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DAGOREPORT - I REPUBBLICANI ANTI-TRUMP HANNO TROVATO IL LORO ALFIERE: JD VANCE - IL VICEPRESIDENTE NON È PIÙ UN BURATTINO DI PETER THIEL (CHE LO INVENTÒ ASSUMENDOLO E POI FINANZIANDO LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE), MA SI STA RENDENDO SEMPRE PIÙ AUTONOMO - E TRUMP L'HA CAPITO AL PUNTO DA RISPONDERE UN "NO" STIZZITO A "FOX NEWS" CHE GLI CHIEDEVA SE VANCE FOSSE IL SUO SUCCESSORE - LA CONVERSIONE AL CATTOLICESIMO, LA DIFESA DEL PAPA E L'INCOMPATIBILITÀ CON MUSK...
DAGOREPORT
jd vance e donald trump foto lapresse
Tenete d’occhio JD Vance. Il vicepresidente americano, simbolo vivente dell’epica redneck, grazie al suo libro best seller, "Elegia americana", non è un burattino.
Non riescono più a manovrarlo né Peter Thiel, che pure l’ha “inventato” (fu lui a notarlo e assumerlo nel lontano 2011, e fu sempre lui a finanziare la sua campagna per il Senato nel 2022), né lo stesso Trump.
L’autonomia che si sta ritagliando Vance è simboleggiata anche dalla sua conversione al cattolicesimo, meditata negli anni e che ha avuto proprio ieri il suo apice, con lo scazzo tra il Vaticano e la Casa Bianca.
Quando lo zar dei confini americano, Tom Homan, ha risposto al “papagno” di Bergoglio (“Le deportazioni di massa ledono la dignità di molti uomini e donne”) in maniera irrituale: “Il Vaticano ha un muro intorno, perché non possiamo averlo noi?”, JD Vance è trasalito. Il Vice di Trump avrebbe chiamato quel buzzurro di Homan, prendendolo per la collottola e avvisandolo che non si parla così al Pontefice.
DJ VANCE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
Che Vance non sia più nelle grazie di Thiel, è voce che circola insistentemente alla Casa Bianca. Che la sua postura “istituzionale” stia iniziando, a neanche un mese dall’inauguration day, a rompere i maroni a Trump, lo si può invece dedurre dal clamoroso “No” del tycoon a domanda precisa, durante l’intervista a “Fox news”: “JD sarà il tuo successore”.
Trump ha poi provato a recuperare, adducendo banalità come “è troppo presto”, e via dicendo, ma il suo sguardo stizzito di fronte all’eventualità che Vance possa diventare suo successore vale più di mille parole.
Senza considerare l’incompatibilità manifesta tra il vicepresidente e Elon Musk: come può l’uomo più ricco del mondo, anti-statalista, impreditore vorace e sostenitore di un tecno-potere autoritario, andare d’accordo con un figlio della disillusione degli Appalachi, che ha subìto in prima persona le conseguenze nefaste della globalizzazione e del cinismo finanziario di molte aziende?
Morale della fava: lo sguardo corretto di eyeliner di Vance sta diventando una luccicante speranza per molti repubblicani del vecchio "Grand old party", ma anche del movimento "Maga" deluso dalla svolta tecnocratica del secondo tragico Trump (citofonare Bannon).
Del resto, Vance è diventato trumpiano solo per opportunismo, ma in passato non ha lesinato commenti sprezzanti contro il suo futuro commander-in-chief: prima di voler scendere in politica, definì Trump un “idiota”. Un’altra volta, lo paragonò a Hitler…
VANCE, IL CATTOLICO DELL'AMERICA FIRST STRETTO TRA RELIGIONE E FEDELTÀ AL CAPO
Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
jd vance e donald trump all inauguration day
Quando Donald Trump posò la sua mano su J.D. Vance scegliendolo per la carica di vicepresidente, i più acuti osservarono: è il futuro di Maga, il teoreta in grado di dare una veste ai pensieri irregolari ed eccentrici del magnate.
