
RADICAL CHIC E COATTO: IL DOPPIO GUZZANTI - “BAMBEA? È UN INTELLETTUALE CHE SI È ILLUSO DI ESSERE SOPRAVVISSUTO ALL'ERA DI BERLUSCONI - PER IL CIUFFO, DICONO CHE ASSOMIGLI A SGARBI, MA PER FORTUNA HA LA ERRE MOSCIA, DA BERTINOTTI” - ROMA? E’ INSALVABILE - IL REFERENDUM? PROPENDO PER Il NO"
Luca Mastrantonio per il “Corriere della Sera”
Un' autobiografia satirica, non autorizzata ma inconfutabile, delle ipocrisie degli intellettuali di sinistra. Dov' è Mario? è una miniserie Wildside-Sky (la seconda puntata oggi, Sky Atlantic HD ore 21.10), scritta (con Mattia Torre) e interpretata da Corrado Guzzanti (Roma, 1965) nei panni di Mario Bambea, un radical chic alle prese con il coatto Bizio, alter ego in cui si è sdoppiato dopo un misterioso incidente d' auto.
Se Bambea va ai convegni di Bobbio, Bizio va a escort (la statuaria Virginia Raffaele) e, poiché di corpo ce ne è uno solo, anche l' intellettuale si ritrova a letto con la escort. Bizio leggerà Bobbio? Intanto usa una poetessa romena come badante e spalla comica. Schizofrenia al potere.
Com' è nato Bambea?
«Bambea è un mix tra Rocky Balboa, bambino e Bambi: c' è coraggio, rimbambimento e innocenza. Il nome adatto a un personaggio contraddittorio, serio ma comico, un intellettuale in difficoltà con se stesso perché si è illuso di essere sopravvissuto all' epoca berlusconiana.
Il trauma cranico seguito a un incidente ha liberato una sua latente personalità che è tutto ciò che ha sempre odiato ma voleva essere. Dottor Jekyll e Mister Hyde, ma non è chiaro chi sia il mostro, sono mostruosi entrambi. Per il ciuffo, che è una vanità ostentata, dicono che Bambea assomigli a Sgarbi, ma è casuale e per fortuna ha la erre moscia, da Bertinotti».
corrado guzzanti dov e mario
ANIENE DI CORRADO GUZZANTI
Bizio è oltre il trash di Lorenzo, Funari, Aniene...
«Siamo nell' orrido. Anch' io fatico a rivedere le parti di Bizio, è troppo sgradevole, fa venire un leggero senso di nausea. È come sentire le parolacce nei tg: è la slatentizzazione , per cui chi esce da un coma resetta la personalità e inizia a far emergere un sé nascosto».
Più che la nausea di Sartre, è una nausea post-sbornia?
«Avevo scritto un monologo per Bambea in cui ricordavo di quando a 17 anni mi risvegliai in ospedale con la flebo: avevo mescolato grappa, whiskey e vino. Poi, il buio. E la sorpresa fu scoprire che avevo vagato sull' autobus parlando con uno sconosciuto. Questi 20 anni son stati così: buio e sbornia».
Un bilancio del ventennio?
«Per forza ambiguo: con Berlusconi il popolo si è liberato dalla sudditanza verso l' aristocrazia politica di figure paterne che si credevano autorevoli e forse non lo erano; poi però questo disincanto ha reso il potere adattabile a tutto».
Ha avuto un padre berlusconiano: era ingombrante come quello della sua precedente serie Sky «Aniene»?
«No, è stato liberale, ci ha lasciato fare quello che volevamo. Attorno ai trent' anni mi sono liberato dal peso del suo giudizio, crescendo inizi a cercare conferme anche fuori».
Lei non ha mai creduto alla superiorità antropologica degli anti-Cav. Perché in tanti hanno finto di crederci?
«Una generazione ha visto all' improvviso crollare le sue certezze e le ha sostituite con altro. Sta succedendo lo stesso con Trump: lo attaccano perché sono spiazzati dal fiume di cose che arrivano da lui, c' è un grosso sbilanciamento; che per reazione sta facendo crescere Sanders. Ying e Yang».
BERLUSCONI MILAN
corrado guzzanti con michele santoro
La tesi degli intellettuali snob però è berlusconiana.
«Lui attaccava gli intellettuali azzeccagarbugli che complicavano le cose per far sentire stupidi gli altri. Mi sembra che anche Renzi non li abbia in grande considerazione. Chissà se Renzi cambierà o resterà così, diciamo, in scia».
Al referendum, cosa vota?
«Propendo per il no, si limitano gli spazi di democrazia».
Seguiranno dimissioni.
«Chi chiede le dimissioni, poi non le vuole; chi le promette, non le dà: vedremo».
Dieci anni fa «Fascisti su Marte». Per Roma peggio i post-fascisti o i marziani?
«Ognuno ha fatto il peggio al meglio delle sue possibilità. Da Alemanno a Marino. Non dovrei dirlo, ma credo che Roma sia insalvabile, serve una figura emergenziale per liberarla, e per ora non la vedo».
Satira: che spazi oggi?
«In tv pochi, ma tanti sul web. Penso a YouTube. Un tempo, in fondo, noi avevamo lo specchio nell' armadio per studiarci, provare i numeri».
I nativi digitali...
«Inquietanti! Sanno usare le tecnologie non ancora messe in commercio. E ci studiano: il figlio di mia sorella Caterina, il primo nipotino, ogni tanto mi osserva, sospira e allarga le braccia, come se mi giudicasse. Ha un' aria familiare».
La battuta cui è più legato?
« La seconda che hai detto, di Quelo. Me la scriveranno sulla tomba, credo».
corrado guzzanti edoardo gabbriellini dov e mario
GUZZANTI QUELO
corrado guzzanti