2020divanogiusti0611

IL DIVANO DEI GIUSTI - FINITA LA SERIE EMANUELLE, "CINE 34" SI LANCIA IN UNA SERATONA BOCACCESCA CON BEN TRE DECAMERONEIDI. SI INIZIA CON “QUANDO LE DONNE SI CHIAMAVANO MADONNE” CON EDWIGE FENECH E DON BACKY. SEGUIAMO IL PROCESSO A DONNA GIULIA, EDWIGE, REA DI AVER TRADITO IL MARITO ROMILDO CON IL BALDO MERCUZIO. IN TRIBUNALE, CERCANDO DI EVITARE IL ROGO, GIULIA SPIEGHERÀ LA SUA POSIZIONE, QUANTO È BELLA LEI E QUANTO È BRUTTO E INUTILE IL MARITO. IL GIUDICE LE OFFRE UN’ULTIMA SESSIONE D’AMORE CON MERCUZIO. E I DUE LO FANNO PER 101 VOLTE DI SEGUITO…. – VIDEO

 

 

 

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

romulus ph francesca fago 36

Lo so che stasera affogherete l’ansia da zona giallo-rossa-arancione vedendo tutti “Romulus” di Matteo Rovere, almeno quelli che hanno Sky, una serie bomba sull’antica Roma, quella cioè prima di Totti e di Virginia Raggi, per farci capire. Serie già cultissima, dove protoromani e protolaziali si menano allegramente con bastoni, pietroni, coltellacci per il possesso del territorio.

 

romulus ph francesca fago 23

Avviso che nelle prime puntate c’è una megascopata che piacerà al pubblico meno colto, quello che avrà sicuramente da ridire, invece, sul protolatino che parlano gli attori.

 

Ma dovrete aspettare fino alla quarta-quinta puntata per l’entrata in scena della donna-lupo di Silvia Calderoni, bombissima e già star stracult della serie e del nuovo cinema italiano d’avventura.

SILVIA CALDERONI

 

Contemporaneamente la trovate pure come protagonista della sit-com Gucci firmata da Gus Van Sant e Alessandro Michele. Un po’ sfilata, un po’ serie tv, diciamo. Se non vi va “Romulus”, ma ve lo consiglio, Cine 34, finita la serie Emanuelle si lancia in una seratone bocaccesca con ben tre decameroneidi.

 

Si inizia con “Quando le donne si chiamavano Madonne” di Aldo Grimaldi, alle 21, con Edwige Fenech e Don Backy. Ambientato nella Prato del 1395, seguiamo il processo a Donna Giulia, Edwige,  rea di aver tradito il marito Romildo, Peter Berling, pigro, grasso e per di più impotente con il baldo Mercuzio, Don Backy. In tribunale, cercando di evitare il rogo, Giulia spiegherà la sua posizione, quanto è bella lei e quanto è brutto e inutile il marito. Il giudice le offre un’ultima sessione d’amore con Mercuzio. E i due lo fanno per 101 volte di seguito.

 

quando le donne si chiamavano madonne 10

 

E’ un decameroneide di classe un po’ più alta del solito, diretto da Aldo Grimaldi, specializzato in musicarelli, ma prodotto e scritto dal padre Gianni Grimaldi e da Fulvio Lucisano.

 

La Fenech in superspolvero. Don Backy ha quasi solo scene a letto con lei, come ben si ricorda lo stesso cantante. “Io ero l’amante di Edwige Fenech, Mercuzio.

 

 

C’era la scena che io e lei facciamo l’amore 101, 102 volte di seguito per dimostrare quanto ero attivo sessualmente”.

 

metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno 3

 

 

 

 

 

Questo sotto lo sguardo di Vittorio Caprioli e altri. “Quella donna l’ha di ferro!”, dice uno. “Sì, ma lui d’acciaio!”, dice Caprioli. Mario Carotenuto si sforza di parlare in toscano, mentre sua moglie, Francesca Benedetti, lo tradisce con Carletto Sposito.

 

Segue il forse più di culto “Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno” di Bitto Albertini, 22, 55, dove il podestà di Montelupone, per salvare il paese dai debiti, ha deciso di trasformare il castello cittadino in un lupanare. Decameroneide record della stagione’72-’73 con 900 milioni d’incasso.

 

quando le donne si chiamavano madonne

Il protagonista, Antonio Cantafora, mi ricordava che al tempo avevano anche fatto gli slip, a via Condotti con la scritta di Metti lo diavolo ne lo tuo inferno. “Abbiamo girato il film al Castello di Balsorano, in tre settimane. Io facevo Mastro Ricciardo, un pittore, e faceva coppia con Mimmo Baldi, un attore che veniva dal varietà. Assieme facevamo secche tutte le mogli dei possidenti. Le donne del film erano eccezionali, stupende, il set era veramente allegro”. Bitto Albertini ha raccontato, su “Nocturno”, una storia fantastica: “Come al solito avevamo accontentato la censura, tagliando qualche scena un po’ osée, ma poi successe una tragedia.

