IL DIVANO DEI GIUSTI/2 - E IN CHIARO CHE VEDIAMO STASERA? DIREI UN CAPOLAVORO COME “I TRE MOSCHETTIERI” GIRATO IN UN TECHNICOLOR MERAVIGLIOSO DEL 1948. LEGGO CHE ERA IL NON-MUSICAL FAVORITO DI GENE KELLY - PIUTTOSTO DIVERTENTE E ALQUANTO BIZZARRO COME COSTRUZIONE PRODUTTIVA È “MOLLO TUTTO E APRO UN CHIRINGUITO”, PRIMO FILM DEL COLLETTIVO MILANESE IL MILANESE IMBRUTTITO - AVETE ANCHE L’ULTIMO FILM DI CHECCO ZALONE, “TOLO TOLO” E LO STREPITOSO MUSICAL “SARANNO FAMOSI”… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera in chiaro? Direi un capolavoro come “I tre moschettieri” della MGM diretto da George Sidney, costruito come un balletto, girato in un Technicolor meraviglioso del 1948, con Gene Kelly come D'Artagnan, Lana Turner come Lady De Winter, June Allyson come Constance, Van Heflin come Athos, Vincent Price come Richelieu, Robert Coote come Aramis, Gig Young come Porthos, Angela Lansbury come Queen Anne, Rai Scuola alle 21.
Leggo che era il non-musical favorito di Gene Kelly. Fu il campione belga Jean Heremans a insegnargli come si usa il fioretto. Un primo cast vedeva Robert Taylor, Ricardo Montalban e Sydney Greenstreet. Hollywood Reporter scrive che George Sidney girò lui stesso in 16 mm una versione del film con lo stesso cast. Versione mai ritrovata. Anche se preferisco “Scaramouche”, sempre di George Sidney con Stewart Granger protagonista, anche questo è pura Hollywood.
mollo tutto e apro un chiringuito 2
Piuttosto divertente e alquanto bizzarro come costruzione produttiva è “Mollo tutto e apro un chiringuito”, primo film del collettivo milanese, nato su Facebook, Il milanese imbruttito, formato da Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella, Davide Rossi con Germano Lanzoni, Claudio Bisio, Valerio Airò, Laura Locatelli, Leonardo Uslengo, Cine 34 alle 21, 05. Un sub-Dogui moderno.
Rai Movie alle 21, 10 propone la terza avventura di Sissi, cioè “Sissi, Destino di un’imperatrice” di Ernst Marischka con Romy Schneider, Karlheinz Böhm, Magda Schneider, Josef Meinrad, Gustav Knuth. Su Iris alle 21, 15 non è ormai meno antico “ l’action “Danni collaterali”, revenge movie con pompiere diretto da Andrew Davis con Arnold Schwarzenegger, Francesca Neri, Elias Koteas, John Leguizamo, John Turturro, Tyler Posey.
Le scene e il personaggio di Sofia Vergara che dirotta un aereo vennero tagliate al montaggio perché dopo l’11 settembre potevano urtare qualche suscettibilità. E’ il primo film di Schwarzenegger che andò male al botteghino e non si ripagò i suoi costi. Rai Due alle 21, 20 passa l’action “La furia di un uomo - Wrath of Man” di Guy Ritchie con Jason Statham, Holt McCallany, Jeffrey Donovan, Josh Hartnett, Andy Garcia.
Canale 5 alle 21, 20 propone l’ultimo film di Checco Zalone, “Tolo Tolo”, diretto da Checco Zalone con Souleymane Sylla, Manda Touré, Nassor Said Birya, Alexis Michalik. Vediamo cosa ne scrissi quando uscì… Finché siamo in Puglia, anzi nelle Murge, in quel di Spinazzola, neanche 7000 abitanti, è tutto facile. Lo sappiamo. Lì Checco è re. Si permette anche il lusso di riesumare Nicola Di Bari come zio nostalgico del Duce, da unire a una mamma, due ex-mogli, un avvocato e una valanga di parenti vari.
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C’è pure un personaggetto minore, tal Gramegna interpretato da Gianni D’Addario che da galoppino locale alla Di Maio diventerà, in breve, assessore, sindaco, prefetto, ministro degli esteri, presidente del consiglio alla Conte. Una delle invenzioni migliori del film, E’ l’Italia che conosciamo e che nessuno sa descrivere bene come Checco. Le cose si complicano quando l’azione si sposta in Africa, in Kenya, dove è finito il protagonista in fuga dai creditori e ex-mogli e il film parte davvero a ritmo della magistrale “Vagabondo” di Nicola Di Bari. Anche perché questo Tolo Tolo è particolarmente ambizioso.
