feltri pansa belpietro renzi

FELTRI NON CI STA A PASSARE PER RENZIANO E FA LA SPIA SULLE BEGHE DI “LIBERO”: “QUANDO SI DICE CHE BELPIETRO È STATO CACCIATO PERCHÉ ANTIRENZIANO, SI PRENDE UN GRANCHIO. SO CON CERTEZZA CHE BELPIETRO SI È SCOMODATO BEN DUE VOLTE ALLO SCOPO DI RECARSI A PALAZZO CHIGI DOVE HA INCONTRATO RENZI, CON CUI HA FATTO COLAZIONE...”

Lettera di Vittorio Feltri a Marco Travaglio pubblicata da “Libero Quotidiano”

 

BELPIETROBELPIETRO

Qua sotto pubblichiamo la lettera scritta da Vittorio Feltri al direttore de il FATTO QUOTIDIANO, Marco Travaglio, a commento di un articolo pubblicato ieri sullo stesso FATTO relativo all' uscita da LIBERO di Belpietro, Pansa e De Manzoni per presunti motivi ideologici. La rendiamo nota anche ai nostri lettori affinchè siano informati sulle vicende del nostro giornale.

 

Caro Direttore, Marco Travaglio, perdona l' intrusione nel tuo sapido quotidiano, ma sento la necessità di fare alcune precisazioni, dopo la pubblicazione, ieri a pagina 14 del Fatto, di un articolo in cui vengo dipinto come un renziano di ferro, soltanto perché incautamente ho dichiarato che voterò sì al referendum costituzionale.

 

feltri belpietro feltri belpietro

Nel pezzo in questione si racconta che Giampaolo Pansa si è dimesso da Libero perché, a differenza di Maurizio Belpietro, sarei appunto renziano. Cosicché, l'autore del Sangue dei vinti passerebbe al nuovo giornale che, imminentemente, il mio predecessore (nonché successore) fonderebbe allo scopo di osteggiare il premier.

feltri belpietro   feltri belpietro

 

Tutte cose suggestive e che hanno trovato credito nel mondo dei media. Peccato che i fatti siano diversi. Pansa è vero che si è dimesso, ma con me non ha parlato. Si è rivolto direttamente all' amministratore di Libero. Ha fatto bene. Perché io non sono che il direttore editoriale, cioè non conto un tubo.

 

Giampaolo  PansaGiampaolo Pansa

Però il motivo della sua partenza non può essere la mia trascurabile persona, che non lo ha mai infastidito, e sulla quale il famoso giornalista alcuni mesi orsono ha espresso la seguente dichiarazione, che riporto integralmente, avendola copiata da Italia Oggi: «Vittorio Feltri mi piace, dice quello che pensa in modo tale che tutti possano capirlo, anche in tv. Il fatto che la sinistra lo abbia sempre sottovalutato dimostra che al 95% è fatta di coglioni. Io gli do 9. Anzi 10, toh».

 

MAURIZIO 
BELPIETRO
MAURIZIO BELPIETRO

Le gentili frasi pansiane nei miei confronti apparvero anche su Panorama. Ma questo è niente. I lettori allaccino le cinture di sicurezza. Quando si dice che Belpietro è stato cacciato perché antirenziano e io ripreso a Libero perché renziano, si prende un granchio.

 

Perché, caro direttore, Renzi non l' ho mai visto se non in tv. Mentre so con assoluta certezza - roba che non si può smentire - che Belpietro si è scomodato ben due volte, partendo da Milano per Roma, allo scopo di recarsi a Palazzo Chigi dove ha incontrato il Presidente del Consiglio in carica, con cui, in entrambe le circostanze, ha fatto colazione. Spero che il concetto sia trasparente. Io renziano appassionato non ho mai stretto la mano a Renzi né ho stipulato patti con lui.

 

vittorio feltrivittorio feltri

Belpietro, nemico giurato di Renzi, si è intrattenuto due volte a colazione con lui in - suppongo amabile - conversazione. La verità è che io non sono mai stato culo e camicia con nessuno, neanche con Berlusconi, che in effetti mi detesta, o altri premier, mentre Belpietro - che pure stimo - da lustri tiene rubriche televisive (ben retribuite) per Mediaset e ha avuto due contatti fisici non so di quale tipo con Renzi. Chissà perché poi il renziano sarei io. Non ti sembra tutto abbastanza grottesco? Grazie. E scusa se ti ho importunato.

 

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…