
MAI DIRE RAI! DOPO IL TG3, ANCHE I GIORNALISTI DEL TG1 ATTACCANO LE NEWSROOM BY GUBITOSI: “MORTIFICATO IL PLURALISMO” – HANNO CAPITO CHE DIETRO LA RIORGANIZZAZIONE, COVA SOLO LA VOGLIA DEL DG DI FAR FUORI ORFEO E BERLINGUER
1 - IN VIGILANZA IL DOSSIER TRASVERSALE CON I SERVIZI-FOTOCOPIA DI TG1, TG2 E TG3
L’audizione di Luigi Gubitosi in commissione di Vigilanza Rai è saltata anche oggi, per il voto di fiducia in Senato e l’ingorgo parlamentare causato dalle votazioni per Consulta e Csm. Intanto continua a infuriare la tempesta a Saxa Rubra: dopo i giornalisti del Tg3, anche quelli del Tg1 bombardano il piano di accorpamento del direttore generale e la nascita delle due “newsroom”. I redattori Rai, però, difficilmente troveranno l’appoggio in ambito parlamentare.
Nei corridoi di palazzo San Macuto, sede della Vigilanza, gira infatti voce che alcuni onorevoli, di provenienza trasversale, avrebbero preparato un dossier, con tanto di supporti audiovideo, che mostra tutti i servizi-doppione presenti nei notiziari di Tg1, Tg2 e Tg3 nell’arco di due settimane.
Se i giornalisti del tg di Mario Orfeo parlano di riforma che “mortifica il pluralismo”, il dossier messo insieme da parlamentari di centrodestra e centrosinistra punterebbe l’indice contro i pezzi fotocopia che si ritrovano nelle edizioni delle diverse testate. Giornalisti mandati a seguire gli stessi appuntamenti, con moltiplicazione di troupe e risorse.
2 - LETTERA DEL TG1 ALLA VIGILANZA: IL PIANO GUBITOSI È UN SUICIDIO
Paolo Conti per “Il Corriere della Sera”
Durissimo scontro tra la redazione del Tg1 e il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, sul progetto di accorpamento dell’informazione in due Newsroom. È il secondo caso importante dopo una sollevazione identica del Tg3, sempre sulle stesse tematiche. La redazione (che non ha firmato i servizi dell’edizione delle 20 di ieri sera) ha inviato una lettera aperta alla commissione di Vigilanza Rai (come aveva già fatto il Tg3 il 10 settembre ): «Il piano proposto dal direttore generale è un suicidio industriale assistito.
Senza la prioritaria riforma della governance della Rai, si mortifica il pluralismo, tendendo verso un’offerta informativa unica (qualcosa che ricorda il “pensiero unico”) tra l’altro perdente in termini di marketing». ?
Il testo entra nel merito con estrema decisione: «Il modello della prospettata Testata unica si rifà all’esperienza dell’unificazione della radiofonia, che ha prodotto un drammatico fallimento, con il tracollo degli ascolti e la perdita della leadership sul mercato, con un danno economico e di ruolo del servizio pubblico».
Nel documento dei redattori si ricorda che «il Tg1 rappresenta il brand più forte. Non deve morire perché la storia non si cancella.
La nostra offerta informativa viene premiata dal pubblico, con lo share in crescita». I redattori del principale Tg Rai invitano la commissione di Vigilanza a un Open day a Saxa Rubra «per verificare sul campo il modello informativo, per confrontarsi con i giornalisti del servizio pubblico, per raccogliere idee sulla riforma di sistema della Rai insieme ai Comitati di redazione e all’Usigrai», il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico.
Infine il Tg1 ha sollecitato il direttore generale «che ha parlato di dipendenti tutti legati alla politica, a fare i nomi, dicendo chi ha sponsorizzato chi, a partire dalle nomine da lui proposte. A dire chi lo ha indicato alla guida della Rai, e perché. Soprattutto a scusarsi, perché per lo stesso principio da lui enunciato non avrebbe dovuto accettare l’incarico». ?
Luigi Gubitosi ha varato un piano di riforma dell’informazione che punta a un risparmio del 20% nei costi vivi redazionali. Il direttore generale ha previsto la creazione di due uniche strutture: Newsroom 1, che di fatto accorperà Tg1-Tg2-Rai Parlamento, e Newsroom 2, che riunirà Tg3-Rai News-Tgr-Cciss-meteo-Web.