Affronta temi importanti e vere tragedie umane come il viaggio della speranza dei migranti, i barconi, i porti chiusi con le armi della commedia all’italiana, pensiamo tutti ovviamente a Riusciranno i nostri eroi… di Ettore Scola con Alberto Sordi e Bernard Blier, e magari anche del cinema comico, come Due bianchi nell’Africa Nera di Bruno Corbucci con Franco e Ciccio, sgangherata e immediata parodia del film di Scola. E non sempre commedia e cinema comico bastano per trattare temi così grandi.
Si rischia, inoltre, di non essere capiti, di provocare ambiguità, polveroni, inutili dibattitti in tv. Si è già visto lo stato delle cose rispetto al video “Immigrato” lanciato come teaser del film che provocò discussioni infinite anche nelle migliori famiglie. Esattamente come nel film di Scola, cinepanettone del lontano 1968, quel che interessa di più a Zalone è la parte più nostra, cioè il viaggio in Africa come metafora del viaggio dentro alla testa confusa dell’italiano medio. Con tanto di recupero del suo mai sopito fascismo, che, come spiega bene Checco, “è come la candida, con lo stress e col caldo esce fuori…”.
Così, ogni tanto, durante il viaggio di ritorno dal Kenya verso l’Italia del piccolo imprenditore pugliese dato per disperso in Africa anche dal tg di Enrico Mentana e da “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, a Zalone torna su la malattia. “Hai avuto un attacco di fascismo”, gli spiega un vecchio stregone di fronte a un Checco Zalone che si sente dentre la voce del Duce ai tempi dell’Impero. “Sai come si cura?”, gli chiede lo stregone. “Con Gentalyn?” risponde Checco. “No con l’amore”.
Ecco. Già trattare il fascismo come una malattia, anzi come la Candida, è una trovata divertente che ci fa capire da che parte stanno i due sceneggiatori. Anche la perdita di identità di Checco, che si sente “uno di loro”, uno dei tanti migranti in mezzo al deserto, che si innamora della bella Idjaba di Manda Touré e sogna un’Italia diversa, con la nazionale tutta nera mentre ascoltiamo Mino Reitano cantare “Italia Italia… Di terra bella e uguale non ce n’è!” è una trovata coraggiosa e notevole.
E le scelte delle canzoni italiane d’epoca, devo dire, è quasi sempre magistrale, da “La lontananza” di Domenico Modugno a “L’arca di Noé” di Sergio Endrigo, che sentiamo quando parte il barcone verso l’Italia (“Partirà… la nave partirà…”), al “Viva l’Italia” di Francesco De Gregorio, forse un po’ ovvio. Insomma. Quando gioca sulle manie e sui gusti dell’italiano di provincia, quando il viaggio è dentro di sé, Checco è imbattile, come lo erano Alberto Sordi e Nino Manfredi ai tempi della commedia all’italiana.
Magari le cose cambiano e qualcosa non funziona sempre quando ci si sposta dalla commedia a temi e situazioni più drammatiche. Anche perché non sono più i tempi di Scola e dell’Africa lontana del ’68, ma di qualcosa che abbiamo di fronte agli occhi tutti i giorni in tv e sui giornali, anche se non lo vogliamo vedere. La scelta di Zalone è sempre quella di rendere il tutto meno drammatico e realistico di come dovrebbe essere. Quindi non ci sono né morti in mare né sangue né situazioni poco spiegabili ai bambini in sala.
La bella Idjaba si prostituisce o no? Qualcuno muore con l’arrivo della grande onda? E’ tutto confuso. E certe battute, “è arrivato il cambiamento”, “ho parlato con i miei omologi”, “sto rimpiangendo la pizzica”, “Qui hanno fatto Il tè nel deserto… - E lo fanno ancora? – Bertolucci… - Qualsiasi marca va bene”, che allora mi sembravano riuscite, le abbiamo scordate.
Alla fine non è il miglior film di Checco, anche perché non ha come socio dell’operazione Gennaro Nunziante, regista e cosceneggiatore di tutti i film precedenti. Con Gennaro qualche grossolanità magari sarebbe stata evitata, penso a la canzoncina “la gnocca salva l’Africa”, o al cartone animato finale non di buon gusto. Ma credo che solo il tempo ci possa dare uno sguardo non viziato su un film anche coraggioso sul nostro presente.
