salvini di maio rai

GIALLOVERDI PIGLIATUTTO: FORZA ITALIA E PD FUORI DAL CDA RAI, SOPRATTUTTO SE I BERLUSCONES VOGLIONO LA VIGILANZA (IL PD VUOLE IL COPASIR). IL CDA NOMINA TRA I SUOI MEMBRI IL PRESIDENTE MA PER FARLO HA BISOGNO DELL' OK DELLA VIGILANZA A MAGGIORANZA DI DUE TERZI. E IL PD NON DÀ I NOMI PER LE COMMISSIONI DI GARANZIA FINCHÉ IL GOVERNO NON FARÀ ''CHIAREZZA'' - CDP E NOMINE: IMPAZZA IL TOTONOMI

Rosario DImito e Emilio Pucci per il Messaggero

 

LA TRATTATIVA

SALVINI DI MAIO

 Un vertice tra sabato e domenica di Conte con Salvini e di Maio per chiudere il risiko delle nomine. Forza Italia vuole la guida della Commissione di Vigilanza Rai? E allora deve rinunciare ad esprimere un membro del Cda di viale Mazzini. E' la Lega stessa a mettere alle strette il partito di Berlusconi. A creare l' impasse sulle commissioni di garanzia non è tanto il braccio di ferro tra Pd e Fratelli d' Italia.

 

Sia i dem che il partito di Meloni chiedono la presidenza del Copasir, ma in realtà anche per il governo giallo-verde lo schema dovrebbe rispettare le indicazioni fornite informalmente dai vertici istituzionali. Ovvero che il Comitato dei servizi e la Commissione di vigilanza Rai (i grillini preferirebbero affidare al Pd quest' ultima) siano appannaggio dei due partiti maggiori dell' opposizione. La vera partita è legata agli equilibri interni a viale Mazzini.

GASPARRI-AS-ROMA

 

Il Carroccio sta trattando con M5s sulla rivoluzione da attuare e vuole tener fuori FI. La maggioranza punta all' en plein. Potrebbe lasciare solo un componente all' opposizione «ma solo se ci sarà accordo su tutto», viene spiegato, e trapela la tentazione di consegnare il prezioso seggio a Fratelli d' Italia. I membri del Cda, secondo la nuova governance, sono sette: due eletti dalla Camera e due dal Senato, due designati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell' Economia, uno eletto dall' assemblea dei dipendenti Rai.

 

michele anzaldi

La trattativa tra pentastellati e leghisti è a buon punto, spiega una fonte governativa. E nello schema FI rimarrebbe completamente all' asciutto. «Sono fuori dalla realtà la reazione di un big azzurro -. Dovranno fare i conti con i numeri, se ci buttano fuori siamo pronti a bloccare tutto e a fare i patti anche con il diavolo». Il Cda nomina tra i suoi membri il presidente ma per farlo ha bisogno dell' ok della Vigilanza a maggioranza di due terzi. «Finora sottolinea un altro dirigente di FI siamo rimasti buoni».

 

Ieri il Pd ha comunicato di non voler fornire nomi per le commissioni di garanzia «fino a quando la situazione non sarà chiara». Martedì terrà una riunione, alla presenza anche del reggente dem Martina. «Dobbiamo evitare in tutti i modi uno strappo costituzionale», ha spiegato Andrea Marcucci al gruppo del Pd al Senato mentre il deputato Michele Anzaldi denuncia un' intesa Di Maio-Salvini-Berlusconi per «spartire Vigilanza e Cda Rai». In realtà al momento l' asse Pd-FI regge. Il Cda nomina anche l' ad su proposta dell' assemblea dei soci. Per il ruolo di dg sono sempre alte le quotazioni di Fabrizio Salini. Di Maio ripete di voler riportare «la meritocrazia» nell' azienda.

ANDREA MARCUCCI GRAZIANO DELRIO

 

IN CASSA IPOTESI RINVIO

Intanto oggi sono al via le commissioni parlamentari (escluse quelle di garanzia). Nove presidenze a M5S, cinque alla Lega: stesso schema sia alla Camera che al Senato. Per il partito di via Bellerio up grade, tra gli altri, per Bagnai, Borghi, Saltamartini, Giaccone, Borghesi. Per M5s promossi Dadone, Perilli, Catalfo, Giarrusso. Nomina in arrivo anche a Palazzo Chigi. Tra il premier Conte e il sottosegretario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti, a spuntarla è il primo.

 

A capo del Dagl ci sarà il consigliere di Stato Ermanno Di Francisco.

Nel gioco del domino delle nomine, la tessera della Cdp si incrocia con quelle della direzione generale del Tesoro e, da alcune ore, anche con il vertice delle Fs.

MASSIMO TONONI

 

Uno dei punti fermi è la designazione della terna delle fondazioni per il cda della Cassa mentre c' è stallo da parte del Tesoro e, salvo accelerazioni nel week end, non si esclude che l' assemblea del 28 approvi solo il bilancio 2017; mentre il consiglio uscente potrebbe tornare a riunirsi per convocare un' altra assemblea entro il 10 luglio con all' odg la nomina dei vertici.

 

Le fondazioni hanno indicato all' unanimità, come ha detto ieri Giuseppe Guzzetti al termine del vertice con 30 enti azionisti, l' ex sottosegretario al Tesoro ed ex presidente di Mps Massimo Tononi alla presidenza; quali consiglieri invece l' avvocato Matteo Melley (presidente di Cassa Spezia) con la conferma di Alessandra Ruzzu. Ora il pallino è nelle mani del Tesoro, azionista di maggioranza che dovrà fare sei designazioni tra cui l' ad.

 

«Faremo presto», ha detto Luigi Di Maio riferendosi all' avvento dei nuovi vertici per sbloccare i debiti della Pa. La partita sulla scelta del nuovo amministratore delegato si è però intersecata con quella riguardante la poltrona di direttore generale del Tesoro in un gioco di sponde dove le fondazioni sono spettatrici non disinteressate, visto che il Mef è il vigilante. Accanto all' ipotesi esterna di Antonio Guglielmi (Mediobanca), resiste la candidatura interna di Alessandro Rivera.

 

antonio guglielmi

Quanto a Cdp, i Cinquestelle sponsorizzano il cfo Fabrizio Palermo come ad che però sta perdendo quota, mentre nelle ultime ore si sarebbe rafforzata la candidatura di Dario Scannapieco, attuale vicepresidente della Bei. Nella ripartizione delle cariche è entrata anche la poltrona di Renato Mazzoncini, attuale ad Fs, a causa del rinvio a giudizio per truffa. La Lega potrebbe cogliere la palla al balzo per sostituirlo con Massimo Sarmi in uno scenario di maggiore interventismo delle Fs.

 

 

fabrizio palermo

 

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER