DOPO IL ‘SELFIE’, IL ‘THIEFTIE’ - MEGLIO DI UN ANTIFURTO: NEGLI USA ARRIVA LA APP CHE FOTOGRAFA I LADRI DI BICICLETTE E DI SMARTPHONE - LA POLIZIA DI LOS ANGEELS: ‘L’IMPORTANTE È NON TRASFORMARSI IN VIGILANTES DEI TELEFONI RUBATI ANDANDO A CACCIA DEL LADRO’

Jaime D'Alessandro per "la Repubblica"

Dal "selfie" al "theftie". Dall'autoscatto alla foto presa al ladro di cellulari a sua insaputa. L'era degli smartphone si arricchisce di un nuovo termine. Anzi, di una nuova funzione. "Theftie", dall'inglese theft (furto), è la trovata di un'app per la sicurezza fra le più importanti negli Usa chiamata Lookout. La novità è stata appena presentata con grande enfasi.

Da mercoledì la funzione permette, se ad esempio viene digitato il codice errato di accesso o si tenta di rimuovere la sim, di scattare silenziosamente una foto a chi sta maneggiando il nostro telefono. Poi la app manda una mail con l'immagine e la posizione esatta.

A quel punto via computer, accedendo al sito della Lookout, potremo seguire
il cellulare e attivare un allarme fragoroso anche se è stata impostata la modalità silenziosa. Insomma: si può far passare al ladro ben più di un brutto quarto d'ora.
«Ma la possibilità di scattare foto al ladro noi la offriamo da tre anni», fa notare Luca Sagaria, che nel 2011 ha lanciato un'app per Android chiama Cerberus. Trentadue anni, originario di Reggio Calabria ma a Milano dal 2000, Sagaria gestisce un team di tre persone che segue i 300 mila abbonati.

La sua app però, nella sua versione di prova, l'hanno scaricata in due milioni. «Ormai da remoto, da computer intendo, se ti rubano lo smartphone e hai installato il software giusto puoi fare praticamente di tutto», continua Sagaria. «E più andiamo aventi più aggiungiamo funzioni». Le più avanzate vanno dalla tracciabilità di tutte le chiamate e gli sms in entrata e in uscita - perfino se la sim è stata sostituita - al blocco di altoparlante e microfono, fino alla registrazione video e audio all'insaputa del ladro, al cambio del codice di blocco, all'attivazione del gps nel caso sia stato disattivato.

E ora sia alla Cerberus che alla Lookout, e in altre app simili come Avast, si punta alla nuova frontiera: il "geo-fencing". Si imposta un perimetro geografico con raggio a scelta e se il telefono esce o entra lo si può bloccare in automatico. «L'importante è non trasformarsi in un vigilantes dei telefoni rubati andando a caccia del ladro», ha dichiarato Nuria Vanges del dipartimenti di polizia di Los Angeles al Wall Street Journal. «Sono troppi i rischi, compreso un possibile errore nella localizzazione. Bussi a una porta e potresti trovarti davanti una nonnina innocua come un malavitoso».

Altrove intanto lo stesso metodo e le stesse tecnologie vengono impiegate contro i ladri di biciclette. Accade a San Francisco dove il dipartimento di polizia ha piazzato per la città delle bici civette dotate di gps e parcheggiate nei pressi di telecamere per la sicurezza in modo che il ladro possa essere individuato e riconosciuto.

In Australia invece sono i ladri ad aver sfruttato i sistemi di geo localizzazione. Attraverso un bug del programma "Trova il mio iPhone", che serve per rintracciare il telefono se smarrito o rubato ed eventualmente bloccarlo, l'hacker Oleg Pliss ha perso in ostaggio decine di tablet e telefoni. Da remoto li rende inaccessibili e per riattivarli chiede al legittimo proprietario 100 dollari da depositare su un conto di Paypall. Fortuna che Pliss, per ora, si è fermato ad Australia e Nuova Zelanda.

Ma la storia più bella legata ai furti di cellulari è di genere differente. Comincia nell'estate del 2013 quando ad un ragazzo tedesco, in vacanza a Dubai, viene rubato il suo cellulare. Hafid, il ladro, dimentica di disattivare il salvataggio automatico delle foto sul cloud e il derubato può così seguire la sua vita. Nasce perfino un sito, Life of a stranger who stole my phone (la vita di uno straniero che ha rubato il mio iPhone), pieno di autoscatti di Hafid e dei suo amici. Un bello spaccato di vita ai tempi del "selfie". Pardon, del " theftie".

 

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