Su Canale 27 alle 21, 20 passa invece lo strepitoso musical “Saranno famosi” o “Fame” di Alan Parker con Irene Cara, Lee Curreri, Eddie Barth, Laura Dean, Paul McCrane. Sembra interessante anche il thriller australiano “Backtrack” di Michael Petroni con Adrien Brody, Sam Neill, Robin McLeavy, Bruce Spence, Anna Lise Phillips, Jenni Baird, dove un o psicologo scopre che i suoi pazienti sono in realtà tutti morti in un brutto incidente vent’anni prima. Decide così di fare chiarezza. Su Warner tv alle 21, 30 avete un grande film sul rugby, “Ogni maledetta domenica” di Oliver Stone con Al Pacino, Jamie Foxx, Cameron Diaz, Dennis Quaid, James Woods.
Passiamo alla seconda serata con il successone “2 Fast 2 Furious” diretto da John Singleton con Paul Walker, Tyrese Gibson, Eva Mendes, Cole Hauser, Ludacris, Michael Ealy, Devon Aoki, Canale 20 alle 23, 30. Su Iris alle 23, 30 torna “L’assassino di pietra” di Michael Winner con Charles Bronson, Martin Balsam, David Sheiner, Norman Fell, Jack Colvin, Paul Koslo. Fra tante repliche vi segnalo l’ottimo “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore con Sergio Castellitto che fa provini per il cinema in una Sicilia rurale anni ’50. Gli attori siciliano sono favolosi, Tiziana Lodato, Toni Sperandeo, Franco Scaldati, Gigi Burruano.
l’ultima parola la vera storia di dalton trumbo
Rai Movie all’1, 15 propone un divertente eurospy di Michel Hazanavicous, “OSS 117. Al servizio della Repubblica, Missione Cairo”, con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, François Damiens, Youssef Hamid, Aure Atika. Su Iris all’1. 30 avete il biopic sul Dalton Trumbo, celebre sceneggiatore americano massacrato dal maccartismo, “L’ultima parola: La vera storia di Dalton Trumbo” diretto da Jay Roach con Bryan Cranston, Elle Fanning, Dean O'Gorman, John Goodman, Helen Mirren, Diane Lane, Michael Stuhlbarg come Edward G. Robinson. Il Trumbo di Cranston è piuttosto riuscito, bravissima anche Diane Lane come sua moglie.
Cine 34 alle 2, 50 passa un erotichello ripulito delle parti più piccanti, “Carnalità morbosa” diretto da Mario Siciliano con Marina Hedman Frajese, Sonia Bennett, Adriano Bonfanti, Enzo Andronico, Bruno Romagnoli. Rai Movie alle 3 spara “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Maria Roveran, Marta Gastini, Caterina Le Caselle, Laura Adriani, che forse ho pure visto…
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Ottimo su Cine 34 alle 4, 10 “Due mafiosi contro Goldginger” di Giorgio Simonelli con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Fernando Rey come Goldginger, Dakar come il forzuto Molok Gloria Paul, Andrea Bosic, Luis Peña, Nino Terzo e Lino Banfi. Compare anche George Hilton, che si fa chiamare George Hamilton, come agente 007. “Era un piccolissima parte”, ricorda Hilton. “Mi hanno pagato abbastanza bene. Dovevo fare un agente segreto, lo Sean Connery della situazione”. Viene pure eliminato, ma dopo uno scambio di battute con Franco (“Sono 007. Licenza di uccidere”. “Piacere, Franco Pecora… licenza elementare”).
Al posto di Shirley Eaton ritroveremo Franco dipinto d’oro come Shirley Eaton in una scena con Rosalba Neri. Niente di particolarmente intelligente, ma molto divertente, accurato, con belle musiche di Umiliani, buone battute, una certa cura produttiva da parte di Edmondo Amati. Il film fece un incasso spaventoso, oltre un miliardo, arrivando all’ottavo posto tra i maggiori incassi italiani della stagione 1965-66, e fu l’unico dei Franco e Ciccio movies a entrare in una classifica dominata dagli spaghetti western e da Sette uomini d’oro, che fece poco più di un miliardo.
Secondo Maurizio Amati, però, con gli incassi globali, i miliardi diventarono addirittura tre. “All’epoca si usciva ovunque, in Grecia, in Sudafrica. E c’erano ancora gli immigrati italiani, l’Italia Film a Toronto comprava i diritti e lì facevano molte proiezioni. C’era Fernando Rey che faceva il cattivo, in Spagna era già una star, ma all’estero non era noto. Il film in sé non costava molto, costavano Franco e Ciccio, credo sui cento milioni l’uno. Simonelli, invece, era in esclusiva”. Chiudiamola qua.
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