suicide squad

IL CINEMA DEI GIUSTI - VE LO DICO SUBITO: ‘SUICIDE SQUAD’ È UN DISASTRO TOTALE DI LOGICA E SCENEGGIATURA. MA È UN DIVERTIMENTO ASSURDO, CON VIOLA DAVIS CATTIVA COME FRANCA LEOSINI, CARA DELEVINGNE CHE BALLA MEZZA NUDA MA È MEGLIO FRANCA VALERI, JARED LETO CHE SEMBRA UN VIDEO DI VEZZOLI

 

Marco Giusti per Dagospia

 

Suicide Squad di David Ayer

 

will smithwill smith

Ci sono andato sì a ferragosto a vedere Suicide Squad di David Ayer con Will Smith pelatone ammazzasette, Viola Davis cattiva come Franca Leosini, Cara Delevingne che balla mezza nuda come una divinità egizia, ma al massimo assomiglia a Franca Valeri nel suo numero di Piramidal (…il tuo fascino egizio, non conosce artifizio…), Jared Leto che vuole fare il Joker come in un video di Francesco Vezzoli e quella meraviglia di Margot Robbie come Harley Quinn con gli short a mezza chiappa, i due ciuffi bicolori e la mazza da baseball rompicapocce in mano.

 

Ve lo dico subito. E’ un disastro totale di logica, di sceneggiatura, di personaggi che scompaiono e ricompaiono, di incomprensioni fondamentali tra produzione e regista, che magari avevano dei film diversi in testa. Ma è un divertimento totale e assurdo.

 

Anche se si capisce abbastanza facilmente che il film deve avere avuto una serie di problemi pesanti già in lavorazione, finita lo scorso giugno dopo oltre un anno, che il flop di Batman vs Superman deve aver pesato enormemente sulle scelte editoriale e che dovevano esserci montaggi diversi al punto che questo finale non solo sacrifica troppe storie secondarie (Slipknot, Killer Croc, Katana), ma spesso non ha proprio un percorso narrativo funzionante, già il personaggio folle dell’ Harley Quinn di Margot Robbie e la sua storia romantica col Joker di Jared Leto (massacrato al montaggio) ci deliziano.

joker letojoker leto

 

E ci piace anche il Capitan Boomerang dell’australiano Jay Courtney, cattivone tenerone che tiene un pelouche nella giacchetta, in continuo dialogo con Harley Quinn. Ci piace la follia che fa funzionare l’Amanda Waller di Viola Davis, il potere che genera il male per cui si ricorre ai supercattivi per combatterlo al punto che loro diventano i buoni.

 

Ci piace la confusione politica della situazione, a metà tra l’America di Trump rovinata dalla guerre di Bush, dalle sparatorie tra neri e poliziotti, con Will Smith cecchino che si rifiuta di uccidere il megapoliziotto Batman, e una logica da Ghostbusters (il finale è identico), dove non ci sono più né Superman (morto) né Batman (fuori gioco, ambiguo) a salvarci la pelle. I meta-umani, in realtà, sono più umani degli umani, è il loro lato umano a renderli sociopatici in una società di sociopatici.

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David Ayer, regista di film realistici d’azione e di guerra, il poliziottesco End of the Watch, il notevolissimo Fury, sceneggiatore di Training Day, ha giustamente dichiarato di aver voluto realizzare una Sporca dozzina coi supercattivi. Oh, che meraviglia era il film di Robert Aldrich scritto da Lukas Heller con Lee Marvin e i suoi criminali assatanati di sangue. Ma Aldrich costruiva mezzo film a raccontarci le storie dei suoi personaggi, come già aveva fatto John Sturges con I magnifici sette (e Kurosawa prima di lui).

 

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E il cattivo da combattere era quello standard del film di genere, il nazista. Qui Ayer non ha un vero cattivo da combattere, i fratellini indemoniati di provenianza egizia sono un po’ ridicoli, sia il nero Common gigantesco sia la fashion model Cara Delevingne smutandata con le ciglione da perfidissima. E non riesce a costruire come voleva, credo, tutte le storie dei suoi personaggi per problemi di tempo.  A

 

lcuni entrano per problemi di mercato, vedi Katana, altri ci vengono presentati sciattamente, vedi Slipknot, anche se esattamente come Aldrich punta sulle diversità delle razze, e il messicano Trini Lopez diventa qui l’El Diablo di Jay Hermandez. Cerca anche di sfruttare il sadismo dei suoi criminali.

 

Al punto che diffonde un po’ ovunque quello che era il nodo morale (e cinematografico) della Sporca dozzina, l’omicidio dei civili nella festa dei nazisti è un atto crudele e criminale che solo degli ergastolani, cioè dei cattivi, possono compiere. La crudeltà e il sadismo dei protagonisti, buoni o cattivi che fossero, era la grande rivoluzione leoniana del cinema d’azione anni ’60 mediata proprio da Aldrich.

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Ma se lì l’atto era isolato e ben preciso nella costruzione di sceneggiatura, qui è fin troppo dilatato e il problema morale non tocca solo i supercattivi, vedi Will Smith, che è l’eroe puro, ma anche l’Amanda Waller di Viola Davis, donna e nera, e il capitano Rick Flagg di Joel Kinnanan, vero punto debole del film.

 

Non c’è un duro come Lee Marvin a capo della sporca dozzina. Ci fosse stato Tom Hardy, come aveva sperato David Ayer, le cose sarebbero andate diversamente, ma questo pupazzo di Joel Kinnanan sembra sempre un po’ il vice bianco di Will Smith o l’ombra di Viola Davis o il fidanzato di Cara Delevingne mezza buona e mezza perfida.

 

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Ma che personaggio è? Per fortuna, però, l’Harley Quinn sculettante di Margot Robbie si mangia mezzo film, bella, sexy e divertente, si muove con grazia da star tra Will Smith e Jared Leto e solo con lei in scena il film prende una piega pop e rock. Anche se sembra siano scomparse varie scene col Joker. Ayer cerca constantemente di uscire dalla cappa ormai insopportabile dei film di supereroi, lo fa alternando scene da realismo militare a colori acidi da fumetto, giocando su grafiche innovative in un genere dove si sono già inventati quasi tutto, temo.

 

Diffonde di buon rock quasi tutte le scene, grande l’inizio come “The House of New Orleans” degli Animals, ha pure buoni dialoghi, ma non riesce a difendere fino alla fine il suo film, che sembra spesso affondare nel guado del film montato, smontato e rimontato per mille preview. Sembra che sia andato nel pallone per la consegna lo scorso giugno, una scena, quella di Flash con Ezra Miller, l’ha girata perfino Zack Snyder. Probabilmente non ne uscirà benissimo da questa operazione confusa e non sempre felice.

 

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Anche se, confesso, io mi sono divertito come un pazzo dietro a questi personaggi e a un film che in qualche modo ci riporta in scena la confusione americana attuale indecisa tra Hillary Clinton e Donald Trump, impotente di fronte alla violenza urbana e al terrorismo, costantemente alla ricerca di cattivi che non possono che essere creati da chi ha davvero in mano il potere. In sala. 

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