio esercito che ha una comunicazione simile a quella cinematografica e fa proselitismo in tutto il mondo. Come fermarli? E qual è il ruolo dell’Italia nella lotta al terrore globale?.