POMPEI MA NON POSSO - IL VECCHIO SGARBONE DALLE COLONNE DE “IL GIORNALE” S’INCAZZA SULLA QUESTIONE DELLE COLONNE DEL SITO ARCHEOLOGICO: LE MURA CASCANO A PEZZI ANCHE ORA CHE BONDI NON C’E’ PIU’ - LA SANDRELLI E’ ANCORA “SCONVOLTA” DEI CROLLI AI TEMPI DI SANDRINO MA DOPO IL CROLLO DEL BERLUSCA NON SI ACCORGE DI NIENTE - LA ROVINA DELLE ROVINE HA ROVINATO SOLO BONDI: ORA CHE C’E’ IL TECNICATTOLICO ORNAGHI NESSUNO NE PARLA...

Vittorio Sgarbi per "il Giornale"

Qualche giorno fa mi fu attribuito all'Auditorium a Roma il premio Petrassi insieme ad altri illustri valentuomini e virtuose donne. Da Roman Vlad a John Osborne da Ettore Scola a Gigi Proietti, da Luis Bacalov a Piera Degli Esposti.

Tra i premiati vi erano anche la musicista Irma Raviale e Stefania Sandrelli. Chiamato a commentare le opere di Ennio Calabria, altro premiato, mi fu chiesto di spiegare perché vi fossero in Italia tanti brutti monumenti nella piazze negli edifici pubblici dopo avere espresso per secoli una tradizione artistica così alta ed eletta.

Tra le altre cose spiegai che, contrariamente a ciò che si pensa, una delle ragioni era lo spreco di denari per consentire agli artisti di ornare colle loro opere edifici pubblici per un valore pari al 2 per cento dell'opera. Una spiegazione che per una volta ribaltava il lamento per la carenza di finanziamenti che, in questo caso, ci avrebbe risparmiato tanti orrori.

Un ragionamento apparentemente paradossale ma molto semplice e perfino ovvio. Ma qualcosa deve aver irritato Stefania Sandrelli la quale ha interpretato le mie parole come un comizio (perché mi ero premesso di criticare Rutelli e Veltroni ma anche il ministro Urbani per la scandalosa copertura dell'Ara pacis), e che per contraddirmi fece uno sdegnato riferimento a «Pompei», ellittico ma non difficile da decifrare. Voleva alludere allo scandalo dei crolli e al discredito internazionale del nostro governo. Voleva, ovviamente, riferirsi a Bondi, crocifisso per non aver impedito il crollo di alcuni muri andando a sostenerli con le mani.

All'epoca non fu facile per Bondi, e cercammo di dirlo, Andrea Carandini e io, far intendere che quel ministero aveva fatto il proprio dovere, non lesinando finanziamenti a Pompei, regolarmente e abbondantemente concessi e rimasti tra i fondi non spesi dai sovrintendenti responsabili. Attribuire la colpa dei crolli a Bondi equivaleva a giudicare responsabile della sentenza sbagliata di un giudice con la condanna di un innocente il ministro della giustizia. I tecnici e i sovrintendenti ai Beni culturali hanno la loro autonomia, come i magistrati, ma sembrava impossibile sostenere un così semplice concetto e, dagli intellettuali ai giornalisti salì unanime lo sdegno nei confronti di Bondi con un accanimento incontenibile.

La ragione fu oscurata, e l'intervento della Sandrelli ne è l'ultima, perfino inconsapevole, dimostrazione.
Ma ecco che oggi casca l'asino, anzi cascano gli asini; e crolla un altro muro. Crolla senza ritegno. Nonostante gli allarmi, le preoccupazioni, gli accordi internazionali, le garanzie di uno straordinario finanziamento francese con tanto di protocolli e accordi firmati e controfirmati. Il muro se ne frega e crolla lo stesso. Non guarda in faccia a nessuno, e non c'è più Bondi a esser chiamato a rispondere.
Arrivano i carabinieri sul luogo del crollo, nel pergolato esterno della casa di Loreio Tiburtino, fanno rilievi fotografici e planimetrici.

Gli intellettuali non si indignano più, la Sandrelli tace e nessuno dice che è colpa di Lorenzo Ornaghi, e che l'incuria di Pompei rispecchia il cattivo governo dell'Italia. È il terzo o quarto crollo; ma il primo senza capri espiatori con la consueta formula consolatoria che il pilastro che ha ceduto è privo di valore artistico, come ogni pilastro, come ogni muro d'altronde. Se ci avessero consegnato il premio Petrassi questa sera la Sandrelli avrebbe ricordato Pompei come onta del governo tecnico e dell'insensibilità di Monti e di Ornaghi o avrebbe evitato il riferimento? E io avrei potuto maramaldeggiare e dire si vergognino i politici che ci governano di non aver impedito, nonostante gli avvisi e le universali preoccupazioni, questo ennesimo crollo, mettendo in sicurezza l'intera area archeologica, le insulae più a rischio di Pompei?

No, io non l'avrei fatto, stimo Monti e stimo Ornaghi e non riesco neppure a pensare che un evento calamitoso in un'area tanto vasta debba avere altro responsabile diretto che la decennale assenza di manutenzione che ovviamente riguarda governi di destra e di sinistra e un'insufficiente considerazione dell'importanza non solo simbolica del nostro patrimonio artistico. Senza manutenzione, e non per colpa dei ministri, i monumenti e anche gli edifici di civile abitazione, come sa la Sandrelli, degradano.

Ma voglio aggiungere che non ho una considerazione della qualità intellettuale di Ornaghi superiore a quella che avevo di Bondi e che ritengo entrambi, nelle loro funzioni, irresponsabili, forse sfortunati. Però so anche che, dopo questo crollo, il mondo non avrà, attraverso l'eco dei giornali, un'indignazione nei confronti dell'Italia di cui la fragile Pompei sarebbe una metafora.
Si tratta di un sito archeologico coi suoi mille problemi.

Ma non ho mai letto, per converso, le lodi all'Italia e ai buoni governi che hanno impeccabilmente restaurato e restituito al mondo il teatro Petruzzelli, la cattedrale di Noto, la chiesa di S. Anastasia a Verona e altri monumenti patrimonio dell'umanità. Le colpe sono facili da attribuire, i meriti non si riconoscono anche quando dipendono da un riconosciuto impulso politico. Ora, sotto il muro di Pompei non troviamo Monti e Ornaghi, ma sotto un altro muro, sempre di Pompei, è sicuramente caduto Bondi. Anche con una leggera spinta della Sandrelli. Forse è arrivato il momento di rendersene conto.

 

VITTORIO SGARBI STEFANIA SANDRELLI SANDRO BONDI crollo pompeicrollo pompeiLORENZO ORNAGHI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"

 

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…