ORNAGHI ESISTE? - IL MINISTRO PER I BENI CULTURALI SE NE FREGA DI RISPONDERE AL “SECOLO XIX” SULLA VICENDA DELLE DISASTROSE COMMISSIONI CINEMA, QUELLE AFFITTATE IN BUONA MISURA A GIGI MARZULLO E ALLA SUA TRASMISSIONE “CINEMATOGRAFO”, NOMINATE DA GALAN E CONFERMATE, SENZA NEMMENO UN’ALZATA DI SOPRACCIGLIO, DA ORNAGHI - UN MINISTERO ALLA DERIVA: SE VA AVANTI COSI’ DOVREMMO AVER NOSTALGIA NON SOLO DI SANDRO BONDI MA ANCHE DELLA BONO PARRINO…

Michele Anselmi per Dagospia

Caro Dago,
lo stile di un ministro, tanto più se tecnico, si vede anche da come tiene i rapporti con la stampa. Nel caso dei Beni culturali, il titolare Lorenzo Ornaghi è partito malissimo. Vorrei raccontarti questo fatterello che mi riguarda, anzi riguarda il Secolo XIX. Avendo io richiesto, per conto del giornale, il 3 febbraio scorso, un'intervista al ministro sul tema delle incredibili commissioni cinema, quelle affittate in buona misura a Gigi Marzullo e alla sua trasmissione "Cinematografo", nominate da Galan e confermate, senza nemmeno un'alzata di sopracciglio, da Ornaghi all'atto del suo insediamento.

Se per questo, il ministro avrebbe anche potuto dire la sua sull'altra vicenda che grida vendetta: il nuovo consiglio d'amministrazione di Cinecittà-Luce, ora guidato dal manager esperto nel settore agro-alimentare Rodrigo Cipriani, già fedelissimo di Galan, ma lasciamo perdere.

Bene: quel giorno, dopo due motivate inchieste del "Secolo XIX" sulle prime scelte discutibili delle commissioni, il sottoscritto chiede gentilmente un'intervista al ministro, contattando l'ufficio stampa nella persona del signor Paolo Arrigoni. Il quale mostra interesse per il tema, addirittura solidarietà nei confronti della denuncia fatta dal mio giornale.

Due giorni dopo, domenica 5 febbraio, mi arriva di pomeriggio questa mail dal signor Gerardo Ferrari, nuovo portavoce del ministro. Dice: «Gentile dottore, abbiamo già ricevuto la sua richiesta per il cortese tramite del dott. Arrigoni. La valuteremo con il ministro appena possibile e Le faremo sapere nei prossimi giorni. Buona domenica. Gerardo Ferrari». Nei prossimi giorni? Capperi, dico: che stile diverso, rispetto al precedente ministro. Un po' formale, meno yé-yé, ma rispettoso della stampa. Di sicuro mi faranno sapere.

Passano due settimane, nessuno richiama da via del Collegio Romano. Così, sapendo che l'argomento è scottante, tanto più dopo gli insensati finanziamenti, per 2 milioni e 200 mila euro, dati a film già ricchi e garantiti, come quelli di Salvatores, Verdone e Castellitto, e non, per dire, a quello di Peter Del Monte e di altri registi meno "coperti", torno all'attacco con Arrigoni. Scrivo tre mail. Nessuna risposta.

L'ultima, di stamattina, recita: «Caro dottor Arrigoni, continuo a non ottenere una risposta rispetto a una richiesta legittima di un giornale nazionale che vende 100 mila copie. Le chiedo, per l'ennesima volta, di farmi sapere se il ministro Ornaghi intende farsi intervistare dal Secolo XIX sui temi delle commissioni cinema. Se sì, grazie. Se no, visto che mi avevate mandato una mail due domeniche fa, in cui dicevate di prendere in considerazione la richiesta in pochi giorni, gradirei sapere il perché. O questo governo introduce un atteggiamento nuovo e corretto nei confronti della stampa, oppure - converrà - resta uguale al precedente. E non è un bel confronto. Saluti Michele Anselmi».

Ripeto, caro Dago: nessuna risposta. Un po' esasperato, spedisco a Ferrari, l'unico che sembra titolato a rispondere, questa nuova mail. «Dottor Ferrari, si ricorda di me? Domenica 5 febbraio fa mi mandò una mail nella quale mi diceva che il ministro, a stretto giro di posta, avrebbe preso in considerazione la mia richiesta di intervista sui temi delle commissioni cinema. Da lei e dal suo ufficio non è arrivata nessuna risposta.

Capisco l'imbarazzo, queste commissioni sono state nominate da Galan e accettate da Ornaghi senza colpo ferire. Ma gradirei egualmente sapere se è possibile sentire il ministro sul tema. Spero e sono certo che il nuovo ministro vorrà introdurre uno stile diverso, nei rapporti con la stampa, rispetto ai suoi due predecessori. Aspetto vivamente una risposta. Saluti Michele Anselmi».

Finalmente, alla quarta mail, la risposta arriva. Questa, piena di maiuscole ridicole, in classico burocratese ministerale. «Gentile dottore, in merito alla Sua richiesta di un intervento del Ministro sul tema da Lei indicato, al momento non posso darLe una risposta positiva. Sara mia cura contattarLa qualora avessi novità in merito. Cordiali saluti. Gerardo Ferrari».

Sua cura? Ci voleva molto a rispondere subito? La verità è che quelle commissioni, ricolme di mogli di alti papaveri del Pdl, di amici e protetti, sono un imbarazzo per tutti. Magari Ornaghi si informi. E dica qualcosa di sensato.

Saluti Michele Anselmi

 

 

LORENZO ORNAGHI anselmi micheleGiancarlo GalanGIGGI MARZULLO RODRIGO CIPRIANI

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…

volodymyr zelensky vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – TRUMP HA FRETTA DI CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA: OGGI HA CHIAMATO PUTIN - IL PIANO USA PER LA PACE: ZELENSKY DEVE CEDERE ALLA RUSSIA LA ZONA DI KURSK. PUTIN MANTERRÀ IL CONTROLLO DELLA CRIMEA MA SOLO UNA PARTE DEL DONBASS. LA RESTANTE ZONA ORIENTALE, ORA OCCUPATA DAI RUSSI, DIVENTERÀ UN’AREA CUSCINETTO PRESIDIATA DA FORZE DI INTERPOSIZIONE. L'INGRESSO DI KIEV NELLA NATO? NELL'IMMEDIATO E' IRREALIZZABILE. E IN FUTURO? SI VEDRA' - TRUMP INGORDO: GLI USA HANNO DATO 340 MILIARDI A KIEV MA VUOLE 500 MILIARDI IN TERRE RARE DALL'UCRAINA (DIMENTICA CHE ANCHE L'UE HA SGANCIATO 170 MILIARDI. E INFATTI ANCHE GLI EUROPEI SARANNO AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE...)