[…] figlio dei monti Appalachi, diviso fra Ohio e Kentucky, […] Vance è il portavoce più autentico di una visione di un'America che sondaggi e voti reali non dipingono più così minoritaria. Ma a differenza del titolare della cattedra e dei suoi accoliti e fedelissimi interpreti, cantori delle gesta del presidente che riscrive confini della geografia e priorità dell'America, J.D. è il volto strutturato di un'America First che dall'Intelligenza Artificiale – «un'opportunità più che un pericolo» – all'Ucraina – nel 2024 disse«"è la matematica a condannare Kiev, non la mancanza di armi» – si muove su uno spartito ben diverso.
[…] Alla Law School di Yale, incontrò Peter Thiel, 59 anni, co-fondatore di PayPal, amico di Musk e a sentire chi sguazza nei meandri della Washington politica intrisa oggi di tecno-politici, il più arguto e strutturato fra i miliardari 3.0. L'Ucraina, la Nato, gli alleati europei quanto sono inclusi nella sfera di pensiero di Vance?
Sposato con Usha, avvocato, figlia di immigrati indiani di San Diego, tre figli piccoli, J.D. Vance è stato senatore per appena due anni prima di salire sulla nave di Trump. Da lui prese l'endorsement nel 2022 quando corse per il seggio al Senato dell'Ohio, conquista difficile visto che Trump rappresentava molto di quanto questo figlio dell'America rurale, bianca delle ruvide montagne della West Virginia detestava.
elon musk con il figlio e donald trump nello studio ovale
Il suo (bellissimo) Hillbilly Elegy è di 9 anni fa, ha venduto oltre 3 milioni di copie e racconta l'America rimasta indietro, da cui però qualcuno prova a riscattarsi senza finire nel vittimismo, senza fare dei limiti del proprio essere una scusa un pretesto per la protesta e le rivendicazioni.
Leggete […] il libro, capirete Vance. Leggete The Lamp, edizione pasquale del 2020 per capire la sua strada verso la religione cattolica. Nelle 264 pagine del libro, la parola cattolico compare 5 volte. Gettata in mezzo alle altre, priva di significato.
Sino alla conversione, non repentina, maturata, intellettuale più che mistica; non c'è Saul che diventa Paolo sulla via di Damasco, ma tante letture, incontri con frati domenicani, teologi, pensatori. Renè Girard, filosofo francese e Ron Dreher. E c'è Usha, induista, moglie dal 2014 che lo aiuta nel suo percorso di fede. Agosto 2019, davanti a Father Henry Stephen in una parrocchia di Cincinnati, Ohio, J.D. viene battezzato.
Gli aneddoti su come ci arriva sono diversi, una volta sul treno New York-Washington, Vance ascoltò un salmo cantato alla visita di Papa Francesco in Georgia nel 2016. Chiamò un frate, prese un caffè con lui che diventò lungo, non il caffè, ma l'appuntamento.
Curioso da sempre J.D. Il suo santo di riferimento è Agostino, perché come lui era agnostico, indifferente. E in passato ha difeso tante volte Papa Francesco dinanzi alle posizioni di alcuni cattolici americani scivolati in un conservatorismo religioso estremo.
Il 30 gennaio in un'intervista alla Fox News aveva parlato dell'ordo amoris, San Tommaso. «Come leader americano, ma anche come cittadino americano, la tua compassione si indirizza prima a tuoi compatrioti, famiglia, comunità e via di grado. Ma non significa che si debba odiare chi proviene da oltre confine».
Senza citarlo direttamente, Bergoglio ha ricordato invece lo straniero della parabola del buon Samaritano. Difficile il mittente sia Trump, più probabile sia il cattolico J.D. Che della religione cattolica ama soprattutto una cosa, il dubbio, come gli ha insegnato la lettura dei testi di Basil Mitchel, teologo di Oxford. Dubiterà (e mediterà) sulle parole del Papa o spazzerà vita tutto. Come farebbe Donald Trump?
jd vance con elon musk
JD VANCE SENZA BARBA QUANDO LAVORAVA CON PETER THIEL
jd vance donald, barron e melania trump inauguration day foto lapresse
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PETER THIEL
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