marco giusti ultimo tango a parigi

"MORTI I TRE PROTAGONISTI DELLA STORIA, OGGI CHIUNQUE PUÒ ACCUSARE BERTOLUCCI DI STUPRO" - MARCO GIUSTI: "A 50 ANNI DI DISTANZA STIAMO ANCORA QUI A VIETARE LE PROIEZIONI DI “ULTIMO TANGO A PARIGI", A PARLARE DI BURRO E DI STUPRO. LA COLPA DI BERTOLUCCI, CHE LUI STESSO HA RICONOSCIUTO, ERA DI AVER IMPROVVISATO LA SCENA A INSAPUTA DELLA RAGAZZA. MA LA SODOMIZZAZIONE DI JEANNE-MARIA, È STRUMENTALE PER ARRIVARE ALLA SODOMIZZAZIONE DEL PERSONAGGIO MASCHILE. BERTOLUCCI INTUISCE CON 50 ANNI DI ANTICIPO IL PROCESSO AUTODISTRUTTIVO MASCHILE CHE PORTERÀ A FILM COME “IL POTERE DEL CANE” O “QUEER”. A QUALSIASI RAGAZZINA INTELLIGENTE BASTA UNO SGUARDO PER CAPIRE DOV’È L’OCCHIO DI BERTOLUCCI E COSA STIA GUARDANDO…" - VIDEO

marco giusti

 

Marco Giusti per Dagospia

 

“Go, get the butter”. Aiuto! A cinquant’anni di distanza stiamo ancora qui a vietare le proiezioni di “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci.

 

A parlare di burro e di stupro. Magari a preparare un nuovo rogo per quello che Pauline Kael osò descrivere come “il più potente film erotico mai realizzato, e quello che può diventare il più liberatorio. Brando e Bertolucci hanno cambiato la faccia di una forma d’arte”.

 

Il più grande successo del cinema italiano di ogni tempo, 96 milioni di dollari di incasso. Ora la Cinémathèque française, la sala più amata da Bertolucci e da ogni tipo di Nouvelle Vague internazionale, decide di non proiettare “Ultimo tango” per non aver problemi con le femministe del 2024, un film che è in grande parte un omaggio ai padri del cinema francese, da Vigo a Godard.

 

La sua colpa, oggi, perché cinquant’anni fa ne aveva altre, è quella di una violenza alla giovane protagonista Maria Schneider, 19 anni, da parte di un regista di 31 anni e di un attore di 48 anni. Morti i tre protagonisti della storia, e senza interpellare Vittorio Storaro e il suo operatore alla macchina che sapranno la verità, oggi chiunque sui social e sui giornali può accusare Bertolucci di stupro.

 

ultimo tango a parigi

Perfino Massimo Gramellini si permette di accusare Bertolucci di “aver fatto violentare Maria Schneider da Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi”. Come se fosse il mandante di un delitto. E parla di “paternalismo tracotante di un uomo che si sente sciolto da ogni forma di rispetto nei confronti del prossimo”, di “consenso allo stupro «perché volevo avere la sua reazione non come attrice, ma come giovane donna»”.

 

Magari non è chiaro a Gramellini che non si tratta di stupro, si tratta di cinema. La colpa di Bertolucci, che lui stesso ha riconosciuto, era di aver ideato con Brando la scena del burro, di non averla provata ma improvvisata sul set a insaputa della ragazza. Non si fa. Una colpa che è costata cara a Bertolucci, non tanto per le censure e il rogo del negativo negli anni ’70, punite dall’Italia cattolica e della Chiesa, perché la sodomia, con burro e senza, è il commento visivo all’attacco feroce all’educazione cattolica, ma umanamente.

foto del film ultimo tango a parigi

 

Perché il ripensamento, pur tardivo di Maria Schneider, molto smosse e turbò Bertolucci. Che capì di aver inutilmente umiliato e offeso la ragazza. Anche se nelle interviste del tempo, lei non diceva proprio nulla a riguardo. “Non sono un tipo sottomesso”, dice in un’intervista a ABC del 1973, “Io sono a favore delle donne, sono a favore del fronte di liberazione femminile. Ho combattuto tutto il tempo. Era un gioco e io ho giocato. Non mi ha sottomessa. Mi ha aiutato”.

 

marlon brando ultimo tango a parigi

Ma la triste fine della Schneider, devono aver portato Bertolucci alla “confessione” pubblica proprio alla Cinémathèque delle colpe sue e di Brando. Ma c’è qualcosa in più e più profondo che sfugge a chi non ha visto bene il film e ragiona da maschio sulle pagine dei giornali. Un qualcosa che, alla fine, mi sembra meno giornalistico ma ben più interessante, ormai, dei roghi e delle colpe. Prendo in mano la grande biografia bertolucciana scritta da Enzo Ungari e ideata insieme al regista, “Scene madri di Bernardo Bertolucci”.

 

Nella prima edizione troviamo ben sei fotografie a colori di “Ultimo tango” con Brando che si fa la barba e con Maria Schneider che sta accanto a lui totalmente nuda prima imbronciata poi sorridente fino a che lui se la carica sulle spalle. Nel libro, dove non traspare nessun problema di violenza all’attrice, Bertolucci ha grandi parole di elogio per entrambi gli attori.

