maggioranza assoluta

GRASSO CHE COLA SU ''MAGGIORANZA ASSOLUTA'' - ''ERA DA TEMPO CHE NON SI VEDEVA UN PROGRAMMA COSÌ INSULSO''. MA SALVA PARDO: ''UN SIMPATICO CACIARONE. PECCATO MANCHINO LE IDEE'' - DELBECCHI: ''IL GATTO PARDO GLI OPINIONISTI SONO COME SURGELATI. PRATICI ED ECONOMICI, QUATTRO SALTI IN PADELLA E IL PROGRAMMA È PRONTO''

1. «MAGGIORANZA ASSOLUTA», QUANDO MANCA LA FORZA DELLE IDEE

Aldo Grasso per il ''Corriere della Sera''

 

Era da tempo che non si vedeva un programma così insulso. Presentato come un talk modellato sulle primarie americane (!) si è risolto infine nel trionfo dei luoghi comuni, con la vittoria del comico Andrea Pucci, uno che dice ancora «io ho un sacco di amici gay che tra di loro si dicono ricchioni».

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Lo schema è questo: cinque duellanti si affrontano in quattro round a eliminazione diretta. Devono combattere con le loro opinioni (se ne hanno) e soprattutto con l' esposizione retorica delle medesime. Senza girarci troppo attorno, «Maggioranza assoluta» è uno di quei programmi che si regge solo sulla brillantezza della conduzione e sulla consistenza degli ospiti.

 

Due dimostrazioni decisive: Pier Luigi Pardo, il conduttore, è un simpatico caciarone (l' affettuoso termine con cui definirlo sarebbe un altro) e Filippo Facci, il concorrente che aveva più cose da dire, è stato il primo a essere eliminato dal pubblico (Italia 1, giovedì, 23.30).

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Già, il pubblico. Sono infatti gli spettatori, attraverso l' ormai fastidiosissimo coinvolgimento dei social, a determinare l' andamento delle sfide. Davvero un bel pubblico, se a perdere è stato Facci e a vincere Pucci! Gli altri sfidanti, stimolati dallo sguardo severo e inutile di Irene Pivetti, erano Roberto Formigoni, Vladimir Luxuria e Francesca Barra.

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Per dare più vivacità al programma non solo si sono affrontati temi delicati come le unioni civili, la sex revolution, il pansessualismo, l' illegittima difesa, insomma cosucce da niente, ma gli interventi molto modesti dei concorrenti sono stati inframmezzati da storie, schede, testimonianze e soprattutto dagli squittii di Giorgia Crivello, «un volto emergente nel mondo dei blogger». Riusciva a pescare dal «favoloso mondo» dei social solo i contributi più scriteriati. Per non parlare della regia di Roberto Cenci, a stento salvata dal montaggio. Il sottotitolo della trasmissione è «la forza delle idee». Giusto quelle che mancavano.

 

 

2. PARDO E LA GARA TRA OPINIONISTI DEL GIOVEDÌ SERA

Nanni Delbecchi per ''il Fatto Quotidiano''

 

Tutte le idee sono meravigliose, dice Pierluigi Pardo, e in effetti un' idea meravigliosa l' ha avuta, fare lo Zecchino d' oro degli opinionisti, anzi, degli opinion leaders, come li chiama lui: Maggioranza assoluta (giovedì, 23.30, Italia 1). Che fa l' opinionista? Opina, direbbe Totò.

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Fin da bambino si fa riconoscere: "Mamma, mi scappa un' opinione"; e bisogna sbrigarsi a fargliela fare, altrimenti la fa davanti a tutti. Poi, una volta diventato grande, ci pensa la Tv, dove gli opinionisti sono come i surgelati: pratici ed economici, quattro salti in padella e il programma è pronto.

 

Il gatto Pardo ha pensato a tutto: ne ha piazzati cinque davanti ai microfoni come allo Zecchino d' oro, il televoto, Irene Pivetti che sovrintende in lamé, un arcigno psicanalista che prende appunti in attesa di opinare anche lui, un' addetta ai social tappata come le segretarie sexy dei vecchi film di Lino Banfi.

 

Il resto lo fanno loro, The Hateful Five chiamati a eliminarsi opinando su tutto. Filo spinato, utero in affitto, omofobia; non c' è problema. Alla fine lo Zecchino lo vince il comico Andrea Pucci: giusto verdetto considerata la comicità di tutta l' operazione, ma qualche dubbio resta. Per esempio, sarebbe interessante capire su quali basi Francesca Barra è diventata un' opinion leader; oppure se Formigoni crede che non ci sia alcuna differenza tra un politico e un' opinionista.

 

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Di sicuro, questi opinionisti del giovedì almeno una grande opinione ce l' hanno davvero: quella di se stessi.

 

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