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DYLAN CANTA SINATRA, IL DIAVOLO E L’ACQUA SANTA, IL FOLKSINGER E IL CROONER: EPPURE LA STRANA COPPIA FUNZIONA

1. DYLAN CANTA SINATRA

Gino Castaldo per la repubblica

 

BOB DYLAN SHADOWS IN THE NIGHTBOB DYLAN SHADOWS IN THE NIGHTfrank sinatra x02frank sinatra x02

Si potrebbe pensare a un corto circuito quando due opposti giganti della musica americana si incontrano, soprattutto se sono due icone così lontane: uno il diabolico intramontabile boss che nella voce suadente aveva il sesso, l’intima perfezione di “uno che canta a te, e non per te” (come rivela lo stesso Dylan); l’altro il folksinger che nella voce scabra e inquieta aveva la rivoluzione e le vette geniali della miglior poesia musicale, uno puro interprete, fascinoso e ambiguo, l’altro profondamente e ineluttabilmente autore, scomodo, letterario, ribelle a ogni convenzione.

Frank SinatraFrank Sinatra

 

E invece no, la cosa funziona, paradossalmente. Frank Sinatra e Bob Dylan, un ampio cerchio che si chiude nel modo più sorprendente, con Dylan che pubblica Shadows in the night (in uscita lunedì), un cd con 10 standard di vecchissima data, tutti una volta o l’altra interpretati a suo tempo da “old blue eye”, per cui il riferimento, che Dylan del resto non nega, è inevitabile.

Frank SinatraFrank Sinatra

 

Bob Dylan - Sinatra - SpringsteenBob Dylan - Sinatra - Springsteen

Gli occhi azzurri ce li ha anche Dylan, per la verità, meno celebri di quelli di Sinatra, ma questa volta si è impegnato a fondo, canta, non strapazza le melodie, le rispetta, le ama, le accarezza con la sua roca e malmessa voce da ultrasettantenne.

Bob DylanBob Dylan

 

«Sono canzoni che amo» ha raccontato Dylan nell’unica intervista concessa, anzi da lui espressamente proposta, alla rivista americana A-ARP, dedicata prevalentemente ai pensionati (ma con 35 milioni di lettori), non smentendo i suoi imprevedibili vezzi di comunicazione, «non potrei mancare di rispetto. Rovinarle sarebbe un sacrilegio. Tutti noi le abbiamo sentite rovinate, e ci siamo abituati. In un certo senso ho voluto riparare il torto che hanno subito».

 

E questo sì appare incredibile, Dylan il guastatore, Dylan che strapazza le sue canzoni fino a renderle quasi irriconoscibili, si mette a cantare I’m a fool to want you e Autumn leaves con cura e dedizione, pacato, sentimentale, rispettoso. «Non mi è sembrato di fare delle cover di queste canzoni. Ne sono state fatte talmente tante che alcuni brani sono stati sepolti dalle loro stesse cover. Con questo album io e la mia band stiamo sostanzialmente facendo riscoprire queste canzoni».

sinatrasinatraFrank Sinatra © Archivio CicconiFrank Sinatra © Archivio Cicconi

 

Può sorprendere questo tributo al vecchio Frank, ma Dylan non ha incertezze, rivela che da tempo voleva cantare queste canzoni e i più attenti si saranno accorti che qua e là nei suoi concerti aveva cantato, per dirne una, That lucky old sun, la canzone che chiude questo imprevedibile e a suo modo imperdibile disco.

 

Bob DylanBob Dylan

Altre tracce ce n’erano. Nella sua autobiografia, Chronicles Vol. I, aveva scritto di Sinatra: “Sentivo spesso la sua versione di Ebb tide, e ogni volta non mancava di stupirmi, quando Frank cantava quella canzone nella sua voce sentivo tutto, la morte, Dio, l’universo ».

