checco zalone boldi de sica zalone

INCASSI – MA CHE NATALE CINEMATOGRAFICO È? SENZA UNA SCORREGGIA, UN GIOCO SESSISTA, UNA BATTUTA SCORRETTA SUI GAY? DOVE SONO FINITI BOLDI E DE SICA? – MENTRE INFIAMMA IL DIBATTITO SU ZALONE, “STAR WARS, L’ASCESA DI SKYWALKER” È ANCORA PRIMO, MA NON È IL SUCCESSO PREVISTO. AL SECONDO, TERZO E QUARTO POSTO TROVIAMO TRE FILM ITALIANI, TUTTI OTTIMI PRODOTTI, CIVILI, SENTITI, COLTI, EDUCATI, POLITICAMENTE CORRETTISSIMI....

 

Marco Giusti per Dagospia

 

massimo boldi christian de sica

Ma che Natale cinematografico è? Senza una scorreggia, una battuta sporca, un gioco sessista, una battuta scorretta sui gay? Dove sono finiti Boldi e De Sica che fanno la doccia assieme con tanto di squishh quando Boldi si china a prendere il sapone, le bonone vacanziere della Italia più o meno berlusconiana che fu? C’è in giro una “psicosi da politicamente corretto”, come spiega Checco Zalone intervistato da Aldo Cazzullo mai così Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera”, a proposito degli attacchi da sinistra al suo video-teaser Immigrato che lancerà il suo film, Tolo Tolo, che tanto casino ha già provocato al punto che nessuno davvero capisce se questo sarà un bene o un male per il film.

 

 

GIORGIA MELONI E L'IMMIGRATO DI CHECCO ZALONE

Perché è vero che da una parte la mancanza di politicamente scorretto al cinema, in tv ci pensa la D’Urso e i talkshow mediaset, apre una via dorata al film di Checco, ma è vero pure che i radical chic e il popolo della sardine non sopportano davvero più il politicamente scorretto. Legato poi a donne e a immigrati… Inoltre ben sappiamo che i grandi incassi dei film di Zalone vengono dall’unire il pubblico, sud-nord, sinistra-destra, con una risata, non dal dividerlo e dal farlo litigare in casa. E per questo, magari, possiamo riscontrare una certa ambiguità o, comunque, una lettura non chiara, nel video di Zalone, al punto che nel teaser attuale, versione supercorta del video, non si capisce più nulla a parte il fatto che c’è Zalone e c’è un immigrato.

 

CHECCO ZALONE

Fine. Ma la situazione, e la ferita del politicamente scorretto/corretto sono ben aperte. Soprattutto in un’Italia che vede l’ombra di un processo a Salvini proprio sulla Gregoretti e sui porti chiusi e dove i politici sono ben pronti a fare di Checco Zalone e del suo enorme pubblico una loro preda. Un’Italia dove le scorregge da cinepanettone sono metaforicamente tutte sposate nei talk politici Mediaset, da Del Debbio a Giordano a Porro, e il radicalchicchismo è tutto spostato su La7 di Gruber e Zoro con tanto di spiegone-di-damilano (è finito lì il vecchio Espresso, che tristezza…). Tutti programmi, ahimé, che non vedono l’ora di riproporre il caso Zalone-Immigrato per fare mezzo punto in più, mca perché sono interessati al cinema… Ovvio che ti viene voglia di non vederlo questo film, di non prendere posizione, di difendere anche i foggiani dal razzismo di baresi e capursiani (o capursisti?). Scordando, infine, svegliate Cazzullo, che il fatto che sia stato “eliminato” dalla regia Paolo Virzì, campione della industry romana de sinistra, che magari sia stato rivista la sua sceneggiatura non sarà così indolore, che questo sia l’ultimo film di Zalone sotto contratto Tao2 neppure…

 

 

star wars l'ascesa di skywalker 1

Insomma. Non è ancora Natale, ma la situazione è già estremamente calda, anzi bollente, e niente, presumiamo, andrà come ci aspettiamo. Anche se, dopo quattro soli giorni di programmazione, l’ultimo Star Wars, L’ascesa di Skywalker di J.J.Abrams, è ancora primo, tre milioni e 800 mila euro in totale, ieri primo a 1 milione 285 mila euro con 731 sale, ma non è il successo previsto. Ahi! Inoltre il film, almeno in America, vanta recensione non proprio positive, anzi.

 

star wars l'ascesa di skywalker 3

Non sarà il megaflop che ci si aspetta da Cats, bollato da Rotten Tomatoes con un gradimento del 19% e irriso da chiunque sul web, ma questo Star Wars non piace quasi a nessuno. “Peccato”, leggiamo, “che la saga di Skywalker, con i suoi 42 anni di tradizione cinematografica, debba finire con un piagnucolio così privo di fascino”. Richard Brody sul “New Yorker” lo bastona proprio: “La logica ermetica della trama è tanto impeccabile quanto ridicola. È un dramma creato con insularità robotica per il consumo di spettatori resi robotici in ogni momento dello spettacolo uniformemente senz'anima”.

pinocchio garrone

 

Aiuto! E ancora: “Un esercizio nudo nella nostalgia retrograda che si accontenta di ripetere le hit ma non riesce a fornire qualcosa di nuovo o eccitante.” Scommettiamo che i ragazzetti coatti gli preferiranno di gran lunga Jumanji: The Next Level, videogioco facilotto col pelatone Dwayne Johnson, superprimo in America, che da noi uscirà proprio il giorno di Natale?

pinocchio garrone

 

Al secondo, terzo e quarto posto nella nostra classifica troviamo ben tre film italiani, tutti ottimi prodotti, civili, sentiti, colti, educati, politicamente correttissimi, l’opposto proprio del cinepanettone boldi-desichiano. Come Pinocchio di Matteo Garrone con Roberto Benigni targato 01. Dopo tre giorni di programmazione in 576 sale, è a 1 milione 458 mila euro, ieri a 832 mila euro, l’esatta metà dell’incasso di Star Wars.

 

il primo natale ficarra e picone

Diciamo che sta reggendo l’urto della saga di Star Wars e che non è un film facilissimo. Finora sembra destinato a un pubblico più di grandi che di piccini. Vediamo come si muoverà nei prossimi giorni, quando i genitori ci porteranno i bambini a vederlo. Ha un budget alto per un film italiano, 11 milioni di euro, esattamente come Il primo Natale di Ficarra e Picone targato Medusa che, uscito una settimana fa, è ormai a 5 milioni 259 mila euro di incasso con 682, ma sta funzionando bene, ieri era terzo a 674 mila euro. Ha pure il compito di scaldare le sale per l’arrivo di Tolo Tolo, sempre targato Medusa.

 

 

Quarto posto anche ieri per l’outsider, La dea fortuna, il cinepanettone mélo di Ferzan Ozpetek con Accorsi-Leo-Trinca, 496 mila euro per un totale di 857 mila dopo tre giorni di programmazione, 395 sale. Ma all’ottavo posto vi segnalo anche L’immortale di Marco d’Amore, arrivato con tranquillità a 5 milioni e mezzo di euro di incasso, ancora presente in 168 sale.  

LA DEA FORTUNAil primo natale ficarra e picone

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