IL DIVANO DEI GIUSTI – CHE VEDIAMO STASERA? SU CINE34 TORNA “I POMPIERI”, MINISAGA DI NERI PARENTI CON PAOLO VILLAGGIO, LINO BANFI, RICKY TOGNAZZI E ADDIRITTURA MOANA POZZI – TV2000 PASSA L’ESOTICO-CATASTROFICO “IL DIAVOLO ALLE QUATTRO”, CHE FACE PAURISSIMA - PASSA ANCHE UN CLASSICO DELLE NOTTI ESTIVE STRACULT, “PIERINO CONTRO TUTTI”. IL PRIMO E ORIGINALE PIERINO. IL MEGLIO DI SEMPRE, CHE DETTE GLORIA ETERNA AD ALVARO VITALI, CON LA SEXBOMB MICHELA MITI COME SUPPLENTE BBONA… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
christian de sica, ricky tognazzi e moana pozzi in i pompieri
Che vediamo stasera? Su Cine 34 alle 21, bella novità, tornano “I pompieri”, minisaga di Neri Parenti con Paolo Villaggio, Lino Banfi, Ricky Tognazzi, Gigi Sammarchi, Andrea Roncato. E addirittura Moana Pozzi. Faceva ridere? Direi di sì. E la presenza di Moana non guastava. L’abbiamo visto un po’ troppo, però.
Più raro il fantascientifico “Repo Men” di Miguel Sapochnik con Liev Schreiber, Jude Law, Forest Whitaker, Alice Braga, Liza Lapira, Carice van Houten, Canale 20 alle 21, 05, dove i “recuperatori”, come da titolo, sono dei tipi che vanno per le spicce che recuperano gli organi non pagati dalla gente. Glieli estirpano proprio. Critiche modestissime, ma il regista, Miguel Sapochcnik è uno bravo, che ha diretto decine di puntate di “Game of Thrones”.
Canale 27 alle 21, 10 passa la commedia “Due padri di troppo” di Ivan Reitman con Robin Williams, Billy Crystal, Nastassja Kinski, Charlie Hofheimer, remake del francese "Les compères" di Francis Veber, con due uomini, un avvocato di Los Angeles, e un aspirante scrittore di San Francisco che si contendono un ragazzo che pensano che sia lor figlio.
Rai Storia alle 21, 10 ci ricorda la tragica spedizione Nobile con “La tenda rossa”, filmone italo-russo diretto da Michail K. Kalatozov con Peter Finch, Claudia Cardinale, Sean Connery, Hardy Krüger, Nikita Michalkov, Luigi Vannucchi, Mario Adorf, Massimo Girotti. Basato sul romanzo di Yuri Nagibin, adattato da Yuri Nagibin e Mikhail Kalatozov, su volere del produttore, Franco Cristaldi, marito della Cardinale, venne riscritto per allungare il suo ruolo, che era inesistente o quasi nel libro.
I russi si eclissarono e venne chiamato il nostro Ennio De Concini a risolvere la situazione, che a sua volta girò l’offerta a Giovanna Gagliardo. Che scrisse segretamente, come Robert Bolt che dette una mano senza firmare la sceneggiatura. Il film è interessante ma confuso. La lavorazione in Estonia, Mar Baltico, oltre che negli studi di Mosca e Roma, durò ben 62 settimane. Un boato. Coproduzione italo-russo, ebbe varie versioni. In quella russa le musiche sono di Aleksandr Zatsepin, in quella italiana di Ennio Morricone. Fu l’ultimo film di Kalatozov. Ricordo che non finiva mai.
julia robert lilly collins biancaneve
Su Rai Movie alle 21, 10 il “Biancaneve” di Tarsem Singh con Julia Roberts come Malefica, Lily Collins come BIancaneve, Armie Hammer, Nathan Lane, Mare Winningham, Michael Lerner, poco amato dalla critica, ma divertente. Non ho mai visto, e mi spiace proprio, questa versione di “An Affair to Remember” con Warren Beatty e Annette Bening, “Love Affair” diretta da Glenn Gordon Caron con un cast assolutamente strepitoso, Katharine Hepburn, Garry Shandling, Pierce Brosnan, Brenda Vaccaro, Pierce Brosnan. Critiche terribili: “Un affair da scordare” scrive Jonathan Rosenbaum.
