NO FAZIO PER CIVATI E GIOVANNI VALENTINI SU “REPUBBLICA” SPUTTANA LA TRASMISSIONE DEI RADICAL-MUFFI. E DA PURE RAGIONE A BRUNETTA, ‘’QUANDO CHIEDE ALLA RAI MAGGIORE TRASPARENZA SU CERTI MAXI-CONTRATTI DEI CONDUTTORI’’

L'unico modo per rispondere a domande senza risposta è formulare un'altra domanda. (da "Argento vivo" di Marco Malvaldi - Sellerio, 2013 - pag. 115)

Giovanni Valentini per La Repubblica

Stasera, dunque, non vedremo e non ascolteremo Pippo Civati a "Che tempo che fa". Dopo aver intervistato Matteo Renzi e Gianni Cuperlo nella sua trasmissione su Rai Tre, Fabio Fazio non ha ritenuto di invitare anche il terzo concorrente alle "primarie" del Pd. E così il servizio pubblico televisivo offre ancora una volta un disservizio, violando una regola fondamentale di correttezza e imparzialità che deriva estensivamente dal principio della par condicio.

In base ai pronostici, appare difficile che domani Civati possa vincere le "primarie" del suo partito. Probabilmente non le avrebbe vinte comunque, neppure partecipando a "Che tempo che fa". Ma la sua arbitraria esclusione lascia un margine di dubbio che è sufficiente, da solo, a inficiare questa discriminazione: tanto più ingiustificabile se confrontata con la scelta di Sky Tg 24 che ha invitato tutti e tre i candidati contemporaneamente.

Si dirà che è una questione di ascolti e quindi di pubblicità. Ma proprio qui sta il problema che abbiamo posto e riproposto tante volte a proposito della Rai. Una tv pubblica non può essere "schiava dell'audience"; non deve subordinare cioè la sua programmazione alla legge dello share, tantomeno quando si avventura a parlare di politica. Altrimenti, rinnega se stessa, il proprio ruolo e la propria missione istituzionale.

È vero che per questa ragione Fazio e tanti altri conduttori, per metà giornalisti e per metà "comunicattori" (con due "t"), riscuotono compensi milionari in funzione della raccolta pubblicitaria: e a parte i toni esagitati, non ha tutti i torti il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, quando chiede alla Rai maggiore trasparenza su certi maxi-contratti. Ma è la logica del cane che si morde la coda. E se Civati non fosse stato ospitato a "Che tempo che fa" per il timore di un calo degli ascolti, com'è ipotizzabile, allora neppure gli altri due candidati alle "primarie" avrebbero dovuto essere invitati.

Il fatto è che anche all'origine di questo increscioso episodio c'è l'oggettiva ambiguità del cosiddetto infotainment, il genere televisivo di informazione-spettacolo che spesso non riesce a fare informazione e a volte nemmeno spettacolo.

Il talk show ne rappresenta la massima espressione, con tutte le distorsioni politiche e mediatiche della piazza (o della rissa) televisiva. Eppure, quella di Fazio vuol essere una trasmissione di approfondimento, più riflessiva e pacata, sebbene anch'essa ceda ogni tanto alle tentazioni dello spettacolo, per fare ascolti e racimolare spot: com'era già accaduto, per esempio, con Diego Armando Maradona e il suo sconveniente "gesto dell'ombrello" nei confronti del fisco, rimasto senza una tempestiva replica in diretta e anzi accolto dagli applausi del pubblico in studio.

Né si può pensare di risolvere la questione del servizio pubblico radiotelevisivo, trasferendone il controllo dal ministero dell'Economia a quello dei Beni culturali, come vagheggia ora il ministro Massimo Bray con una buona dose d'improvvisazione: per essere affrancata dalla politica, la Rai deve passare finalmente dalle mani del governo (e cioè dei partiti) a quelle dei cittadini.
In tutto ciò, alla fine la figura migliore l'ha fatta proprio Civati, parzialmente risarcito poi da un'ampia intervista di Monica Maggioni su Rai News 24.

Nella convention dei suoi sostenitori, il "terzo incomodo" ha rinunciato alla consueta litania della protesta e della lamentela, per allestire un finto set di "Che tempo che fa" e mettere in scena una falsa intervista in cui ha risposto diligentemente alle stesse domande che Fazio, riprodotto come un fantasma su un maxi-schermo, aveva rivolto in precedenza ai suoi due antagonisti.
Chapeau bas!

Forse non vincerà le "primarie" e non diventerà segretario del Partito democratico, il giovane Civati. Ma certamente ha stoffa e capacità di comunicazione. E l'ha dimostrato anche in questa circostanza, rispondendo con efficacia e
sense of humour a domande che non gli erano state poste. Il suo contributo sarà senz'altro utile alla futura leadership del Pd.

 

 

GIOVANNI VALENTINI ERMETE REALACCI CARLO DE BENEDETTI renzi da fazio MARADONA GESTO DELL OMBRELLOFabio Fazio con Peter Van Wood e Idris a quelli che il calcio pg CUPERLO RENZI CIVATI CONFRONTO SKYTG CONFRONTO SKYTG RENZI CUPERLO CIVATI CONFRONTO SKYTG RENZI CUPERLO CIVATI CIVATI CONFRONTO SKYTG

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