L’ORO DEGLI OROBICI - SENZA I SEI PUNTI DI PENALIZZAZIONE (SCANDALO SCOMMESSE), A GUIDARE LA CLASSIFICA CI SAREBBE L’ATALANTA NEOPROMOSSA - D’ALTRONDE BERGAMO HA UN LABORATORIO CALCISTICO GIOVANILE FRA I PIÙ COLLAUDATI, SPESSO MINIERA D'ORO DA CUI ATTINGONO I GRANDI CLUB - ORGANIZZAZIONE, SCELTE MIRATE IN CAMPAGNA ACQUISTI, VALORIZZAZIONE DEI TALENTI DI CASA: SE C’È UN MODELLO BARÇA IN ITALIA È IN VAL BREMBANA…

Fabio Monti per il "Corriere della Sera"

Il primato in classifica dell'Atalanta non è una novità in assoluto. È già successo e accadrà ancora. Stupisce però la velocità con la quale i nerazzurri hanno neutralizzato in appena quattro giornate l'handicap della partenza sottozero (-6) per il caso scommesse, che ha rovinato l'estate ai tifosi bergamaschi, dopo le festa per la promozione in A, arrivando a coinvolgere il giocatore simbolo: Cristiano Doni. Un trauma per tutto l'ambiente.

Per una squadra in arrivo dalla serie B, non era facile partire così forte (prima dei tre punti con il Novara, vittorie con Palermo e Lecce; pareggio con gol in casa del Genoa), però questa accelerazione al via conferma che nel calcio la casualità pesa, ma le cose non succedono mai per caso. Non sempre tutto quadra come si vorrebbe, perché il pallone ha rimbalzi e variabili sorprendenti, ma avere le idee chiare e sapere come muoversi non è mai un difetto e a qualcosa serve.

Bergamo è da sempre un laboratorio calcistico fra i più interessanti e collaudati, a cominciare dal settore giovanile, che è sempre stata una miniera d'oro per tutto il calcio italiano e sul quale la società continua ad investire moltissimo, con un'attenzione per i ragazzi quasi maniacale, grazie all'attivismo del responsabile, Mino Favini, che, a 75 anni, ha la vitalità e l'entusiasmo di un quarantenne.

Nel primato-ombra dell'Atalanta c'è l'impronta d'origine del settore giovanile (Manolo Gabbiani è tornato a casa dopo una stagione al Cittadella), ma molti meriti vanno ascritti al presidente Percassi e al d.t. Marino, che hanno puntato su una campagna-acquisti mirata, attenta ai costi, con cessioni ragionate (Barreto al Palermo), ma con alcuni colpi importanti e perfettamente coerenti con l'idea di base di squadra. È stata, ad esempio, un'ottima idea riportare a casa Ezequiel Schelotto, 22 anni, che a Cesena si stava perdendo e che ora appare rigenerato, in linea con la tradizione dell'Atalanta.

Così come è stata intelligente la scelta di puntare su due attaccanti argentini come German Gustavo Denis, 30 anni (182 cm di altezza), dopo una stagione complicata all'Udinese (c'erano Di Natale e Sanchez) e Maxi Moralez, classe '87 (160 cm), scuola Velez, uno che non riesce a passare inosservato. E ancora: la decisione di riportare a Bergamo Luca Cigarini, ceduto al Napoli e ripreso, dopo un anno non facile al Siviglia.

In questo quadro di partenza, l'avvio di stagione sta mettendo in vetrina le qualità di Stefano Colantuono, un italianista convinto, nel senso migliore del termine: squadra quadrata, organizzata, rigorosa, attenta in difesa (quattro gol presi), veloce di gambe e di testa, capace di costruire buone azioni offensive (7 gol fatti) e di sfruttare il potenziale a disposizione.

A Bergamo era arrivato nel 2005, con la squadra appena retrocessa: l'aveva riportata in A e ne aveva gestito il successivo campionato, arrivando all'ottavo posto. Poi aveva cercato altre esperienze (Palermo e Torino), prima di tornare a Bergamo, per rifare il vecchio percorso. Promozione al primo anno, e si vedrà come andrà a finire.

«Liberarsi dalla zavorra», espressione usata da Colantuono, con riferimento al -6, può aver rappresentato una motivazione in più per tutti, nel senso di creare uno spirito iper-competitivo, per non accontentarsi mai e per ricercare sempre il massimo. Fino a maggio.

 

doni-GMTpercassi antonioPIERPAOLO MARINOLOGO ATALANTA

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