UN SINISTRATO PICCOLO PICCOLO - LO SCENEGGIATORE DI NANNI MORETTI: “HO SBAGLIATO A ODIARE CRAXI - BERLINGUER, CON IL SUO ODIO PER IL PROGRESSO, CI HA FATTO DIVENTARE REAZIONARI - BERTINOTTI? UN DISASTRO”

Stefania Rossini per "l'Espresso"

Francesco Piccolo ha scritto un romanzo, un'autobiografia e un manifesto di liberazione dai luoghi comuni della sinistra. Lo ha fatto con un solo libro, "Il desiderio di essere come Tutti" (Einaudi), da meno di un mese in libreria e già in sospetto di diventare una pietra miliare di una generazione politica. Quella che oggi ha intorno ai cinquant'anni, che è cresciuta nel mito di Berlinguer, che ha detestato Craxi per principio e che ha avuto la vita adulta dominata dall'insopportabile presenza di Berlusconi.

Forte della sua storia personale di comunista, garantito dalla fama dei suoi lavori più noti, come la sceneggiatura del "Caimano" di Moretti e la collaborazione con Fazio e Saviano in tv, Piccolo si permette di dire esplicitamente quello che molti hanno più volte sospettato: la sinistra, con la convinzione di ritenersi pura, diversa e superiore, e con la presunzione di farsi portabandiera dell'etica, ha condannato se stessa alla sconfitta e si è resa corresponsabile dello stato del Paese.

Una provocazione per gli indignati di professione, resa convincente da una narrazione smaliziata e complice che impasta eventi pubblici e fatti privati, chiamando ciascuno a confrontarsi con le proprie responsabilità e strappandolo alla tentazione di sentirsi sempre in un rassicurante "altrove".

Eppure la copertina del suo libro ricalca la prima pagina dell'"Unità" il giorno del funerale di Berlinguer, con quel gigantesco "Tutti" che sembra il contrario della separatezza.
«Infatti proprio lì è il nodo della questione. Quel giorno, a piazza San Giovanni, nelle strade, davanti agli schermi televisivi, non piangeva soltanto il popolo comunista, ma tutti. Berlinguer ormai era amato universalmente. Persino Almirante ne diceva bene».

Lei dov'era?
«Davanti alla tv, appunto, chiuso nella camera da letto dei miei genitori, piangendo senza freni con la paura di essere scoperto da mio padre, convinto uomo di destra che ha sempre votato Movimento sociale e poi Alleanza nazionale e che doveva sopportare di avere un figlio comunista. Ma io, alzando il pugno chiuso mentre la bara sfilava tra la folla, mi sentivo disperatamente parte di tutti».

E allora cos'è che non va in quel "Tutti"?
«Il sentimento di essere sì tutti, ma tutti quelli che appartengono a una parte migliore. Berlinguer, che aveva avuto il grande momento da statista con il tentativo di unire il Paese nel compromesso storico, dopo il suo fallimento aveva lanciato l'alternativa democratica, cioè il ripiegamento su se stessi con il culto dei valori perduti e il fastidio per il progresso. Ci aveva così condannato ad essere reazionari».

Addirittura, Piccolo? Sta trasferendo la parola reazionario alla sinistra?
«Come chiamerebbe la decisione di non partecipare più al presente e di frenare l'ammodernamento della società? Ammettiamolo: da quel momento in poi siamo stati reazionari. Ma la colpa, più che di Berlinguer, è di quanti hanno continuato a interpretare il suo sottrarsi ai tempi come un'idea virtuosa. Ancora oggi viene evocato soprattutto il suo discorso sull'austerity. E questo mentre Craxi cavalcava spavaldamente la modernità».

Che fa? Riabilita anche Craxi, da quarant'anni il nemico pubblico della sinistra?
«Guardi, io l'ho odiato come tutti i comunisti, ma sbagliavo. Craxi ha fatto in modo di impersonare anche la degenerazione del suo tempo, però all'inizio è stato un interprete acuto dei bisogni della società. Aveva una forza progressista che a noi mancava e non si capacitava dell'arretratezza dell'altra costola della sinistra. Diceva giustamente che Berlinguer vedeva ancora il mondo in bianco e nero. Pensi solo alla lotta contro il decreto di San Valentino, quello sulla scala mobile, che fortunatamente abbiamo perso».

San Valentino è per lei anche un infelice ricordo sentimentale. Fu piantato in asso da una ragazza per manifesta fatuità. Come andò?
«Andò che erano cominciati i frivoli anni Ottanta e io cercavo disperatamente di farmi amare da una compagna di scuola bella e rivoluzionaria. La seguivo negli incontri del suo gruppo dove mi guardavano come un infiltrato, proprio mentre a casa mi dicevano che facevo il comunista con i soldi di papà. Ebbi però la malaugurata idea di regalarle uno Snoopy di peluche. Mi guardò con disprezzo e me lo sbatté sul petto dicendomi: "Come ti viene in mente? Anche il giorno di San Valentino noi siamo impegnarti a fare politica". Fu un dolore immenso perché solo molti anni dopo avrei capito che lei, come tutta la sinistra, non era in grado di "cercar coralli"».

