1- IL FURBASTRO PONZELLINI, DOPO ESSER STATO MOLLATO DALLA LEGA, STRIZZA L'OCCHIO A FORMIGONI PUR DI NON CEDERE IL PASSO AL GIOVANE ARPE. LA MEDIOBANCA DI NAGEL E LA SUA CONTROFIGURA PAGLIARO NON AMA MATTEUCCIO, MA NON AMA NEMMENO LE FURBIZIE BOTTEGAIE DI PARAPONZO PONZELLINI, E PUR DI METTER FINE ALLA PENOSA TELENOVELA BPM SONO DISPOSTI A DIMENTICARE GLI ANTICHI RANCORI 2- IL VIAGGIO A WASHINGTON È L'OCCASIONE PER DRAGHI DI PRESENTARE "UFFICIALMENTE" AGLI AMICI AMERICANI L’EREDE SACCOMANNI, L'UOMO CHE HA SFILATO LA POLTRONA AL PALLIDO VITTORIO GRILLI CON GRANDE SCORNO DEL POVERO GIULIETTO 3- C'E' UNA VICENDA CHE SPIEGA IN MODO ELOQUENTE LA DISATTENZIONE DI ALEMANNO PER GLI AFFARI DEL CAMPIDOGLIO. IN BALLO C’E' L'INTERA GESTIONE DEI SERVIZI INFORMATICI 4- IL “SOLE 24 ORE” BRUCIA PAOLO GLISENTI PER UN APPALTO (SENZA GARA) DA 640MILA EURO

1- IL VIAGGIO A WASHINTON È L'OCCASIONE PER DRAGHI DI PRESENTARE "UFFICIALMENTE" AGLI AMICI AMERICANI L'EREDE SACCOMANNI, L'UOMO CHE HA SFILATO LA POLTRONA AL PALLIDO VITTORIO GRILLI CON GRANDE SCORNO DEL POVERO GIULIETTO
Le segretarie di Draghi e Saccomanni meritano una medaglia. Per tre giorni sono state messe a dura prova dal Governatore uscente e da quello entrante (Saccomanni) che fino a ieri mattina hanno chiesto di prenotare il volo per Washington con diverse compagnie aeree e in orari differenti.

Tanta incertezza da parte di due uomini che sono abituati a pianificare anche i loro sospiri, non era un capriccio da primedonne ma trovava la sua ragione nel pasticcio della politica e nella turbolenza dei mercati dove il verme malefico dello spread e' schizzato alle stelle. D'altra parte Draghi si e' sempre rifiutato di imitare la cattiva abitudine del suo predecessore Antonio Fazio che per spostarsi noleggiava jet privati lasciando nelle mani delle segretarie fatture pesanti.

Finalmente ieri mattina i due big di Via Nazionale si sono decisi a partire con un volo Alitalia e la stessa cosa ha fatto Vittorio Grilli mentre Giulietto Tremonti saliva su un aereo della Continental lasciandosi alle spalle l'ira del Presidente Patonza , e il suo nuovo portavoce Filippo Pepe che sognava il battesimo ufficiale tra i 13mila partecipanti all'assemblea del Fondo Monetario.

A quest'ora Draghi e' gia' in piedi in una delle 59 suites da mille dollari dell'Hotel "Four Seasons" che si trova in Pennsylvania Avenue e sta per entrare ai lavori finali del G20 che saranno seguiti dall'apertura del meeting del Fondo Monetario. Il programma e' massacrante, ma era inimmaginabile che il Governatore disertasse l'Assemblea. In ballo c'e' lo sbarco imminente alla BCE di Francoforte e il tentativo di ridare un po' di credibilita' al sistema Italia.

Inoltre questo viaggio è l'occasione per presentare" ufficialmente" agli amici americani il successore Saccomanni, l'uomo che ha sfilato la poltrona al pallido Vittorio Grilli con grande scorno del povero Giulietto. L'agenda non prevede conferenze stampa congiunte e i poveri giornalisti che aspettano con ansia di buttarsi sul buffet che Corradino Passera ha preparato per domenica sera, dovranno accontentarsi di qualche battuta indolore.

2- IL FURBASTRO PONZELLINI
Che Massimo Ponzellini, il massicio banchiere fosse furbo a Bologna l'aveva capito perfino l'amico Prodi che rivendica il primato dell'astuzia. In pochi avevano pero' compreso che il capo di Impregilo e della Banca Popolare di Milano, piu' che furbo e' "furbastro" fino al punto di credere che sia possibile mettere nel sacco anche la Banca d'Italia. Qui , purtroppo per lui, e' andato a sbattere contro il Capo della Vigilanza, Anna Maria Tarantola, una signora dai modi gentili e il guanto di ferro.

Cosi' quando ieri ParaponziPonzellini ha lasciato sulla scrivania della dirigente e dei funzionari la seconda bozza del nuovo Statuto che dovrebbe definire la nuova governance di BPM, gli uscieri di via Nazionale hanno visto volare il documento dalla finestra. Sembra infatti che il furbastro banchiere non abbia ancora capito che con l'introduzione (richiesta da Bankitalia) del sistema duale, i pieni poteri di gestione dovranno finire nelle mani del futuro amministratore delegato.