La prospettiva ha provocato la levata di scudi dell’Usigrai e la lettera aperta del Tg3 alla commissione di Vigilanza, la stessa strada scelta ieri dal Tg1. Così si leggeva nel documento: «Il piano più che avere un obiettivo economico sembra averne uno politico: gli accorpamenti delle varie testate, in assenza di una riforma della governance, consegnerebbero alla politica un potere quasi assoluto sull’informazione del servizio pubblico».
E su politica e servizio pubblico è intervenuto ieri il premier Matteo Renzi che ha annunciato alla Camera «una riforma della Rai in cui la governance sarà sottratta ai singoli partiti». Il modello di riferimento è quello della britannica Bbc: la bozza di riforma è attesa entro l’anno.
3 - USIGRAI CONTESTATA, CONTRO GUBITOSI SOLO LO SCIOPERO DELLE FIRME
Carola Parisi per “Lultimaribattuta.it”
La profezia era stata fin troppo facile: l’Usigrai, in cambio della promozione del suo esponente storico Carlo Paris come direttore di Rai Sport al posto di Mauro Mazza, avrebbe garantito un’opposizione “morbida” al piano degli accorpamenti informativi deciso dal dg Luigi Gubitosi. E il primo segnale è puntualmente arrivato: un miserevole “sciopero delle firme” che lascia intatte le retribuzioni dei giornalisti e non danneggia minimamente l’azienda. Anzi, per i telespettatori è il classico “ecchissenefrega” che urta solo i desideri di visibilità dei falsi protestatari.?Ma che significa “sciopero delle firme”?
Come si può pensare che la nascita delle due Newsroom possa essere rimessa in discussione con un’opposizione del genere? Non è allora molto meglio sedersi subito ad un tavolo e cercare -come spesso accade nelle trattative sindacali- di ottenere qualche euro e qualche garanzia di inamovibilità??A Saxa Rubra, il malcontento contro il comportamento para-collaborazionista dell’Usigrai con Gubitosi, sta montando.
Sono sempre di più i giornalisti imbufaliti per questo atteggiamento del sindacato interno (di lotta e di governo, a seconda della convenienza) che chiedono la convocazione di assemblee per “sfiduciare” sindacalisti e comitati di redazione.?E c’è anche molta attesa per quello che dirà il direttore generale durante la convocazione in Commissione Parlamentare di Vigilanza fissata per stasera alle 20.30.
Dall’atteggiamento dei commissari e dal tipo di domande “scomode” che pioveranno sulla testa del dg, sarà più facile capire anche la posizione delle forze politiche riguardo la rivoluzione informativa che Gubitosi vuole portare a termine. A tutti i costi.?La curiosità maggiore è diretta su quale sarà il comportamento dei commissari del Pd, dopo la “dichiarazione di guerra” della direttora del Tg3 Bianca Berlinguer, che, fin dall’inizio, si è opposta decisamente al proprio ridimensionamento, oltretutto, sotto la supervisione dell’altra direttora (quella preferita dal dg) Monica Maggioni di Rainews.?
Attesa anche per quello che sarà l’intervento del presidente della Commissione, Michele Anzaldi, l’unico commissario che nelle settimane scorse ha avuto il coraggio di puntare il dito contro la gestione di Rai Pubblicità, sottolineando i dati disastrosi della raccolta dell’ex Sipra.
AGGIORNAMENTO- Chissà cosa risponderà il dg Gubitosi quando il deputato Bruno Molea di Scelta Civica, segretario della commissione di Vigilanza, gli chiederà spiegazioni riguardo la pubblicità per la nuova edizione di ‘Ballarò’ che esordisce stasera su Rai3. “Tra le domande che faremo al direttore generale della Rai Luigi Gubitosi nell’audizione prevista in commissione di Vigilanza una riguarderà senz’altro il costo della campagna pubblicitaria sulla carta stampa, senza precedenti, messa in campo per il lancio del nuovo ‘Ballarò’ condotto da Massimo Giannini.
Non si ricordano iniziative simili per nessun altro programma di informazione del servizio pubblico. Ci chiediamo come mai, in tempi di spending review e di tagli annunciati a tutti i livelli dalla Rai, non si sia pensato che ‘Ballarò’ potesse godere dello stesso trattamento degli altri programmi”. E se lo chiede anche l’ultima Ribattuta. Da un po’ di giorni, ormai.