IL BARÇA VACILLA – DOPO LA SCONFITTA CONTRO IL MILAN E IL KO COL REAL IN COPA DEL REY, I MARZIANI TORNANO SULLA TERRA: “NON SIAMO PIÙ QUELLI DI PRIMA” – CICLO AGLI SGOCCIOLI, MESSI DESAPARECIDO, UN COACH MALATO, UN VICE CHE SI ARRANGIA - SE NON ELIMINA IL MILAN SARÀ DEFAULT MA INIESTA CREDE NELLA REMUNTADA…

Roberto Condio per "La Stampa"

All'improvviso, dopo 4 stagioni e mezza su un altro pianeta, il Barcellona torna sulla terra. Perde due partite in sei giorni, incassa gol da 12 match: fa, insomma, cose da squadra con problemi. Proprio ciò che il Barça smise di essere nell'estate 2008, quando cominciò il ciclo d'oro di Pep Guardiola. È da allora che la Spagna prima e l'Europa poi aspettavano questo momento. Adesso sì, che la concorrenza può chiedersi se nel perfetto meccanismo catalano s'è guastato qualcosa.

«Non siamo quelli di sempre». Lo ha ammesso ieri il geniale Iniesta ma lo avevano già detto forte e chiaro gli ultimi ko. Batoste senza alibi, subìte da rivali storici: dopo lo 0-2 contro il Milan, l'1-3 di martedì sera contro il Real Madrid. Erano 50 anni che il Barça non incassava un passivo interno così severo dalle «merengues». Il 27 gennaio 1963 fu 1-5 firmato da Di Stefano, Gento e Puskas, è stata la doppietta di Ronaldo a eliminare Messi dalla Copa del Rey. Un altro titolo che se ne va per colpa del Real di Mou, com'era successo in agosto per la Supercoppa.

A parte la Liga, che il Barcellona comanda a +12 sull'Atletico Madrid, resta l'obiettivo Champions, che potrebbe però sfumare già il 12 marzo in caso di mancata rimonta sul Milan. «Io metto la mano sul fuoco garantisce Iniesta -: ai quarti andremo noi». Non fosse così, capiterebbero cose epocali. Come il Pallone d'oro non più assegnabile a Messi, fuori da tutto già a marzo. Come il palmarès blaugrana in frenata dopo la crescita ipertrofica dei 14 trofei vinti dal 2009 al 2012 da Guardiola.

Già, il Pep. Il suo addio sembrava non aver causato intoppi con la successione affidata al vice Vilanova. Finché Tito è rimasto in panchina, il Barça ha tenuto il passo di sempre. Poi, prima di Natale, è rispuntato un avversario più ostico di qualsiasi nemico di campo. Un'altra operazione, un nuovo ciclo di chemio a New York. Vilanova continua a fare l'allenatore dialogando in rete con Roura, ma non è la stessa cosa. Anche per Iniesta: «È una situazione penalizzante. Ma ora non si dica che Tito deve tornare perché abbiamo perso due partite: al primo posto c'è la sua salute».

Lo ribadisce il presidente Rosell, volato ieri a New York dal suo allenatore. Parleranno di futuro, cercheranno correttivi per il presente. «In ogni caso - dice il n° 1 blaugrana - il nostro stile di gioco non cambierà. Sono 4 anni che vinciamo di tutto e può succedere di perdere due partite. È lo sport. Nel calcio, però, la memoria è cortissima». Vero, ma l'occasione di vedere il re finalmente nudo è troppo ghiotta.

Specie per gli spagnoli che l'hanno in casa. Sui giornali si parla già di disastro, di ciclo agli sgoccioli e di Messi «desaparecido». Pochi giorni e ne sapremo di più: sabato c'è un Real-Barça di Liga, poi il crocevia col Milan. I marziani possono tornare. Il loro problema vero, però, è che i terrestri ormai li conoscono bene. «Più giochi contro il Barça e più gli prendi le misure», l'avevano detto Galliani e Allegri la scorsa settimana, l'hanno ripetuto quelli del Real martedì.

 

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