 

Altro che tributo dunque, e per dirla tutta Dylan aveva presenziato nel 1995 alla cerimonia per l’ottantesimo compleanno di Sinatra (che scomparve tre anni dopo) e gli aveva cantato Restless farewell, una sua vecchissima magistrale canzone che a rileggerla, in linea con l’obliquo modo di mandare messaggi tipico di Dylan, può essere considerata la sua My way , anche se l’ha scritta quando aveva poco più di vent’anni. E Dylan aveva chiuso guardando il festeggiato e dicendo: “Happy birthday Mr. Frank”.

FRANK SINATRAFRANK SINATRA

 

Il disco Dylan l’ha inciso praticamente in diretta, tre ore a pezzo, senza sovraincisioni, come se le cantasse in un club, con arrangiamenti semplici, senza fronzoli retorici, come per riscoprirne l’essenziale e immutata bellezza. Stay with me, Fool moon and empty arms , Where are you , scorrono con lieve e dolce malinconia, trattate per quello che sono, pezzi della grande arte americana della canzone.

 

Bob DylanBob Dylan

Non le sembra rischioso toccare un monumento come Frank? Gli ha chiesto l’intervistatore di A-ARP, e Dylan regala una delle sue riposte più argute: «Rischioso? Come attraversare un campo minato? O come lavorare in una fabbrica di gas tossici? Fare dischi non ha nulla di rischioso. Paragonare me a Frank? Non scherziamo. Già essere menzionati nella stessa frase è un gran bel complimento. Quanto a toccarlo, nessuno lo tocca, né io né nessun altro».

frank sinatra fs 47frank sinatra fs 47

 

FRANK SINATRA AL COVO DI NORD EST IL GIUGNO FRANK SINATRA AL COVO DI NORD EST IL GIUGNO

Precedenti nel rock del resto ce ne sono, diversi tributi a Sinatra sono arrivati da David Bowie, da Amy Winehouse, dai Frankie goes to Hollywood, Bon Jovi, Jay Z, solo per citarne una piccola parte, e perfino, “alla sua maniera”, da Sid Vicious. E del resto in tempi sono cambiati. Quando nel 1970 Dylan incise Blue moon, cantandola come un crooner ubriaco, ci fu una mezza sollevazione popolare. I fan indignati non gradirono, ma ora c’è solo da divertirsi. I monumenti del ‘900 si incontrano e questa volta non c’è niente di male.

 

2. UN DYLAN MAI SENTITO

Leonardo Iannacci per Liberoquotidiano.it

 

BOB DYLAN NELLO SPOT CHRYSLER DEL SUPER BOWL BOB DYLAN NELLO SPOT CHRYSLER DEL SUPER BOWL

La domanda è:si può ancora sorprendere a 75 anni, dopo 35 album e una storia infinita di canzoni poetiche, mille concerti dal vivo e un Premio Pulitzer, vinto nel 1997, per l’arte che Bob Zimmermann - in arte Bob Dylan - ha sempre infilato nelle sue composizioni, dal 1960 ad oggi?

 

Sì, perché «Shadows in the night», alla lettera «Ombre nella notte», non è soltanto l’ultimo disco, il 36esimo, di questa leggenda della musica contemporanea ma l’ulteriore sberleffo che Mister Tambourine, ormai bisnonno, fa allo show-business e alle sonorità del 2015.

frank sinatra x01frank sinatra x01

 

JOE ALPER Bob Dylan JA x JOE ALPER Bob Dylan JA x

Addio rock’n’roll, nessuna concessi ne all’hip hop e neppure a strumenti come gli archi, le batterie hard e i fiati. Prodotto da Jack Frost, «Shadows In The Night» è la prima raccolta di inediti dopo il successo di Tempest, datato 2012 ed è una suggestiva reinterpretazione di dieci classici della musica americana, note con le quali Bob è cresciuto e si è poi confrontato: da «Autumn Leaves» a «That Lucky Old Sun», da «Some En-chanted Evening» a «Stay With Me», inno che risale al 1957. Non ricordiamo un’intervista concessa da Bob Dylan ed è per questo che i suoi pensieri che abbiamo ricevuto dagli Stati Uniti, grazie al magazine AARP, sono gemme rare.Tutte da bere.