 

“Nel corso delle riprese Marlon e Maria si sono sostituiti ai personaggi scritti sulla pagina, ne hanno integralmente preso il posto. Quando Marlon racconta la sua infanzia, è la sua vera infanzia, con sua madre sempre ubriaca, e l’ombra di un padre virile e violento, in qualche posto nel Nebraska”.

 

maria schneider marlon brando ultimo tango a parigi

Alla fine del film, Brando che ha spinto troppo sul personale, dice a Bertolucci: “non farò mai più un altro film come questo. Non mi piace fare l’attore ma questa volta è stato peggio. Mi sono sentito violentato dall’inizio alla fine, ogni giorno, in ogni momento. Ho sentito che tutta la mia vita, le mie cose più intime, i miei figli, tutto mi è stato strappato fuori”. E’ lui a sentirsi violentato. Ma sulla scena è proprio lui a spingere nel rapporto con la Schneider qualcosa che va oltre la sceneggiatura. Pesantemente e fuori dal controllo di Bertolucci.

 

brando schneider ultimo tango a parigi 1

“I cinquantenni americani quando vedevano il film”, ricorda Bertolucci, “ci ritrovavano tutta una fraseologia oscena degli anni ’50 che appartiene a loro e a Brando. Mentre giravamo io parlavo a malapena l’inglese.” Eppure, e risulta chiaro da subito, quello che interessa a Bertolucci, già sul copione, è l’evoluzione del personaggio maschile, il padre-non padre, il figlio mancato. Anche se nelle interviste americane sostiene di essersi sdoppiato in tutti e due personaggi, è suo sia il lato giovane e borghese della Schneider sia quello adulto di Brando, è davvero interessato solo al personaggio maschile. Anche perché Paul è Brando, e viceversa.

 

Mentre al posto della Schneider avrebbe potuto mettere qualsiasi attrice. E su Brando si gioca tutto. “Brando all’inizio è un personaggio brutale e aggressivo, che subisce letteralmente un processo di de-virilizzazione, fino a farsi sodomizzare dalla ragazza. Così ‘mettere in scena’ è ‘mettere in culo’, ‘prendere coscienza’ è ‘prendere in culo’. Brando precipita indietro fino alla morte, a una morte che è una nascita paradossale. Quando giace morto sul balcone, la sua posizione è quella di un feto”.

brando schneider ultimo tango a parigi

 

Il burro, la sodomizzazione di Jeanne-Maria, in pratica, è strumentale, per arrivare alla sodomizzazione del personaggio maschile in un percorso di auto-distruzione totale della sua educazione cattolica e patriarcale. In questo Bertolucci si mette all’esatto opposto del maschilismo di un Antonioni, diciamo. Anche se non arriva al percorso della distruzione del maschio del film più importante del momento, cioè “L’impero dei sensi” di Nagisa Oshima, dove è proprio la ragazza, Sada, a tagliare gli attributi maschili al suo uomo.

 

marlon brando e il cappotto cammello in 'ultimo tango a parigi' 7

Ma, complici i tempi, perché ogni film andrebbe recuperato nel suo tempo, difficile giudicarlo cinquant’anni dopo, Bertolucci, a differenza di Oshima, che fa di Sada la sua eroina, costruisce tutto il film sulla figura del maschio e la sua caduta, che è caduta del patriarcato, cioè la Famiglia, e della Chiesa. Ma in tutto ciò la ragazza diventa quasi un pretesto per arrivare alla sodomizazzione maschile.

 

La colpa del film e dei suoi autori, tutti maschi, come il soggettista sceneggiatore Kim Arcalli, anche montatore e "coscienza strutturale" dei Bertolucci, è da una parte il non tener conto dell’attraversamento del corpo femminile, ma come? Per metterlo nel culo a cui passo prima attraverso di lei con tanto di burro?, da un’altra è l’assoluta sicurezza che il cinema sia un qualcosa, un gioco per maschi adulti.

 

ultimo tango a parigi 3

La storia d’amore, insomma, è quella tra Marlon e Bernardo, non quella fra Marlon e Maria. Che oltre a essere sodomizzata cinematograficamente col burro, è esclusa dall’idillio. Solo in questo trovo un po’ disturbante, soprattutto oggi, ma lo era anche allora, il film di Bertolucci. Ma poco e niente c’entra il burro.

 

 C’entra il fatto che Bertolucci intuisce con cinquant’anni di anticipo, il processo autodistruttivo maschile che porterà a film come “Il potere del cane” di Jane Campion o “Queer” di Luca Guadagnino, ma non lo può evolvere in chiave femminista o femminile. Così precipita nella logica corrente del cinema maschile. E poco allora conta che sia stato e sia ancora un film maledetto, addirittura bruciato dalla nostra censura nel 1974, con il suo autore privato dei diritti per cinque anni.

 

ultimo tango a parigi

Qualsiasi ragazzina intelligente di oggi, vedendolo, capisce da subito il suo limite. Questo, proprio per un regista così attento ai cambiamenti, alle nuove idee, alle nuove cinematografie, è un rogo ancor più scottante di quello che colpì il negativo del film. Perché a qualsiasi ragazzina intelligente basta uno sguardo per capire dov’è l’occhio di Bertolucci e cosa stia guardando. E probabilmente questo Maria Schneider, al di là del burro, lo sapeva. 

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