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FICHE IMPERIALI SUGLI OMONIMI FORI - SORRENTINO E SCAMARCIO GIRANO IL FILM SULL’UNICA VERA ROVINA DI BERLUSCONI (LA PATONZA) TRA LE ROVINE DI ROMA. UNA FROTTA DI SCOSCIATE RAGAZZE CORRE APPRESSO ALL’ATTORE CHE INTERPRETA GIAMPY TARANTINI: COME RIVELÒ DAGOSPIA, IL FILM VERTERÀ PIÙ SUI FATTI DELL'INCHIESTA PUGLIESE (PALAZZO GRAZIOLI-VILLA CERTOSA) CHE SUL BUNGA BUNGA DI ARCORE

 

1. SCRIVEVA DAGOSPIA UN MESE FA: IL FILM DI SORRENTINO AVRÀ AL CENTRO IL BUNGA BUNGA CON TARANTINI TRA ROMA (PALAZZO GRAZIOLI) E VILLA CERTOSA, PIÙ CHE QUELLO DI ARCORE

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/veronica-lario-lsquo-sorrentino-mi-disse-che-film-sara-153070.htm

 

sorrentino e scamarcio girano il film su berlusconi  9sorrentino e scamarcio girano il film su berlusconi 9

DAGONOTA - Chi ha letto la sinossi completa del film di Sorrentino, tra capre, squillo, ventenni albanesi ‘preferite di Silvio’, ministri ingrifati, simil-Tarantini e para-D’Addario, decine di donne radunate nella villa in Sardegna, Noemi Letizia, showgirl spedite al Parlamento Europeo, liti con Veronica Lario, notizie sul ‘bunga bunga’ (anche se il film si svolge tra il 2008 e il 2010, prima che sui giornali finisse la famosa barzelletta di Gheddafi, e non è l’unica licenza cronologica che si prende Sorrentino).

 

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Si parla anche dell’origine della ricchezza di Silvio, di Milan, compravendita di senatori, terremoto all’Aquila. Ma è il sottobosco che si agita tra la Puglia, Villa Certosa e Palazzo Grazioli a Roma (più che le olgettine di Arcore) il centro di ‘Loro’. Le speranze di Veronica Lario, consegnate alla sua biografa Maria Latella, al momento si scontrano con la realtà del progetto del regista napoletano. A meno che l’offerta di Berlusconi di offrirgli ville, case e location non possa ammorbidirlo…

 

 

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2. "LORO", IL BERLUSCONI DI SORRENTINO PRENDE VITA SUI FORI IMPERIALI

Fulvia Caprara per ‘La Stampa

 

Una squadra di ragazze in bilico sui tacchi a spillo, strette in miniabiti dalle scollature vertiginose, sfilano, nel cuore della notte romana, tra i Fori Imperiali e il Colosseo, pronte a essere inquadrate dalla macchina da presa del premio Oscar Paolo Sorrentino. Con loro c' è Riccardo Scamarcio, in abito blu con camicia bianca, ovvero nelle vesti dell' imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini, accusato di aver gestito il giro di escort che ruotava intorno all' ex-premier Silvio Berlusconi.

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Dopo gli annunci, le anticipazioni e le fughe di notizie, Loro , il nuovo film dell' autore della Grande bellezza , diventa realtà, ciak dopo ciak, sullo sfondo dei veri luoghi dove i fatti si svolsero. Intorno al set massima eccitazione, viavai di furgoni e riflettori, e poi il grido che, prima della ripresa, impone il silenzio e alla fine ne decreta la riuscita o meno. La lavorazione va avanti dalle 19 fino alle 5 di mattina, non è ancora presente il protagonista, Toni Servillo, che interpreta il leader di Forza Italia, e non si è ancora vista nemmeno Elena Sofia Ricci che sarà l' ex consorte Veronica Lario.

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Per i turisti incantati, a passeggio nella capitale, il set è una sorpresa eccitante, tutti sbirciano cercando di capire che cosa succedendo, ma per il momento l' unica, vera attrazione, è il regista all' opera, in jeans, maglietta e giacca grigia.

 

Tra stop e cambi di luci, Sorrentino impartisce ordini, chiarisce obiettivi, rilegge passaggi del copione, cura ogni cosa nei minimi particolari. La scena di cui si intravede un assaggio conferma che il film, scritto dall' autore insieme con Umberto Contarello, prodotto da Indigo, acquistato da «Focus Features» e distribuito da Universal Pictures Italy, si sofferma sulla fase calante dell' impero berlusconiano, quella degli scandali, dei festini a base di bunga-bunga, delle amanti minorenni, dei faccendieri e di Ruby Rubacuori.

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Il titolo dell' opera, volutamente scelto per indicare l' oro in senso di ricchezza, ma anche «loro», cioè l' entourage che caratterizzò l' epoca berlusconiana, riflette l' ispirazione che la guida: «Il potere - ha chiarito a suo tempo il regista- è una delle tentazioni più forti del genere umano». Un' attrazione invincibile che può condurre alle scelte più infauste. Una maledizione piena di fascino, che stimola fantasia e immaginazione.

 

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La chiave, insomma, potrebbe essere quella usata per Il divo , nessuna denuncia esplicita, ma fatti, facce, eventi che stimolano emozioni più forti di qualunque giudizio. «Sono italiano e mi interessa fare film sugli italiani - aveva detto Sorrentino a Cannes -. Berlusconi è un archetipo dell' italianità e, attraverso di lui, si possono raccontare gli italiani». Ora l' idea prende forma, e la Roma deserta e attonita d' agosto non può essere teatro migliore.

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