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DOLCE & GABBANA NON HANNO PAURA DI VESTIRE MELANIA TRUMP (“DGWOMAN”). E VOLANO INSULTI SUI SOCIAL (BEN ACCETTI DAI GIORNALONI CHE FRIGNANO OGNI GIORNO DEL RAZZISMO DEL WEB) - LA CROCIATA DI UN FOLTO GRUPPO DI STILISTI CONTRO LA FIRST LADY - MELANIA INDOSSERÀ UN ABITO DI D&G ALL'INAUGURAZIONE DEL MANDATO PRESIDENZIALE DEL MARITO, IL 20 GENNAIO A WASHINGTON?
Daniela Monti per Corriere della Sera
È stata una sorpresa anche per me. Ho visto la foto su un sito inglese e mi sono detto: ma è un nostro abito! Perché sia chiaro: Melania quel tubino nero se lo è comprata da sola, non so neppure dove, se in un nostro negozio o in un department store. Così ho postato l'immagine su Instagram, ringraziandola per la scelta. Cosa avrei dovuto fare? Dire: "Lei no, prego, si tolga il mio vestito"? Io non discrimino nessuno e cerco di rispettare tutti, ma questo non vuole dire essere d' accordo con le loro idee, spiega Stefano Gabbana da Saint Barth, metà vacanza e metà viaggio di lavoro (c' è da presenziare all' apertura di una boutique).
DOLCE E GABBANA CON KYLIE MINOGUE
Risultato: sono volati insulti sui social. A innescare la pioggia acida è stato il ringraziamento dello stilista alla First lady americana, che ha indossato un abito della griffe milanese al party di Capodanno a Palm Beach, in Florida. Lei ha messo l' abito, Gabbana le ha teso la mano: ce n' è abbastanza per sollevare un polverone.
Perché la questione è meno frivola di quanto si pensi: la crociata di un folto gruppo di stilisti - americani ma non solo - contro la First lady è una delle più eclatanti manifestazioni di resistenza di una parte dell' America all' ascesa di Donald Trump. Tutti a prendere le distanze - in testa Tom Ford e Marc Jacobs, per anni mente creativa di Louis Vuitton, con la francese Sophie Theallet che aveva un feeling con Michelle Obama a fare da capocordata - come se vestire Melania significasse compromettersi con le scelte politiche del marito.
In questo clima da guerra fredda, arrivano le immagini della signora Trump che festeggia il nuovo anno fasciata in un abitino della collezione Cruise di Dolce e Gabbana. E i due stilisti italiani che fanno?
Invece di starsene zitti, quasi si dovessero vergognare di quella scelta - come hanno fatto alcuni loro colleghi americani quando la First lady si è arrogata il diritto di mettersi i loro vestiti, acquistati sempre con i propri soldi - hanno approvato. Melania Trump #DGwoman thank you #madeinitaly, ha scritto Gabbana su Instagram.
Quel commento ne ha richiamati parecchi altri: più di un migliaio, con 13 mila like.
Non tutti hanno apprezzato.
Nel migliore dei casi, gli hanno dato dell' ignorante: Ma non capisci che l' elezione di Trump ha lacerato il nostro Paese?.
Lo hanno attaccato: Ma non ti vergogni a sostenere una donna come Melania?. Lo hanno minacciato: Non compreremo mai più un Dolce e Gabbana. E lui ha replicato: Di fans ignoranti non so che farmene, tanto che un sito americano ha sintetizzato così l' intera vicenda: Stefano Gabbana va in guerra con i suoi seguaci su Instagram dopo aver lodato Melania Trump.
L' accusa: normalizzare la coppia presidenziale, contribuire cioè a umanizzare un' amministrazione messa sotto processo come minaccia ai diritti di donne, minoranze, immigrati. Non sono americano, non giudico le persone dallo schieramento politico, è la moglie del presidente e questo mi basta: è una donna a cui molte guardano, spiega Gabbana, per nulla pentito del commento controcorrente postato sui social (pentito? E di che? Non capisco chi butta tutto in politica. Facciamo vestiti, chi ci crediamo di essere? Io non penso di essere proprio nessuno, altri stilisti non so).
Così si arriva alla domanda che ora tiene banco sui media anglosassoni: indosserà un abito di Dolce e Gabbana Melania Trump all' inaugurazione del mandato presidenziale del marito, il 20 gennaio a Washington? Più che una curiosità, un caso politico. Lei ha dimostrato di gradire e loro - il duo - hanno dato prova di saper ringraziare. Non ho idea - risponde Gabbana -. Melania sa fare le sue scelte da sola.
(Per inciso: sembra che Donald Trump alla cerimonia indosserà un completo Brioni. Nessuna crociata fashion, però, contro di lui. Il terreno sui cui si consuma la battaglia di retroguardia è il corpo di lei).