Che cosa vuol dire?
«Gli uomini delle caverne uscivano e rischiavano la vita non solo per procurarsi cibo, ma anche per trovare coralli e fare collane. Se la sinistra non impara a coniugare la leggerezza e la serietà, e quindi a rappresentare davvero tutti, resta elitaria e reazionaria».

Ci sarà stato pure qualcuno in tutti questi anni che si sia avvicinato a questa idea di inclusione.
«Forse soltanto Veltroni con il discorso del Lingotto, ma purtroppo solo in teoria».

Comincio a sospettare che anche qui si finisce a Renzi.
«Lo so, Renzi non piace a chi coltiva i vecchi valori. La sinistra ha paura di vincere e, quando vede qualcuno che può farcela, gli si scaglia contro in tutti i modi. Nelle primarie con Bersani, Renzi ha invece messo in moto idee molto modernizzanti. Non vorrei che ancora una volta la modernità venisse confusa con la faciloneria e la mancanza degli alti principi».

Non sarà anche che lei è attratto dalla superficialità. Nel libro ne fa un continuo elogio.
«È un sentimento importante, ti permette di guardare le cose del mondo senza fartene invadere come se stessero succedendo anche a te. Mi ci ha avvicinato mia madre tanti anni fa con una purga».

Racconti.
«A Napoli c'era il colera e a Caserta si viveva nel terrore di essere contagiati. Quando vengo colto da dolori lancinanti alla pancia, ho la certezza assoluta di morire. Ma scopro che mia madre mi aveva dato una purga, dimenticandosi del colera. In quel momento capisco che tutti i drammi sono sopportabili. Più tardi ho incontrato una persona che quando mi disperavo perché Berlusconi aveva vinto le prime elezioni, mi ha detto "E che sarà mai!". L'ho sposata, facendomi aiutare ad attraversare la vita senza pesantezza».

Nell'intreccio tra pubblico e privato il suo romanzo mette in scena personaggi letterari o cinematografici, ma anche reali. Qualcuno è prevedibile, come Bertinotti...
«Un disastro. Ha fatto cadere un governo buono come quello di Prodi per dimostrare che lui era puro e ha cambiato la storia di questo Paese. E purtroppo è stata anche colpa mia perché l'avevo votato. Da quel giorno è cambiato anche il mio atteggiamento verso la sinistra, anzi verso la vita».

Qualcun altro inaspettato, come Camilla Cederna.
«Una scrittrice meravigliosa che fece un'operazione di una faziosità terribile. Il suo libro sul presidente Leone fu uno dei primi che lessi da ragazzo. Mi lasciò un senso di imbarazzo per l'uso spregiudicato della vita privata del protagonista e dei suoi familiari. Un metodo che purtroppo ha fatto scuola».

Era inevitabile: siamo arrivati a Berlusconi.
«Della cui vita privata non ho il minimo interesse. Penso anzi che tutto quell'accanirsi sui gusti, sui gesti, sui modi di vestire o di parlare, e soprattutto sugli scandali sessuali, abbia disperso l'energia oppositiva, che doveva essere indirizzata politicamente. Credo che tutto ciò sia servito alla sinistra per distanziarlo e sentirsi migliore di lui».

Le ricordo, Piccolo, che lei è uno degli autori del "Caimano". C'è un mondo di indignati là fuori che grida contro la politica e vuole mandare Berlusconi in galera.
«Lo so. E il guaio è che si insiste a compiacere questa tendenza. Nel "Caimano" abbiamo cercato di indicare la corresponsabilità di tutti, proprio facendo interpretare il protagonista da Moretti, ma forse non è stato capito. All'indignazione e all'antipolitica, si sta rispondendo ancora brandendo l'arma dell'etica. Anche Enrico Letta che non ha dato prova di aver fatto alcunché, si fa forte di essersi diminuito un po' di stipendio».

E così non abbiamo salvato nessuno. Un'ultima curiosità: come mai in questa lunga messa a punto politico-esistenziale non c'è un solo accenno all'uso della giustizia?
«Proprio per evitare di occuparmi di Berlusconi in quel senso. Ma il problema c'è ed è serio. Quando avevo vent'anni per capire queste faccende si leggeva "il manifesto". Quel giornale ci indicava il garantismo come grande battaglia della sinistra. E ci insegnava che aver voglia di mandare la gente in galera non è una bella cosa. Adesso un giovane compra "Il Fatto" e impara che è bene che in galera ci vadano tutti».

 

 

FRANCESCO PICCOLO FRANCESCO PICCOLONanni Moretti Nutella NANNI MORETTI NANNI MORETTI jpegACHILLE OCCHETTO ENRICO BERLINGUER jpegBianca Con Enrico Berlinguer nel 1982CdS via del Parlamento con Craxi Frescobali Piazzesi Petracca Zincone Franchi copia lbch13 prodi bertinottiBOBO CRAXI BETTINO E SILVIO BERLUSCONI DALEMA E RENZI

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…