GIOVANE HOLDEN, VECCHIO SALINGER: ESCE IL DOCUMENTARIO SULLA LEGGENDARIA VITA DELLO SCRITTORE DI UN SOLO LIBRO

Paolo Baldini per "Marilyn.Corriere.it"

L'immagine di un uomo di spalle nel grigio chiaro di un fotogramma strappato. Quell'uomo è un mistero: è nebbia dorata. Carta, inchiostro e polvere. Il fantasma di uno scrittore che si nega al mondo dopo un romanzo, Il giovane Holden, che dal 1951 ha segnato il cammino di almeno tre generazioni e continua a vendere 250.000 copie all'anno.

Se letteratura e cinema sono profondità e immedesimazione, la vicenda umana ed artistica di Jerome David Salinger, scomparso nel 2010 a 91 anni, è il giallo del secolo e l'ultimo capitolo della saga è il docu-film Salinger di Shane Salerno, prodotto dalla Weinstein Company e appena uscito negli Stati Uniti.

Il documento sta muovendo la macchina dei rumors come un tempo riuscirono a fare solo Super Size Me (2004) di Morgan Spurlock sul fenomeno McDonalds o Fahrenheit 9/11 (2004) e Sicko (2007) di Michael Moore. Fiumi di hype e una vera tempesta mediatica che corre dal Washington Post al New Yorker fino al New York Times. Cose grosse. In Italia non è prevista l'uscita, e pensate a quanto perderemo se non ci sarà un ripensamento. La produzione di Salinger è partita nove anni fa. Il film contiene analisi, foto, informazioni biografiche.

Il clamore che sta suscitando è legato anche al libro omonimo, scritto con David Shields per Simon & Schuster. Shane Salerno ha investito nell'opera due milioni di dollari e le riprese si sono svolte con nomi in codice per non far trapelare segreti. Obiettivo dell'operazione: fare ordine e aggiungere pepe a una vita da leggenda. In una parola, gestire con cura la memoria e l'eredità letteraria di J. D.

Le testimonianze sono sassolini nella piccionaia del mito: David Milch, Robert Towne, Philip Seymour Hoffman, Edward Norton, John Cusack, Danny DeVito, John Guare, Martin Sheen, Tom Wolfe, EL Doctorow, Gore Vidal e i Pulitzer A. Scott Berg e Elizabeth Frank. Salerno ha dovuto abbattere la barriera dei no, forte tanto quanto l'odio che Salinger nutriva verso i media. L'atmosfera è un rasoio. Un ragionato ripasso, l'amore per donne molto giovani, il talento esplosivo, i rapporti con Hollywood, con un'appendice sul significato della letteratura: l'aggettivo falso appare nel Giovane Holden più di trenta volte.

Salinger, è noto, si trasferì nel New Hampshire per sfuggire al tritacarne della cultura della celebrità. Iniziò a lavorare per The New Yorker nel 1948, smise di scrivere nel 1965. Ma nel film sono ricordate anche le esperienze nella seconda guerra mondiale: lo sbarco a Utah Beach nel D-Day, la battaglia delle Ardenne, la liberazione di Dachau.

Salinger rimase in Europa a lavorare con il controspionaggio e fu sposato con una donna tedesca, scrivendo contemporaneamente capitoli di The Catcher in the Rye. La rivelazione di Salerno, che racconta per iperboli in un brodo acido di inchiesta e riverenza, è che J.D. avrebbe lasciato ben cinque libri inediti (uno dei quali, The Last and Best of the Peter Pans, approfondirebbe la figura di Holden Caulfield) con l'ordine che venissero pubblicati tra il 2015 e il 2020. Miele dolcissimo per i cacciatori di gossip.


IL PRIMO TRAILER DEL DOCU-FILM DI SHANE SALERNO E DAVID SHIELDS SU SALINGER:

IL SECONDO TRAILER DEL DOCU-FILM DI SHANE SALERNO E DAVID SHIELDS SU SALINGER:

 

SALINGER NEL QUARANTAQUATTRO jd salinger jd salinger SALINGER DI SHANE SALERNO

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