GABANEIDI - SE MI-JENA NON PARLA DELLA VITA PRIVATA, CI PENSA IL MARITO: “PER FORTUNA NON È DIVENTATA PRESIDENTE”

Tiziana Sabbadini per "Vanity Fair"

Per 24 ore ha rischiato di diventare first marito. È tranquillo e divertito, Luigi Bottazzi, adesso che l'incubo è finito e sua moglie Milena Gabanelli è tornata a concentrarsi su Report. Ma la mattina del 16 aprile è stato il caos: la giornalista ha saputo dal Web di essere arrivata prima alle Quirinarie, le consultazioni del Movimento 5 Stelle per eleggere il presidente della Repubblica. «Sono lusingata e sopravvalutata», ha detto lei, poi s'è presa una notte per decidere se accettare la nomination.

Luigi, come avete affrontato il panico?
«Stavo a casa nostra a Bologna, lei a Roma. Ci sembrava tutto incredibile. Mi ha chiesto consigli, ma la decisione era sua. Milena era in crisi. Senza neanche una telefonata di Grillo, si era trovata in un impegno gigantesco. E con il montaggio di Report da finire. Sa, lei segue ogni servizio come un neonato».

Poi è arrivata la notte.
«E lei ha chiuso il cellulare per lavorare in pace».

Ha dormito?
«Ho pensato: "Se accetta, al massimo mi rifaccio il guardaroba e mi metto la cravatta", che detesto. E mi sono addormentato. La mattina lei ha deciso che rinunciava, e ha fatto un comunicato».

È stato sollevato?
«Sì. Poi Grillo ha ripreso a insultare Bersani e tutto è tornato come prima».

Vostra figlia Giulia come l'ha presa?
«Era tesa, forse voleva espatriare. Temeva di essere inseguita dai fotografi».

A Bologna invece la vita è tranquilla. Da quando vivete qui?
«Milena e io ci siamo conosciuti nel 1976. Eravamo studenti al Dams, lei cinema e io musica. Ci siamo sposati nell'80 quando eravamo alla fame, al minimo della sopravvivenza. Ma il nostro è sempre stato un amore grande, legato al fatto che lei è lei e io sono io».

Sono passati 30 anni.
«E c'è ancora un affiatamento notevole tra di noi. Milena vive a Roma dal martedì al sabato, ma questa lontananza tiene vivo il nostro rapporto».

Come sono cambiati i vostri interessi comuni, negli anni?
«All'inizio era il cinema: correvamo a Cattolica per vedere l'ultimo film bulgaro del Mystfest. Ancora mi meraviglio di me stesso. Poi è arrivata nostra figlia. Milena cominciava Mixer: andava in Cina, Vietnam. Io a casa con Giulia. Ma al ritorno era una mamma dolcissima».

E adesso?
«Leggiamo molti libri, ci scambiamo i gialli di Simenon. Invitiamo il nostro amico Stefano a cena. Coltiviamo l'orto nella nostra casa a Mongardino. Io vango, zappo, mentre lei ama la natura».

E quando Milena non c'è?
«Canto nel coro dei Servi, ho la mia band brasiliana, suono la chitarra, tengo un corso di musica alla scuola Gandino».

Risponde anche alle interviste.
«Questa è la prima. Del resto, i pensionati sono fatti apposta per essere disturbati. E per intrattenere la gente».


L'UOMO PER LEI
Chi conosce Milena Gabanelli è concorde: suo marito è l'unico uomo adatto a lei. Luigi Bottazzi è tranquillo, alla buddista. Esempio: appena nata Giulia, la Gabanelli è partita in missione per Mixer ed è rimasta all'estero per mesi. Mentre Luigi, pacifico, faceva tutto in casa. E appena riusciva a mettere la bambina a letto, invitava gli amici a cena e cuoceva la pizza nel forno.

LA SUA RAGAZZA
Giulia s'è appena laureata in Giurisprudenza. Abita in centro, in una via con molte osterie storiche. Da ragazzina suonava il basso nel gruppo rock femminile Mumble Rumble. La potete vedere su Youtube.com/mumblerumblerockband. «Come tutte le mamme, con lei sbaglio sempre», ha detto Milena.

CASA A PORTATA DI TRENO
I Bottazzi, a Bologna, hanno vissuto per anni in via del Carro, nell'ex ghetto. Da qualche anno si sono trasferiti a pochi passi dalla Stazione Centrale, in modo che Milena possa prendere al volo un Frecciarossa per Roma. Durante il percorso non si ferma ai bar (anche perché lei ama fare colazione in casa: frutta, caffè, pane e miele), ma fila via dritta, dicono i negozianti. Solo nei fine settimana entra al massimo al lavasecco.

MONACALE AI FORNELLI
Le piace cucinare: piatti molto semplici, monacali, dal sapore sottile e squisito, dice chi è stato a casa sua. Solo una volta s'è lanciata nella complicata (e lombarda) cassoeula. Il vino lo preferisce rosso, morbido.

IL SUO UNICO AMICO
Al Messaggero la Gabanelli ha detto che a Bologna ha un solo amico ed è il suo droghiere. Lui si chiama Stefano Delfiore, presiede l'Enoteca Antica Drogheria Calzolari di via Petroni. Grande esperto di vini, è soprattutto poeta e scrive in dialetto opere come Al cafà d'levènt (Editore Mobydick). «La prima volta che ho incontrato Milena era il 1984, a casa sua», racconta.

«Mi avevano portato alcuni amici e lei mi aveva fatto un'impressione orrenda. Era spinosa. Mi sono detto che mai e poi mai l'avrei rivista. Invece, qualche tempo dopo, eccomi ancora là. Stessa impressione. "Ma che cavolo sono venuto a fare? Non succederà mai più", mi sono ripetuto. E invece... Lei era astiosa anche quando era una studentessa del Dams e, nei primi contatti, così è anche adesso: subito allontana la gente, e poi filtra le persone giuste. Quando le trova, non le molla più e diventa una persona eccezionale, morbida, chiacchierona, sensibile, generosa». A Bologna, frequenta anche l'avvocato cassazionista Guido Magnisi.

«L'HO SPEDITA IN CINA»
Il primo a scoprirla è stato Giovanni Minoli: «Quando l'ho testata per Mixer avevo intuito la sua assoluta determinazione. Nel 1990, l'avevo mandata in Cina, in Cambogia, è stata la prima giornalista a sbarcare a Pitcairn, dove vivevano i discendenti degli ammutinati del Bounty. Poi in Cecenia con Ettore Mo. Con la sua telecamera è stata a Bukovar dietro il sanguinario capitano Arkan, però non era embedded come tutti i giornalisti: era sola, a rischiare davvero la pelle. Era autonoma e allo stesso tempo sapeva fare squadra già allora. Ma non è mai stata la dolcezza in persona. Ha un carattere spigoloso e ruvido. Se sarebbe stata un buon presidente della Repubblica? Non c'è una domanda di riserva?».

REGALI ZERO
Sotto Natale, una volta, ha ricevuto una cassa di vini da uno sconosciuto. Li ha fatti valutare e, quando ha saputo che erano pregiati e costosi, li ha rispediti al mittente. Perché non vuole regalie: le preme troppo essere indipendente sul lavoro.

CHE SFILATA, DAI GAY
Il presidente del circolo gay Cassero, Vincenzo Branà, ricorda quando nel 2005 invitò la Gabanelli a presiedere la giuria di Miss Alternative. La sfilata di abiti si teneva sempre in Piazza Maggiore, ma quell'anno il sindaco Sergio Cofferati aveva negato l'accesso. «Lei era arrivata nel locale stabilito, il Link, assieme al marito con un'ora di anticipo. Si era seduta, muta, al suo posto in mezzo a una folla urlante di gay che provavano i vestiti. Non è andata via, ha fatto quello che aveva promesso: forse anche sull'onda di un latente anticofferatismo, ma con umiltà».

 

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