Iris alle 21, 10 passa “L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz” di Marc Rocco con Christian Slater, Kevin Bacon, Gary Oldman, Brad Dourif, costruito sul processo a un evaso da Alcatraz che era stato ripreso e ha ucciso l’infame che lo aveva tradito. Critiche tiepidine. La7 alle 21, 15 propone la commedia con Cary Grant aitante vedovo con tanti figli che si innamora, ricambiato, della bella figlia, Sophia Loren, di un celebre maestro di musica, “Un marito per Cinzia” di Melville Shavelson con Cary Grant, Sophia Loren, Edoardo Ciannelli, Martha Hyer, Harry Guardino.
Tv2000 alle 21, 20 passa “Il diavolo alle quattro” di Mervyn LeRoy esotico-catastrofico con Spencer Tracy, Frank Sinatra, Barbara Luna, Jean-Pierre Aumont in fuga da un’isola vulcanica che sta per esplodere e una missione da compiere, salvare i bambini del lebbrosario. Da bambino lo ricordo come un film che faceva paurissima, oltre ai lebbrosi, che ci hanno terrorizzato in quegli anni, ricordo una scena madre fra le sabbie mobili che tutto inghiottono. Glu glu.
la battaglia di hacksaw ridge 3
La lavorazione del film, fra isole e vulcani e modellini fu un disastro. Ma la cosa peggiore erano i rapporti fra Tracy e Sinatra. Il primo lavorava solo alla mattina, il secondo solo il pomeriggio e la mattina andava a fare propaganda elettorale per John F. Kennedy fra gli isolani. Il vecchio Le Roy era stato scelto dalla Columbia perché la sceneggiatura non aveva convinto nessuno.
Claustrofobia acquatica nelle fredde acque norvegesi, mica a Torvajanica, e una sorella sub che deve salvare l’altra sotto l’acqua, sono gli elementi forti di “Breaking Surface” di Joachim Hedén con Moa Gammel, Madeleine Martin, Cielo alle 21, 20.
la battaglia di hacksaw ridge 1
Era un superfilm bellico pieno di idee folli alla Mel Gibson “La battaglia di Hacksaw Ridge” di Mel Gibson con Andrew Garfield, Teresa Palmer, Hugo Weaving, Sam Worthington, Vince Vaughn, Luke Bracey, Rete 4 alle 21, 25. Molto classico e molto sentito, con un Andrew Garfield strepitoso che avevamo lasciato a cercar di parlare con Dio in Silence, e qui ancora concentrato sullo stesso colloquio col Padreterno nel Giappone di qualche secolo dopo, e con una battaglia che occupa tutta la seconda metà del film, che abbiamo ricordato a lungo per realismo e sangue sparso.
la battaglia di hacksaw ridge 2
Di fronte alla storia, verissima, del soldato Desmon Doss, avventista del settimo giorno, obiettore di coscienza, che durante la battaglia di Okinawa, nella Seconda Guerra Mondiale, sul picco di Hacksaw Ridge, disarmato, salvò la vita a ben 75 soldati americani feriti, non si può non pensare a un meccanismo alla Sergente York, celebre film di Howard Hawks, ma rovesciato.
Lì il sergente York, Gary Cooper, soldato sempliciotto e campagnolo, già tiratore infallibile di tacchini, non la smette di uccidere i soldati tedeschi col suo fucile, qui, Desmond Doss, Andrew Garfield, colpito dalla violenza del padre rovesciata sulla famiglia, decide di non toccare le armi, ma seguita a salvare senza stancarsi i suoi commilitoni feriti dai giapponesi a Hacksaw Ridge rivelando la stessa tenacia e la stessa ingenuità campagnola.
