TESTIMONE A SCOPPIO RITARDATO - SI RIAPRE IL CASO DELLA MORTE DI NATALIE WOOD, L’ATTRICE DI “GIOVENTÙ BRUCIATA” ANNEGATA IN CIRCOSTANZE MISTERIOSE NEL 1981 - UN TESTIMONE CAMBIA VERSIONE DOPO 30 ANNI (È IN USCITA UN SUO LIBRO, MEGLIO UN PO’ DI PUBBLICITÀ) E SCARICA UN SILURO D’ACCUSE SUL MARITO DELLA DONNA, L’ATTORE ROBERT WAGNER - LA BRUTTA FINE DELLA WOOD, NONOSTANTE INDIZI CONTROVERSI, VENNE ARCHIVIATA IN TUTTA FRETTA COME ACCIDENTALE…

Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"

La morte misteriosa di una diva da Oscar annegata dopo un litigio tra il marito e l'amante, entrambi attori di Hollywood come lei, un testimone che trent'anni dopo cambia versione spinto dai rimorsi, o dall'avidità: un colpo di scena da giallo di serie B per riaprire il caso Natalie Wood che nel 1981 era stato chiuso in fretta come succedeva per le star morte in circostanze strane ai bei tempi di Hollywood, prima di Internet e della tv via satellite, quando gli scandali venivano insabbiati per non disturbare i manovratori del business della capitale mondiale del Cinema.

Ma ora il marinaio Dennis Davern che era al timone dello yacht, autore nel 2009 di un libro che già seminava qualche dubbio su quella notte - e la sorella della Wood, Lana, aveva subito dopo chiesto che si riaprisse l'indagine - adesso confessa in tv che ha «mentito, per tutti questi anni». Ha un altro libro da vendere tramite apparizioni a orologeria - l'anniversario arriverà a giorni - chiede che si indaghi per omicidio (reato che non va in prescrizione) e accusa il marito dell'attrice, Robert Wagner, quello del telefilm «Cuore e batticuore»: «Ho mentito alla polizia, quel giorno, ho sbagliato.

Credo che Wagner fosse con lei nel momento in cui finì in acqua. Stavano litigando, sul ponte: alzai lo stereo per non sentirli, mi sentivo in imbarazzo. Poi, lui aspettò quattro ore prima di dare l'allarme». Per capire come mai, ieri, lo sceriffo della contea di Los Angeles ha dovuto organizzare in fretta e furia una conferenza stampa e spiegare di aver riaperto quel «cold case», il caso freddo come le acque nelle quali Natalie Wood affogò la notte del 28 novembre 1981, bisogna tornare alla scena finale della vita dell'attrice.

Interno notte su uno yacht di lusso al largo delle acque di Santa Catalina Island, California. La barca si chiama «Splendour» come Splendore nell'erba, uno dei film più belli di Natalie, regia di Elia Kazan e titolo ispirato a una poesia di Wordsworth. Wagner, tanto innamorato dell'attrice di origine russa da averla risposata dopo il loro divorzio, è furibondo. Geloso di Christopher Walken che in quei giorni sta girando con lei un film di fantascienza. Walken doveva passare con loro il weekend del giorno del Ringraziamento: una gita in barca.

Lui, lei e l'altro: il quarto, a bordo, è il marinaio Dennis Davern. Quella sera Wagner, nella furia di una scenata di gelosia, rompe una bottiglia di vino e la usa per minacciare Walken. Lei insulta il marito, e li lascia soli: se ne va nella sua cabina. Wagner dice di averla vista in bagno. Ma al'una e mezza di notte Wagner dà l'allarme via radio, spiega alla polizia che Natalie non c'è più e manca anche un canotto di salvataggio. Dissolvenza.

Il mattino dopo, 29 novembre 1981, il corpo di Natalie affiora dalle acque gelide dell'oceano e viene avvistato da un elicottero dell'ufficio dello sceriffo che perlustra la zona: indossa solo la camicia da notte, calzini, e un piumino. È affogata, ha un livido sulla fronte, altri sulle braccia. Dodici in tutto. Il medico legale Thomas Noguchi - quello delle autopsie dei morti più famosi della contea di Los Angeles da Marilyn Monroe a Robert Kennedy fino a Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski massacrata dagli hippie folli della «famiglia Manson» - decide che il livido sul volto è stato determinato dall'impatto contro il gommone.

È scivolata in mare, ubriaca (sette o otto bicchieri di vino), cercando di salire sul gommone. Ci sono tracce di graffi sulla fiancata del canotto: segno che lei cercò di salvarsi. Conclusione: morte accidentale. Caso chiuso. Wagner e Walken ne escono senza problemi. La sorella di Natalie ammette che pur avendo bevuto non avrebbe mai lasciato l'imbarcazione: aveva il terrore dell'acqua e poi, da vera diva, non si sarebbe mai presentata al porto in sottoveste e pedalini.

Ieri in tv il marinaio, pelle scottata da una vita al sole e occhietti iniettati di sangue, giurava di non cercare soldi: la polizia non ha potuto che riaprire il caso, Wagner non è indagato e tramite un portavoce fa sapere di «accogliere con favore ogni indagine che aggiunga nuovi dettagli» sulla fine della moglie. L'unica, tra i quattro moschettieri di Gioventù bruciata che sul set avevano giurato che sarebbero rimasti amici per sempre, ad aver vissuto oltre i quarant'anni. Lei, quella notte sullo Splendour, ne aveva 43. James Dean (24 anni, incidente d'auto), Sal Mineo (37, pugnalato in un vicolo) e Nick Adams (36, overdose) l'avevano già preceduta dall'altra parte delle acque scure.

 

NATALIE WOOD ROBERT WAGNER CON NATALIE WOODNATALIE WOOD E ROBERT WAGNERnatalie wood a009natalie wood a105

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