ANCHE I GIORNALONI AMERICANI L’HANNO CAPITO: L’IDEOLOGIA “WOKE” SCACCIA I LETTORI! – NEGLI USA C’È UN GRAN DIBATTITO SULLA “INVASIONE” DEI BRITANNICI NEI MEDIA: SONO INGLESI I NUOVI DIRETTORI DI “WASHINGTON POST”, “WALL STREET JOURNAL”. “DAILY BEAST”, “BLOOMBERG”. SARÀ PER IL “KILLER INSTINCT” DELLA PERFIDA ALBIONE? MACCHÉ: I CAPI INGLESI SONO MENO SENSIBILI AL POLITICAMENTE CORRETTO E ALLE FREGNACCE SU NERI E MINORANZE - GLI EDITORI VOGLIONI IL TABLOID POPOLARE BRUTTO, SPORCO E CATTIVO, COME IL “DAILY MAIL”
I BRITANNICI HANNO INVASO LE REDAZIONI AMERICANE - TITOLO DI DRUDGE REPORT
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Tempesta al Washington Post. Il glorioso giornale […] è in crisi da tempo e domenica sera la direttrice, Sally Buzbee, è stata costretta alle dimissioni da William Lewis, l’amministratore chiamato a gennaio da Jeff Bezos: il miliardario che 11 anni fa arrivò come editore filantropo, ora è solo un padrone stufo di ripianare perdite.
Giornalisti in rivolta: non si manda via una direttrice che ha vinto sei premi Pulitzer […]. Lewis replica a brutto muso: abbiamo perso metà dell’audience dal 2020, nei conti c’è un buco di 77 milioni di dollari.
Urge una cura radicale senza aspettare le elezioni come chiedeva la Buzbee. Ma non si tratta solo del Post dove Lewis, inglese, ha nominato un direttore temporaneo, Matt Murray, che dopo le elezioni verrà sostituito da Robert Winnett, oggi a Londra al Telegraph , inglese anche lui.
Nei media americani si parla di invasione dei brits, visto che inglesi sono anche la nuova direttrice del Wall Street Journal , Emma Tucker, il ceo della Cnn, Mark Thompson, e anche altri come il direttore del Daily Beast , Hugh Dougherty e quello di Bloomberg, John Micklethwait.
Perché? Nelle redazioni c’è chi attribuisce ai direttori inglesi un killer instinct : sbrigativi, pronti a tagli drastici, attenti agli inserzionisti pubblicitari e ai consumatori più che al lettore.
Giudizio forse troppo drastico: Thompson è stato un apprezzato ceo del New York Times e anche 10-15 anni fa c’erano direttori inglesi, da Tina Brown ( Vanity Fair , New Yorker ) a Gerard Baker ( Wall Street Journal ). Ma allora […] David Carr sosteneva che i brits sapevano incalzare il potere […] più dei giornalisti Usa.
Oggi, invece, sembra che gli editori vogliano importare il modello tabloid popolare del Daily Mail e puntino su capi inglesi meno sensibili alla cultura woke, progressista radicale, che si è imposta negli ultimi anni in molte redazioni (rispetto alla quale anche il New York Times sta tentando passi indietro). Frenata anche per le politiche di diversity degli ultimi anni?
Al Post la redazione si agita, più che per lo sbarco degli inglesi, perché, cacciata la prima direttrice donna, il giornale è in mano a «quattro maschi bianchi».
I BRITANNICI INVADONO LE REDAZIONI AMERICANE - FINANCIAL TIMES sally buzbee