JOE ALPER Bob Dylan JA x JOE ALPER Bob Dylan JA x

 

DYLAN E IL DISCO

«Da tempo volevo fare un album come questo ma non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi ad arrangiamenti complessi per 30 elementi e adattarli per una band di cinque musicisti. Il segreto di queste interpretazioni? Conoscere bene i brani. È stato fatto tutto dal vivo, in una sola take, due al massimo. Niente sovraincisioni, niente cabina voce, niente cuffie, niente tracce separate. E non mi sento un archeologo della musica».

ava gardner e frank sinatraava gardner e frank sinatra

 

DYLAN E SINATRA 1

«Lui ha inciso nella sua car-riera tutte queste dieci canzoni. È rimasto con noi anche se non c’è più. Tutte le altre cose che pensavamo sarebbero rimaste sono sparite. Lui no. Penso che sarebbe sorpreso di ascoltare Shadows in the night e vedere che l’ho inciso con un quintetto».

JOE ALPER Bob Dylan Suze Rotolo JA x JOE ALPER Bob Dylan Suze Rotolo JA x

 

DYLAN E SINATRA 2

«Sinatra cantava “a” te, non “per” te. Per questo non ho mai voluto essere un tipo di cantante che cantava “per” ma “a” qualcuno».

 

DYLAN E L’AVIDITÀ

frank sinatra foto segnaleticafrank sinatra foto segnaletica

«Queste dieci canzoni celebrano grandi virtù. La vita delle persone di oggi è piena di vizi e dei loro emblemi: l’ambizione, l’avidità e l’egoismo hanno a che fare con il vizio. Prima o poi bisogna rendersi conto di come stanno le cose, o non si sopravvive. Non vediamo la gente distrutta dal vizio, ne intuiamo solo il fascino malato, ogni giorno. Dai cartelloni ai film, dai quotidiani alle riviste. Vediamo la distruzione e il dileggio della vita umana, ovunque guardiamo».

 

DYLAN E L’AMORE

bob dylan a washington nel sessantatre bob dylan a washington nel sessantatre

«Le canzoni di Shadows in the night sono tutto tranne che avide e viziate. Se qualcuno le trova banali o sdolcinate, pazienza. Il romanticismo in ogni caso non passa mai di moda. È radicale. Forse non è al passo con l’attuale cultura dei media».

 

DYLAN E I FAN

«Ai miei concerti vedo 70enni in blazer e ragazze punk, adolescenti in blue jeans e signore in abito da sera».

barillari sinatrabarillari sinatra

 

DYLAN E IL SUO VATE

«C’è stata una sola persona che musicalmente sapeva fare tutto ma proprio tutto, ed era Irving Berlin. Scriveva la melodia e persino i testi. Era un genio assoluto. Aveva questo dono».

 

DYLAN E LO SHOWBIZ

sinatra e crosby sinatra e crosby

«Negli Usa le corporation hanno preso il controllo, anche in studio di registrazione. Se vai da una costa all’altra, noti che tutti indossano gli stessi vestiti, pensano le stesse cose e mangiano lo stesso cibo. È tutto confezionato».

 

DYLAN E LA TV

«La mia è stata l’ultima generazione a crescere senza. Per questo ascoltavamo molto la radio... Era un po’ la nostra TV. Tutto ciò che sentivamo ce lo immaginavamo. Non potevo vedere i cantanti alla radio, allora me li immaginavo».

craxi frank sinatra mogli anna barbara lapcraxi frank sinatra mogli anna barbara lap

 

DYLAN E IL COMUNISMO

«Non sono comunista ma mi chiedo: un miliardario che può comprarsi trenta automo- bili e una addirittura squadra di calcio è felice? La felicità è come l’acqua, scivola via».

 

frank sinatrafrank sinatra

DYLAN E IL RITIRO

«Nel 1966 mollai la musica. Rinunciai alla mia arte per i figli. Lo feci, e mi costò: fu frustrante e doloroso. Ma non avevo scelta. Poi sono tornato».

 

 

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