Entrambi diventano eroi per caso, anche se uno uccide i nemici e l’altro salva gli amici. E cerca pure di salvare i nemici. In qualche modo la perfetta trovata narrativa del film di Hawks, nella costruzione di questo di Gibson, si rivela molto simile. Erano qualcosa come 14 anni che si tentava di dar vita a questo film su Desmond Doss, ma era proprio l’eroe che non voleva accettare la glorificazione cinematografica. Sembra che ci avesse provato a convincerlo anche Audie Murphy, vero eroe di guerra e attore di film di guerra.
MEL GIBSON LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE
Con la morte di Doss nel 2002 il progetto partì. In un primo tempo doveva girare il film Randall Wallace, sceneggiatore di Braveheart di Gibson, di Pearl Harbour, ma, soprattutto regista del Vietnam movie We Were Soldiers nel 2002 con lo stesso Gibson. Wallace aveva scritto un copione assieme a Robert Shenkkan, già sceneggiatore e produttore della serie tv The Pacific, ma quando il progetto passò a un redivivo Mel Gibson, uscito da un brutto periodo di alcool, il testo venne rivisto da Andrew Knight, che firma oggi il copione assieme al solo Shenkkan.
enrico montesano carlo vanzina renato pozzetto piedipiatti
Con pochi giorni di riprese, 59, e poco budget, 40 milioni di dollari, Gibson porta l’intero progetto e l’intero set, cioè America e Okinawa, in Australia, e chiama a interpretare il padre di Desmond Doss, eroe della Prima Guerra Mondiale e ubriacone violento, un celebre attore australiano, Hugo Weaving. Nel film non si percepisce nulla di australiano, sia nella parte americana che in quella di guerra nell’isola giapponese, e Gibson riesce a far fruttare la sua maestria nelle scene di battaglia con esplosioni, smitragliate e lanciafiamme.
humphrey bogart audrey hepburn william holden sabrina
Passiamo alla seconda serata con “Piedipiatti” di Carlo Vanzina con Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Victor Cavallo, Anne Benny, Cine 34 alle 22, 55. Occhio a Rai 4 alle 23, 10 perché passa un fenomenale thriller spagnolo adorato dalla critica (100% su Rotten Tomatoes), “Non uccidere”, di David Victori con Mario Casas, Milena Smit, Elisabeth Larena, Fernando Valdivielso, Javier Mula, dove un uomo, che torna a casa del padre appena morto, incontra una donna che gli farà passare l’inferno. Sembra che sia bellissimo, una specie di “Fuori orario”.
Andate sul sicuro con “Sabrina” di Billy Wilder con Humphrey Bogart, Audrey Hepburn, William Holden, Martha Hyer, La7 alle 23, 25, anche se, certo, Bogart (54 anni) è troppo vecchio per Audrey Hepburn (24) e William Holden (35) è molto più bello. Era un film nato storto.
Cary Grant rifiutò il ruolo e allora venne chiamato Humphrey Bogart, che non voleva Audrey Hepburn, perché puntava a metterci sua moglie, Lauren Bacall. Invece Holden si innamorò subito di Audrey Hepburn. Bogart, siamo nel 1954, prese 300,000 dollari, Holden 150,000, e Hepburn solo 15,000. Ma chiese che i suoi abiti fossero quelli dello stilista Givenchy (la sua seconda scelta dopo Balenciaga), non quelli di Edith Head, che firmava i costumi e vinse anche l’unico Oscar del film.
La Head sostenne anni dopo che si era ispirata a Givenchy, ma che gli abiti erano suoi. Givenchy non la pensava affatto così. Non a caso quelli della Paramount dissero alla Hepburn che se voleva i costosi abiti di Givenchy se li sarebbe pagati lei. L’abito nero da cocktail con la collana di perle divenne un abito iconico. Alla domanda come si era trovato con la Hepburn, Bogart rispose “E’ ok, se non ti preoccupa fare una dozzina di ciak”. Cafone.
Quanto alla storia con William Holden, va detto che non durò molto, perché la Hepburn lo lasciò quando seppe che non poteva avere figli.
La commedia di Samuel Taylor, che a teatro trovò successo con Joseph Cotten come Linus, e Margaret Sullavan come Sabrina venne totalmente riscritta sul set da Ernest Lehman.
