storia delle serie tv fumagalli

FATE LE SERIE! – IL CINEMA DEVE RASSEGNARSI: ''LE SERIE TV OCCUPANO SEMPRE PIÙ LO SPAZIO DEL CINEMA MEDIO E DI QUALITÀ. IL CINEMA INVECE CONTINUA A PRESIDIARE LO SPAZIO DEI BLOCKBUSTER, DEI FILM PER FAMIGLIE E DEL CINEMA MOLTO AUTORIALE, CIOÈ I FILM DA FESTIVAL'' – ANDREA FUMAGALLI MAPPA L'UNIVERSO DELLA FICTION TV: “I FENOMENI PIÙ INTERESSANTI? “THE YOUNG POPE” E “THE NEW POPE”. IL GRANDE ATTORE? ILLUMINA IL PRODOTTO E RICHIAMA PUBBLICO…” - VIDEO

 

Luigi Mascheroni per "il Giornale"

 

armando fumagalli

Siamo nell' epoca della serialità televisiva. Già.

Ma quale? C' è la serie episodica classica (da Hitchcock a Colombo), c' è lo sceneggiato italiano che va dagli anni '60 alla Piovra, ci sono le serie serializzate (il caso Twin Peaks, che fa impennare il dibattito attorno alla cosiddetta «televisione di qualità»), c' è la comedy (I Simpson, e dopo non fu più come prima), la serialità generalista di qualità (l' intellettualistica Lost), la storia infinita della soap opera (citiamo l' italiana Un posto al sole), e poi i teen drama, le serie a «responsabilità sociale» (il nostro Don Matteo), le inarrivabili serie britanniche (last but not least, Downton Abbey), la serialità dei canali cable e delle nuove piattaforme, Hbo docet (come Chernobyl) fino all' era Netflix e Disney+: The Crown o The Mandalorian...

 

storia delle serie tv in due volumi fumagalli 1

Fare ordine - ragionato - in 70 anni di produzione di storie di finzione per la tv, non è semplice. Ma necessario. E così un pool di esperti e di accademici, coordinati da Armando Fumagalli, direttore del Master in «International Screenwriting and Production» dell' Università Cattolica di Milano (un' eccellenza nel campo della scrittura e della produzione delle serie tv), ha provato a mappare l' universo della fiction televisiva - tra ascendenze, legami, innovazioni, creatività e filiazioni - con un' opera che mancava nel panorama editoriale italiano: una Storia delle serie tv in due volumi (Dino Audino editore), dagli anni '50 all' era dei canali cable e delle nuove piattaforme.

 

Professor Fumagalli, è vero o è un luogo comune che oggi le serie tv, sul piano della diffusione, della qualità e dell' immaginario culturale, hanno ormai conquistato lo spazio del cinema?

«In parte sì. Le serie tv occupano sempre più lo spazio del cinema medio e di qualità. Il cinema invece continua a presidiare lo spazio dei blockbuster, dei film per famiglie e del cinema molto autoriale, cioè i film da festival».

 

il trono di spade

Perché sceneggiatori e capitali si spostano sempre più dal cinema alle serie tv?

«Perché le nuove piattaforme e le nuove forme di distribuzione hanno cambiato completamente le cose, riducendo il ricorso a intermediari nel processo tra la produzione del prodotto e lo spettatore. Si dice disintermediazione. Vuol dire che prima, ad esempio, qualcuno crea La casa di carta, che nasce come serie nazionale, ha successo e poi qualcun altro, Netflix o Amazon, la fanno diventare un fenomeno globale. Ora invece Netlix finanzia direttamente la serie e dopo un mese arriva in 180 Paesi. Pensiamo a Zero, la serie italiana prodotta da Fabula Pictures e Red Joint Film per Netflix.

don matteo

È un processo che permette maggiori investimenti sul singolo prodotto, e che rende maggiori guadagni rispetto a un film tradizionale».

 

Si può fare per le serie tv quello che si fa per la letteratura: stabilire un canone, distinguere dei generi, individuare dei classici?

«La nostra Storia delle serie tv ci prova. Abbiamo mappato generi, formati, strutture narrative. Messo in luce innovazioni, continuità e strutture di genere, e illustrato anche le tecniche di scrittura e di produzione di storie che hanno appassionato milioni di spettatori nel mondo. E poi, per arricchire l' approccio storico, abbiamo proposto l' analisi approfondita di una serie emblematica del periodo o del genere di riferimento. Per capire perché ha tanto successo».

stranger things

 

Un esempio?

