DOPO LA STRAGE DI ELLIOT RODGER PARTONO LE SOLITE ACCUSE AI FILM VIOLENTI - E SUL WEB MASCHI E FEMMINE SI DANNO BATTAGLIA A COLPI DI TWEET CON HASHTAG COME #NOTALLMEN (NON TUTTI GLI UOMINI SONO COSÌ) E #YESALLWOMEN CONTRO IL KILLER MISOGINO

Alessandro Carlini per "Libero quotidiano"

C'erano migliaia di persone alla cerimonia nell'Harder Stadium dell' University of California di Santa Barbara per ricordare le sei vittime uccise dal 22enne Elliot Rodger venerdì scorso. «Troppe persone sono morte, non dovrebbe esserci più nemmeno una vittima», ha affermato Richard Martinez, padre di uno dei ragazzi uccisi dalla follia omicida di Rodger che ha sparato ai passanti dalla sua auto in movimento. Dopo il discorso di Martinez, su Twitter si è diffuso l'hashtag #NotOneMore.

Ma non è questo argomento quello che fa più discutere sui social media. È la polemica sulla cultura sessista che ha colpito perfino Hollywood. Sotto accusa i messaggi misogini contenuti nei film e che fanno da modello per molti ragazzi: come per il killer 22enne che in un video e in un manifesto di 140 pagine ha motivato il suo folle gesto affermando di odiare le donne e di volersi vendicare per tutte le ragazze che lo avevano respinto. Prima di compiere la mattanza nelle strade di Isla Vista (Santa Barbara) e di perdere lui stesso la vita al volante della sua Bmw, Rodger aveva pubblicato un farneticante filmato su YouTube. «Ho 22 anni e sono vergine,non ho mai baciato una ragazza».

E poi ancora, parla della sua esperienza al college, in cui gli sarebbe sempre stato negato quell' amore di cui aveva bisogno. E poi rivolto alle donne promette di «punirle per tutti i torti che gli avrebbero fatto. «Il video finale di Elliot Rodger - scrive il «Washington Post» - era ben fatto. I sei minuti in cui giura vendetta contro tutte le donne che lo hanno rifiutato e gli uomini che invece si divertono e fanno sesso possono essere scambiati per una scena di uno dei film girati dal padre, il regista Peter Rodger».

Non a caso il padre è l'assistente regista della violenta serie cinematografica «Hunger Games», in cui un gruppo di giovani contendenti si massacrano in una sorta di olimpiade dell' odio ambientata in un futuro post apocalittico. E l'universo femminile ha risposto alla misoginia del killer creando l'hashtag #YesAllWomen, che ha spopolato su Twitter aprendo un dibattito nazionale e lanciando un messaggio di condanna verso ogni forma di sessismo e di intimidazione verso le donne. In base ai dati di Think Progress, il fortunato hashtag ha raggiunto il record di 51mila messaggi all'ora.

Mentre per la Cnn sono stati in tutto 1,2 milioni i tweet con #YesAllWomen. Sul "fronte"maschile invece è nato #notallmen, e cioè "non tutti gli uomini" sono così, assassini e misogini. Intanto emerge che il killer aveva fatto una lista nera delle persone che nella vita lo avevano umiliato, fra cui una bambina di dieci anni. Ora Monette Moio di anni ne ha 20 ed è «sconvolta».

Lo ha raccontato ai media statunitensi il padre della giovane, il quale teme per la sicurezza della figlia. La colpa di Monette è di aver preso in giro Elliot: scherzi che lei nemmeno ricorda, ma che hanno contribuito a trasformare il giovane in un killer. «La odio così tanto, non la dimenticherò mai», ha scritto Rodger nel suo manifesto prima di dare inizio alla carneficina. Scritto in cui spiega come per colpa di Monette a iniziato ad odiare le ragazze.

 

Il killer ventiduenne Elliot Rodger Elliott aveva tutto ma era un ragazzo disturbato Elliot in viaggio a LOndra

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