E qui il discorso ritorna a Matteuccio Arpe, il 47enne milanese che e' pronto a metter sul piatto 200 milioni per rientrare nel risiko della finanza. Gli amici di Londra, che lo hanno sempre sostenuto con elogi a volte imbarazzanti, si chiedono che cosa spinga l'abbronzatissimo "rotweiller" a infilare le mani in una banca come BPM dove tra sindacati nazionali, rappresentanze interne e Amici delle Bipiemme, il caos regna sovrano.

Per capire il groviglio di interessi basta vedere quello che e' successo ieri quando e' spuntata la voce che Andrea Bonomi (figlio della defunta regina del mattone) sarebbe pronto a garantire il prossimo aumento di capitale con la sua InvestIndustrial, un fondo creato nel 1990.

In realta' a muovere le acque c'e' sempre dietro le quinte il furbastro Ponzellini che dopo esser stato mollato dalla Lega strizza l'occhio a Formigoni pur di non cedere il passo al giovane Arpe. A quanto si e' capito nelle ultime ore Matteuccio e' sempre piu' perplesso e scruta con attenzione le mosse di Mediobanca che guida il consorzio di banche per l'aumento di capitale di BPM. A Piazzetta Cuccia non lo amano, ma non amano nemmeno le furbizie bottegaie di Ponzellini, e pur di metter fine alla penosa telenovela Nagel e la sua controfigura Pagliaro sono disposti a dimenticare gli antichi rancori.

3- C'E' PERO' UNA VICENDA PIU' RECENTE CHE SPIEGA IN MODO ELOQUENTE LA DISATTENZIONE DI ALEMANNO PER GLI AFFARI CHE GIRANO NEI SUOI UFFICI. QUESTA VOLTA IN BALLO E' L'INTERA GESTIONE DEI SERVIZI INFORMATICI
Il sindaco dalle scarpe ortopediche, Gianni Alemanno ha la testa nella politica, quella che si gioca a livello nazionale piuttosto che nelle periferie romane. Con questo spirito ha aperto oggi i lavori della sua Fondazione Nuova Italia che per tre giorni discutera' al Palazzo dei Congressi come "cambiare, partecipare, unire" .

Forse e' questa la ragione che lo porta a distrarsi dalla cucina del Campidoglio dove ai piatti malsani di tante "parentopoli" si aggiungono errori e ritardi clamorosi. Gli ultimi episodi riguardano alcune gare importanti intorno alle quali ballano milioni di euro. La prima si riferisce all'appalto per il tunnel da 600 metri che dovrebbe passare sotto la "Bara Pacis" a fianco del Tevere, oggetto ai primi di settembre di un pesante attacco del quotidiano ‘Il Fatto' che ha rivelato i ritardi e lo strano balletto tra le ditte di Luisa Todini, Salini Grandi Lavori e Astaldi.

C'e' pero' una vicenda piu' recente che spiega in modo eloquente la disattenzione di Alemanno per gli affari che girano nei suoi uffici. Questa volta in ballo e' l'intera gestione dei servizi informatici attraversi i quali il Comune controlla la contabilita' e il personale. A giugno dell'anno scorso il dipartimento Risorse Tecnologiche diretto da Emilio Frezza (ex-Telecom,ex-Wind) ha indetto la gara con una base d'asta di 21 milioni, invitando le piu' grandi aziende del settore.

La sorpresa del povero Frezza e dei funzionari di Alemanno (desiderosi di fa risparmiare soldi al Comune) e' stata enorme quando hanno visto che la migliore offerta economica conteneva un miserando ribasso di soli 75mila euro rispetto ai 21 milioni indicati come cifra di partenza. A fare l'offerta cosi' benevola e' stata la societa' romana Engineering, un'azienda che si e' presentata alla gara sottobraccio a IBM. Lo sbalordimento e' stato ancora piu' grande quando sono state aperte le buste degli altri concorrenti e si e' visto che Exprivia, la societa' seconda classificata , aveva praticato uno sconto di 11 milioni.

Adesso in Campidoglio non sanno che pesci prendere e l'aggiudicazione dell'appalto e' bloccata sotto gli occhi severi della statua di Marc'Aurelio.Occhi ben lontani da quelli di Alemanno che guarda alla grande politica mentre le casse del Comune piangono.

4- IL "SOLE" BRUCIA GLISENTI PER UN APPALTO (SENZA GARA) DA 640MILA EURO AFFIDATO ALLA SUA SOCIETA'
"Avviso ai Naviganti: si avvisano i signori naviganti che il barbuto Paolo Glisenti e' di nuovo nel mirino dei giornali. A mettere sulla ribalta l'ex-spin doctor di Letizia Moratti di Rivombrosa e' Il Sole24Ore che lo chiama in causa per un appalto (senza gara) da 640mila euro affidato alla sua societa' di comunicazione per realizzare i siti internet della SEA, l'azienda che gestisce Malpensa. La cattiveria del giornale di Confindustria arriva al punto di mettere in discussione non solo l'anomalia dell'appalto, ma anche la qualita' delle prestazioni fornite.E per Glisenti questo e' davvero troppo".

 

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