«Downton Abbey. Anche se è ambientata nell' Inghilterra del 1912, per struttura del racconto e scrittura dei personaggi - ognuno di loro ha un obiettivo preciso e si trova di fronte a un ostacolo altrettanto preciso, tutti con un tono di fondo positivo, non ci sono depressi, maniaci o criminali... - è una serie più vicina a The West Wing che a tante serie in costume».

storia delle serie tv in due volumi fumagalli 2

 

I fenomeni più interessanti degli ultimi anni?

«Di solito si parla per lo più di alcune serie autoriali, come The Young Pope e The New Pope. In questo caso Hbo sceglie un autore già consacrato dal cinema come Paolo Sorrentino e crea un prodotto autoriale ma per la televisione. Ma prodotti più tipici della serialità televisiva oggi sono Bridgerton o La regina degli scacchi, basata sul romanzo di Walter Tevis. Poi serie nazionali come Lupin prodotto da Gaumont, una storica casa cinematografica francese. Oppure i teen drama, come Stranger Things, che sfrutta una certa nostalgia degli anni '80...».

 

Si può dire che gli autori e gli showrunner valgono più degli attori nel successo di una serie tv?

«Se la serie è breve, il grande attore ha una capacità di illuminare il prodotto e di richiamare pubblico ancora molto alta: penso a Dustin Hoffman per I Medici. Ma in generale, sì: ormai conta più l' autore o lo showrunner, una figura che in Italia non c' è ancora. È il responsabile di tutte le scelte artistiche: regista, attori, sceneggiatura. Diciamo che è un produttore creativo».

this is us

 

Parliamo dell' Italia.

«La serialità italiana sta crescendo e fa cose molto interessanti. Penso a Leonardo: da noi ha ricevuto critiche ma è stata venduta in oltre cento Paesi, portando l' Italia dentro un mercato globale. O Doc. Nelle tue mani che in Francia ha vinto il prime time. E per quanto riguarda la Rai consideriamo che i suoi prodotti seriali raggiungono in media uno share maggiore rispetto alle fiction nazionali degli altri Paesi, come Francia o Spagna...

Il commissario Montalbano fa 10-11 milioni di spettatori, che in rapporto alla popolazione italiana è come se negli Stati Uniti ne facesse 55...».

the young pope the new pope

 

Vizi e pregi delle serie italiane?

«I limiti sono in una certa pigrizia nella scelta degli attori: ci si affida troppo ai soliti nomi noti, e forse servirebbe un lavoro di casting più attento, cercando di spiazzare lo spettatore. I pregi sono una forte connessione col Paese nella scelta degli argomenti, che interessano, sono sentiti - ed ecco i personaggi legati alle radici della nostra storia - oppure, al netto di possibili cadute nel buonismo, che provano a toccare problemi reali, come il razzismo, o il bullismo, o i disagi famigliari... e ci sono mille episodi di Don Matteo in questo senso. Se ci pensiamo, negli Usa le serie avranno un grado qualitativo maggiore, ma sono piene di violenza, di conflitti estremi...».

lost 1

 

Le serie più importanti della storia, per Lei?

«Ne cito qualcuna, magari non le più belle ma quelle che hanno imposto un immaginario o una svolta tecnica negli ultimi 20-25 anni. A livello internazionale dico NYPD, americana, prodotta dal 1993 al 2005. E forse anche E.R., il medical drama creato da Michael Crichton. Poi Friends tra le sitcom. Forse Lost.

E tra le ultime Downton Abbey, This Is Us, serie creata da Dan Fogelman, e... beh, sì, anche se a me non è piaciuta, Il Trono di Spade per il genere fantastico».

the west wing

 

Le novità in futuro per le serie italiane?

«Le troveremo nei generi: più fantasy, forse il western, e ancora più adventures».

 

Meglio un libro o una serie tv?

«Tra I promessi sposi e Beautiful, meglio il libro. Tra un romanzo medio italiano di oggi e The West Wing, meglio la serie tv».

armando fumagalli 1downton abbeylostbridgertondownton abbey 1lupinthe crowntwin peaksthe mandalorian 1er

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…