 

femi benussi giochi proibiti dell’aretino pietro 2

Un giorno fui mandato a chiamare dalla casa di sviluppo e stampa: per sbaglio, una copia integrale era uscita, mi pare, a Viterbo. Partii per quella città ed arrivai al cinema, dove lo spettacolo era già cominciato. Andai dal direttore dicendogli: ‘Sono qui per tagliare la copia, altrimenti passiamo dei guai’. Lui mi guardò e disse: ‘Lei non taglia un bel niente, perché qui è pieno di aviatori che tornano in caserma e raccontano ai loro commilitoni le scene; se arrivano gli altri spettatori e non lo vedono, succede un casino’. Il direttore del cinema chiamò il prefetto, che assistette ad una proiezione del film e poi mi fece anche i complimenti.

 

metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno 9

Così una copia in Italia circolò integrale”. Per Marcello Garofalo “è probabilmente il più squallido e miserabile tra i decamerotici. C’è anche la soggettiva (finta) di un grosso sedere maschile che fa la cacca”. Il terzo titolo della serata è il rarissimo “Giochi proibiti dell’Aretino Pietro”, 1972 di Piero Regnoli, che passerà alle 00, 35.

 

In quel di Gubbio quattro ragazze raccontano a un giudice le loro storie piccanti tutte giocate sulla scarsa fedeltà ai mariti. Tutte e quattro sono accusate di scandalo pubblico e infedeltà.  Debutto di Piero Regnoli alla regia. Dopo averne scritti tanti, di decameroni e di altro. Per Tony Kendall, “in “Cine 70”, Regnoli “era la gentilezza in persona, un gentiluomo, di un’educazione straordinaria, non gridava mai, sempre accomodante, sempre lì a scrivere. (..) o lì faccio Frate Luce e quando si prega tutti insieme in mezzo a noi, c’è un frate nero, che ogni tanto, non si sa perché, va via, poi ritorna e va via un altro, finché la moglie del sindaco non rimane incinta, il sindaco fa una festa e sto bambino nasce nero.

 

giochi proibiti dell’aretino pietro

C’era Orchidea De Santis, c’era Femi Benussi e tante altre, una più bella dell’altra…”. A furia di scrivere novelle, però, qualche sbaglio si fa. Perfino Gareth Jones, su “Monthly Film Bulletin” nota che il terzo episodio, “Il miracolo”, è identico, come storia a un episodio del precedente Gli altri racconti di Canterbury di Mino Guerrini.

 

“Anche tutto il resto è un po’ una ripetizione, ma alla fine come il film va avanti, sembra, meglio del solito: bei costumi, bei colori, belle locations umbre e le donne sono ancora più belle quando sono svestite”. Davide Pulici, su “Nocturno”, notava che il film, rarissimo, ne esiste solo una versione spagnola su vhs, era più lungo di quello che ha visto, forse una copia preparata per inserimenti di sequenze hard per la versione francese.

 

heimatt e' uno spazio nel tempo 3

Per un pubblico più serio, segnalo che su Rai Tre, Fuori Orario propone alle’1, 15 la prima tv di un bellissimo film tedesco già presentato alla Berlinale e in molti altri festival. “Heimatt è uno spazio nel tempo” di Thomas Heise, viaggio nella memoria storica della Germania dell’Est attraverso i ricordi di una intera famiglia, quella appunto del regista. Dopo tanti decameroni, mi sembra l’occasione per vedere finalmente qualcosa di diverso.

giochi proibiti dell’aretino pietro 2metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno 1quando le donne si chiamavano madonne 5quando le donne si chiamavano madonne 8quando le donne si chiamavano madonne 2metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno 7metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno 8quando le donne si chiamavano madonne 4quando le donne si chiamavano madonnequando le donne si chiamavano madonne 7heimatt e' uno spazio nel tempo heimatt e' uno spazio nel tempo 2romulus ph francesca fago 24romulus ph francesca fago 17romulus ph francesca fago 12romulus ph francesca fago 10romulus ph francesca fago 38romulus ph francesca fago 39romulus ph francesca fago 16backstage di romulus ph francesca fago 4romulus ph francesca fago 1rmls 11 07 ep01 sc102 116 dscf8967 taglio rovere logoromulus ph francesca fago 22metti lo diavolo tuo ne lo mio infernoromulus ph francesca fago 37heimatt e' uno spazio nel tempo 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...