Cine 34 alle 0, 45 ci ha preparato un classico delle notti estive stracult, “Pierino contro tutti” di Marino Girolami con Alvaro Vitali, Riccardo Billi, Enzo Liberti, Marisa Merlini, Michele Gammino. «Ammazza come so’ bello!» è la prima battuta del film con Pierino che si guarda allo specchio. Che nostalgia. Il primo e originale Pierino. Il meglio di sempre, che dette gloria eterna al suo protagonista, allora trentunenne, Alvaro Vitali.
Quattro miliardi in poche settimane ne fecero un caso clamoroso. Come disse Alvaro: «Marino [Girolami] venne da me e disse: perché non diamo un volto al mitico Pierino e non mettiamo in scena le sue barzellette? Comprammo un’intera collana di libri di barzellette, con i quali andavamo sul set e decidevamo, giorno per giorno, quelle da girare. Avemmo un successo inaspettato. Mi ricordo che Sergio Leone andò a vedere il film al cinema e non credette ai suoi occhi, quando gli spettatori si alzarono in piedi per applaudire una battuta particolarmente divertente» (Dynamo).
Il cast, ammettiamolo, è favoloso, con Billi come nonno sporcaccione, Liberti come padre romano e la nuova sexbomb Michela Miti come supplente bbona. Ha anche una bella scena di nudo che racchiude ciò che resta della vecchia commedia sexy, qui sommerso dal genere barzelletta, ma che lei sosteneva di non aver girato.
«Ma quella non era vera, era un sogno di Pierino…», mi disse maliziosa mentre giravamo un programma di Vittorio Gassman a Cinecittà. Malgrado tante banalità e una fotografia terribile, il film è molto divertente. E oggi appare impossibile non ricordare le barzellette dal film. Pensiamo solo alla grande scena di Pierino e Baccaro al flipper «Con quella palla ti ha detto male» – «Perché a tuo padre co’ due gli ha detto bene?».
michela miti e alvaro vitali pierino contro tutti
Rai Tre/Fuori Orario all’1, 35 propone il film senegalese del 1973 “Il viaggio della iena” diretto nel 1973 Djibril Diop Mambéty con Magaye Niang, Mareme Niang, Aminata Fall, Ousseynou Diop, Josephine Baker. Rai Movie alle 2, 25 presenta il rarissimo melo esotico francese ambientato in Cambogia “La scelta di Davy” diretto nel 1963 da André Michel con Jill Haworth, Michel Ruhl, Marcello Pagliero, Ruos Vanny, Clotilde Joano, Catherine Zago, storia di un’orfana allevata da una famiglia cambogiana che si innamora del fratello. Tratto da un romanzo di Han Suyn, l’autore di “L’amore è una cosa meravigliosa”.
Rai Premium alle 2, 40 passa un horror italiano del 1981, “La strada al chiar di luna” di Massimo Manuelli con Mario Valdemarin, Eva Axen, Franco Angrisano, Walter Ricciardi, Angela Sacchi. Mai visto. Se vi piacciono i polar francesi non vi perdete il raro “Da parte degli amici firmato: mafia” diretto da Yves Boisset con Jean Yanne, Senta Berger, Sterling Hayden, Giancarlo Sbragia, Raymond Pellegrin e Gordon Mitchell. E’ un polar politico, tutto ambientato a Marsiglia, con tanto di battaglia di clan durante le elezioni cittadine. Cast strepitoso.
Rai Movie alle 3, 40 passa il grande noir di Don Siegel “Il tesoro di Vera Cruz” con Robert Mitchum, Jane Greer, William Bendix, Ramon Novarro. Strepitosa l’ambientazione sul confine messicano. Mitchum lo interpreta dopo aver passato 43 giorni in prigione per uso di marijuana. Proprio per il casino di Mitchum in galera, Howard Hughes preferì non mettere nel film la sua star, l’esplosiva Jane Russell, ma la meno fatale Jane Greer. Un’altra attrice, Lizabeth Scott, si allontanò dall’operazione dopo la sentenza che colpì Mitchcum. Chiudo con “Il barbiere di Siberia” di Nikita Mikhalkov con Julia Ormond, Richard Harris, Oleg Menshikov, Alexey Petrenko, Iris alle 4, 55.