IL CINEPANETTONE DEI POLITICI ITALIANI: CARNEVALE IN INDIA - FELTRI: “AVVERTONO L’ESIGENZA DI FARE IN RITARDO, E MALE, LE MOSSE CHE NON FECERO A TEMPO DEBITO PER I MARÒ”

Vittorio Feltri per "il Giornale"

Si apre un nuovo filone: il turismo istituzionale. Una folta delegazione italiana, composta da membri delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, è partita ieri da Roma per Delhi. Motivo dell'escursione? Lo spiega Pier Ferdinando Casini in un'intervista concessa al Corriere della Sera: «Esprimere solidarietà ai marò», in procinto com'è noto di essere processati e, forse, condannati all'impiccagione, poiché accusati di aver sparato a un paio di pescatori (o pirati) che si erano accostati, due anni fa, a una nave italiana a bordo della quale Salvatore Girone e Massimiliano Latorre erano di guardia.

La vicenda è stata raccontata spesso e non vale la pena di ricordarne i particolari, tranne uno: la sparatoria avvenne in acque internazionali, fuori cioè dalla giurisdizione indiana; ciononostante, il comandante dell'imbarcazione ubbidì agli ordini delle autorità col turbante e attraccò in un porto indiano, consegnando alla polizia locale i due marinai, colpevoli di aver fatto - da militari - il loro dovere.

Questi i fatti. Quanto avvenuto successivamente è surreale. I marò (illegittimamente) imputati ne hanno viste di tutti i colori, mentre il governo e il Parlamento di casa nostra se ne sono infischiati, pensando che la questione non li riguardasse.

Ora si avvicina il momento topico per i soldati, cioè la formalizzazione delle incriminazioni, e i politici italiani avvertono l'esigenza di fare in ritardo (e male) le mosse che non fecero a tempo debito. Va da sé che si tratta di iniziative velleitarie, peggio: finalizzate soltanto ad accendere i riflettori sui protagonisti della spedizione turistica di cui abbiamo detto sopra. Casini a denti stretti lo ammette: noi andiamo a Delhi senza uno scopo che non sia quello di dimostrare che ci stanno a cuore i due connazionali. Però, che sensibilità!

A questo punto però giova rammentare ancora che in due anni, quanti ne sono trascorsi dal giorno della tragedia in mare, i gentiluomini della Casta, ricoprissero o no un ruolo istituzionale, si sono disinteressati completamente della sorte dei marinai. Anzi. Li hanno presi in giro. Basti pensare che Girone e Latorre ottennero due licenze dagli indiani che consentirono loro di rimpatriare per brevi periodi.

L'ultima volta che misero piede in Italia, accadde l'imprevisto: il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, dichiarò che essi potevano rimanere qui evitando di subire un processo illegittimo, sottoponendosi invece al giudizio di un nostro tribunale. Pareva che il governo fosse d'accordo, al punto che il premier, Mario Monti, si fece fotografare - per celebrare l'evento - accanto ai marò. L'immagine fu pubblicata da tutti i giornali. Ma eravamo su Scherzi a parte.

L'esecutivo si rimangiò l'impegno e i due militari furono obbligati a ritornare tra le braccia dei propri aguzzini. Uno schifo senza precedenti. Il ministro Terzi di Sant'Agata, indignato, si dimise dall'incarico. Adesso che siamo alla vigilia della tragedia, le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato si svegliano, ma non compiono atti ufficiali per salvare Girone e Latorre: semplicemente vanno in gita a Delhi per sottolineare la propria bontà d'animo. E Casini, petto in fuori, se ne gloria. Se il cappio si stringerà attorno al collo dei soldati, qualcuno pagherà? No di certo. Assisteremo al solito piagnisteo e, magari, a funerali di Stato, la nostra specialità.

 

TERZI E MARO Massimiliano Latorre e Salvatore Girone I DUE MARO GIRONE E LATORRE Salvatore Girone fini casini download jpegMASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA BERLUSCONI E FELTRI A L ARIA CHE TIRA DI MYRTA MERLINO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…