VOGLIO UN’ORATA SPERICOLATA - A VENEZIA È IL VASCO DAY- DOPO LA FUFFA DI LAURIE ANDERSON CI VOLEVA IL DECALOGO RISAPUTO MA RUSPANTE DEL BLASCO PER RIANIMARE IL LIDO - ATTESA PER LA FESTONA CON TANTO DI ORATA SPERICOLATA IN MENU
Alberto Mattioli per “la Stampa”
Capita che il film più atteso alla Mostra del cinema non sia quello più atteso da chi ama il cinema. Sta di fatto che oggi si prevedono resse e deliri perché a presentare Il Decalogo di Vasco arriverà lui in persona, anzi Vasco Rossi uno e trino: alle 19 red carpet, alle 21 pubblico incontro condotto da Vincenzo Mollica, sai che interrogatorio, e a seguire festona con tanto di «orata spericolata» in menu.
Considerato che oggi incombe la Marcia degli scalzi per l’accoglienza ai migranti (hanno già aderito 1.500 famose anime belle e 300 organizzazioni), l’ingorgo pare inevitabile. Almeno si rianimerà un po’ il Lido, negli ultimi giorni semivuoto e un po’ crepuscolare: quanto a mestizia, manca solo Dirk Bogarde fra i capanni dell’Excelsior con il rivolo di tintura che cola sotto il panama.
Intanto il Decalogo è stato ostenso in anteprima ai giornalisti cinefili, ovviamente scettici. È un documentario di Fabio Masi, produzione Rai di area Blog, che infatti andrà in onda su Rai 3 il 26. Diciamo subito che è indispensabile solo per i fan di provata fede e forse nemmeno per loro, dato che l’unica novità è il video di Quante volte, con lui che canta in primo piano accarezzato da mani di donna molto belle e con le unghie molto rosse. Non ci fosse il colore, sembrerebbe una Canzonissima degli Anni Settanta.
Tutto parte da due buontemponi che caricano in macchina una sagoma di cartone del Blasco a grandezza naturale, tipo quelle che pubblicizzano gli autori in libreria, e se la portano in giro come un idolo, proprio in senso etimologico, «eidolon», simulacro.
Poi il cartonato diventa Vasco in carne, ossa ed «esse» emiliana, che inizia a dispensare un po’ di esegesi dei suoi testi, confessioni autobiografiche (ma nulla di sconvolgente e nemmeno di nuovo, chiosano i vascologi più avvertiti), immagini dal backstage dei concerti e altre banalità: «Nelle mie canzoni ho fatto la cronaca della mia vita, chi le capisce è perché prova le stesse cose».
Il momento più divertente è l’allenamento in spiaggia con «il metodo Parazza», originale mix di yoga, ginnastica, passeggiate («L’uomo non è nato per correre») e pose plastiche («Questo? È il guerriero. Sembra che non fai nulla, invece rafforzi i quadricipiti»).
Laurie Anderson nel suo "Heart of a Dog",
Benché, ipse dixit, «in splendida forma», la rockstar presunta trasgressiva ha ormai 63 anni e un solido buonsenso. Dice magari banalità, ma non dice sciocchezze. E soprattutto le dice bene, con ironia, senza prendersi e prenderle troppo sul serio.
Laurie Anderson nel suo "Heart of a Dog",
Massì, diciamola tutta: dopo la fuffa della Laurie Anderson del giorno prima, con tutti ad ascoltare a bocca aperta dei piagnistei sulla morte del cane spacciati per profondità filosofiche, meglio questo Decalogo risaputo ma ruspante. Vasco sta a Laurie come un piatto di tortellini della nonna (ormai l’età è quella) a un sushi fusion con emulsione di cioccolato eritreo sifonato allo zenzero. Indovinate un po’ cosa preferiamo.